Poter coltivare i Mirtilli nelle nostre aiuole e nei vasi dei nostri terrazzi significa appropriarci di veri piccoli tesori dei nostri boschi per i loro fiori delicati, di colore tra il bianco e il rosaceo, che sbocciano in primavera per dare alla luce le loro preziose bacche, amate per il loro sapore dolce e per le loro virtù terapeutiche.
Come succede per molte piante tipiche dei sottoboschi, i Mirtilli riescono a crescere al meglio in ambienti freschi, umidi e ombreggiati, soprattutto in regioni in cui l’estate è particolarmente calda. La resistenza del Mirtillo alle temperature dipende dalla specie: alcuni tipi di Mirtillo sono più indicati per i climi caldi, altri per quelli freddi. Tutte le specie però non amano né il vento né sbalzi di temperatura troppo bruschi.
Anche se usiamo il termine Mirtillo per indicare tutta la pianta, è interessante sapere che si chiama Vaccinium myrtillus e il termine Mirtillo si riferisce solo al frutto.
COLTIVARE I MIRTILLI: SEMINA E TRAPIANTO
Coltivare il Mirtillo comporta vari tipi di difficoltà. Una particolare attenzione va riservata alle radici, morbide e superficiali, che possono essere danneggiate da sarchiature troppo vigorose.
Possiamo iniziare la coltivazione dalla semina oppure da piantine già cresciute. La semina va compiuta in un semenzaio a inizio primavera: quando le piantine si irrobustiranno possiamo procedere al trapianto. Le piantine già sviluppate che si trovano nei centri giardinaggio possono essere messe a dimora, in vaso o in giardino, in primavera. Nelle regioni del sud, più calde, possono essere messe a dimora anche in autunno.
È una pianta a crescita lenta e inizia a produrre tanti Mirtilli dopo circa 3-4 anni...
Eliminare la Dorifora tempestivamente è importante perché si riproduce molto velocemente e le sue larve sono molto voraci. La Patata è una delle piante più coltivate negli orti familiari. Purtroppo, assieme ad altre Solanacee, come per esempio il Pomodoro e il Peperone, costituisce la fonte di cibo ideale per un coleottero dall’aspetto simpatico ma voracissimo: la Dorifora (Leptinotarsa decemlineata).
L’adulto, lungo 10-12 mm, è di colore giallo con capo e corsaletto macchiati di nero e cinque linee regolari longitudinali nere sulle elitre. La larva è di colore rosso-arancione, con due fila di puntini neri sui lati. L’insetto, originario degli Stati Uniti, si è introdotto in Europa negli anni Venti provocando da subito, nelle zone invase, gravissimi danni alle coltivazioni e tali carestie da indurre i Governi (in Francia e Inghilterra) a emanare apposite leggi per la lotta obbligatoria e limitazioni al commercio delle derrate. A causa dell’inadeguatezza dei mezzi di lotta a disposizione a quel tempo e alle conseguenze della successiva guerra mondiale, in breve tempo, si è diffuso in tutta Europa.
ELIMINARE LA DORIFORA: I PRIMI SINTOMI SULLA PIANTA
La Dorifora sverna come adulto nel terreno da cui fuoriesce a tarda primavera all’innalzarsi della temperatura (verso maggio) per compiere lunghi voli in cerca delle piante ospiti. Arrivata a destinazione, depone sulle foglie da 700 a 2.000 uova che originano altrettante voraci larve. Nell’arco di 20-25 giorni si completa una nuova generazione di adulti in grado di deporre nuove uova e dare inizio a un nuovo ciclo. Tra giugno e settembre si hanno così 2-3 generazioni l’anno in grado di provocare danni ingenti anche alle varietà a raccolta tardiva.
La Dorifora è facile da individuare: gli adulti e le larve sono in genere presenti in colonie...
Eliminare la Muffa Grigia tempestivamente è importante perché può danneggiare velocemente un intero raccolto. La Muffa Grigia o Botrite (Botrytis cynerea) è un fungo estremamente polifago in grado di aggredire numerose piante da frutto, ortive e ornamentali. In particolare: Vite, Fragola, Pomacee, Drupacee, Solanacee, Cucurbitacee, Rose, Ciclamini, Azalee, Begoniee Crisantemi.
