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Marzo 