Tutti gli organi aerei della pianta possono venire colpiti ma, a seconda della pianta ospite, possiamo trovarla di volta in volta sui boccioli fiorali, i grappoli, i frutti o anche le foglie. Possono inoltre venire colpiti gli organi sotterranei (bulbi, tuberi e rizomi) durante il periodo di conservazione.
ELIMINARE LA MUFFA GRIGRIA: COME RICONOSCERE I PRIMI SINTOMI
L’attacco è in genere preceduto da un periodo caldo, fortemente umido o piovoso ed è favorito da una fitta vegetazione e impianti troppo densi. A seconda dell’organo colpito i sintomi possono variare:
i fiori e i boccioli: non si aprono regolarmente, si ricoprono di una caratteristica efflorescenza grigiastra e disseccano rapidamente;
Eliminare il Mal Bianco è importante per evitare la sua crescita a macchia d'olio e la perdite delle piante o del raccolto. A seconda se ha colpito una pianta ormantale, da frutto o da orto. Con il termine di Mal Bianco od Oidio si intende una malattia di origine fungina, molto comune e diffusa a quasi tutte le specie di piante sia ornamentali che dell’orto.
Responsabili di questa infezione sono differenti agenti fungini appartenenti a uno stesso gruppo ma specifici delle diverse specie vegetali. L’infezione si presenta in primavera con temperature intorno ai 20/25°C e una umidità relativa superiore al 75%. Il suo progredire è in genere molto veloce e distruttivo. Durante l’estate la malattia tende a bloccarsi per riprendere in autunno.
ELIMINARE IL MAL BIANCO: COME VERIFICARE LA PRESENZA DELL’OIDIO
Le parti della pianta che per prime evidenziano il problema sono le estremità dei giovani rami e delle foglie. Gli effetti consistono in una caratteristica muffa bianca di consistenza farinosa e polverulenta che può, a seconda della specie, assumere sfumature sul grigio, più o meno carico, rosa o aranciato. Con il progredire dell’infezione, lo strato feltroso, ricopre l’intera vegetazione e deforma le foglie determinando contorcimenti e increspature delle medesime sino al completo disseccamento.
Oltre alle parti verdi, l’Oidio è in grado di espandersi anche su fiori e frutti. Per esempio, nel caso della Vite e dei frutti a buccia tenera (come Fragole, Pesche, ecc.), provoca la spaccatura della buccia e la emissione di liquidi zuccherini da parte dei tessuti sottostanti, che diventa il substrato ideale per successive infezioni di altri funghi come la Botrite e la Monilia.
Il giardinaggio biologico è una tendenza sempre seguita da molti hobbisti italiani. Motivata sia dal desiderio di tutelare l’ambiente ma soprattutto dalla volontà di portare in tavola degli ortaggi coltivati in modo naturale nel proprio orto.
La decisione di non usare concimi e antiparassitari di sintesi comporta però l’adozione di una serie di tecniche colturali e di soluzioni capaci, per esempio, di prevenire l’attacco di parassiti.
GIARDINAGGIO BIOLOGICO: SCEGLI LE COLTURE ADATTE AL TUO CLIMA
Sole, precipitazioni, temperature, lunghezza delle stagioni, esposizione sono fattori essenziali che condizionano lo sviluppo ottimale delle piante. L’Italia è nella fascia climatica Mediterranea ed include zone molto diverse. In pratica si riconoscono 6 differenti aree climatiche caratterizzate da altrettanti tipi di vegetazione.
Se le esigenze della pianta che seminiamo o piantumiamo saranno coerenti con il territorio, porremo le basi ottimali per il corretto sviluppo e la minima necessità di cure.
Coltivare gli Spinaci è facili: si tratta di una pianta rustica e semplice da coltivare sia nell'orto sia in vaso su un terrazzo di un appartamento cittadino. Molti di noi avranno conosciuto gli Spinaci per via dei cartoni in cui Braccio di Ferro, il marinaio con un occhio solo, li mangiava per acquisire una forza sovrumana, grazie alla ricchezza di ferro da cui il personaggio prende il nome. In realtà, noi occidentali coltiviamo gli Spinaci e li usiamo nella nostra cucina da secoli: più precisamente dall’anno Mille, nel quale i mercanti arabi ne portarono i primi germogli dal Medio Oriente, dove crescevano spontaneamente.
Oggi sappiamo anche che gli Spinaci non sono neppure così ricchi di ferro come si diceva in passato. In compenso possono donarci acido folico, vitamina A e il nitrato, che aiuta la crescita e la robustezza dei muscoli. Quindi Braccio di Ferro non aveva tutti i torti!
COLTIVARE GLI SPINACI: ATTENZIONE ALLA VARIETA'
Il loro periodo di coltivazione varia a seconda del tipo di Spinacio: alcune varietà vengono coltivate in inverno per dare raccolti all’inizio della primavera, altre vengono piantate in primavera per offrire raccolti fino alla fine dell’autunno. In entrambi i casi, gli Spinaci amano ambienti freschi e umidi, in un clima temperato, e possono crescere sia in luoghi soleggiati che a mezz’ombra.
Come abbiamo visto sopra, i periodi di semina per gli Spinaci possono essere 3, a seconda della varietà scelta: tra settembre e ottobre, tra la tarda estate e settembre e tra novembre e dicembre, lasciando 6-8 centimetri di spazio tra un seme e l’altro.
Gli Spinaci crescono bene in terricci leggeri e fertili, ma crescono anche in terreni argillosi e calcarei nei quali può essere difficile crescere...
Coltivare il Sedano è un gesto che l'uomo compie da millenni nel Mediterraneo, per le sue virtù gastronomiche ed erboristiche. Non è uno degli ortaggi più appariscenti e raramente viene usato come ingrediente principale di una portata, se non in un pinzimonio. In compenso, aggiunto ai primi e alle zuppe può dare quel tocco di sapore in più che migliora ogni piatto.
Insieme alla varietà Apium graveolensdulce, quella più diffusa, con i fusti verdi e il cuore bianco, a cui siamo abituati, possiamo trovare due specie meno conosciute: la Rapaceum, ovvero il sedano rapa, di cui viene consumata la grossa radice e il Sedano da taglio di cui si consumano invece solo le foglie. Le foglie del Sedano da taglio, simili al Prezzemolo, possono essere consumate crude oppure fatte seccare, per usare nel tempo il loro gradevole aroma.
Possiamo coltivare i Ravanelli sia per il suo frutto dal sapore dolce con una punta di piccante, ottimo nelle insalate, ma anche per i suoi fiorellini rosa, violetti o gialli che sbocciano tra maggio e settembre. È anche apprezzato per la sua crescita rapida e la relativa semplicità della sua coltivazione.
Oltre alla variante più diffusa della pianta, le cui radici generano i caratteristici ortaggi tondi e rosa, esistono tipi di Ravanello neri, gialli e verdi, meno noti ma altrettanto appetitosi. Un parente prossimo del Ravanello è la radice di Daikon, ingrediente tipico della cucina giapponese amato per le sue proprietà digestive.
Coltivare il Prezzemolo nell’orto o in vaso è una peculiarità italiana, tant’è che abbiamo un detto popolare a proposito del suo esteso e consueto uso in cucina.
Con il sapore fresco e leggermente amaro delle sue foglie, riconoscibili per la tipica forma frastagliata, il Prezzemolo è una pianta biennale spontanea del nostro Mediterraneo. Viene coltivato per le sue virtù aromatiche in giardino ma anche nei vasi sul terrazzo ed è a prova dei pollici verdi più distratti e meno appassionati.
Il Prezzemolo è facile da seminare e coltivare e i suoi abbondanti germogli riescono a restituirci, in poco tempo, dei raccolti strepitosi, dall’inizio della primavera alla fine dell’autunno.
COLTIVARE IL PREZZEMOLO: E' BIENNALE E SE CURATO TORNERA' L'ANNO PROSSIMO
Il Prezzemolo cresce bene in ambienti soleggiati ma freschi e temperati e i germogli, spuntati dalla semina, danno il loro meglio a una temperatura tra i 15°C e i 25°C. Ha una buona resistenza al freddo e riesce a volte a resistere a temperature molto rigide. Questa peculiarità dà modo al Prezzemolo di crescere come pianta biennale: una volta spazzata via dal gelo la piantina appassita, le radici possono rimanere sane per un’altra fioritura la primavera successiva.
Per favorire la rinascita di nuove piantine di Prezzemolo l’anno successivo, due espedienti utili da mettere in pratica alla fine dell’autunno possono essere rincalzare il terreno e aggiungere un piccolo strato di pacciamatura per difenderlo dal freddo.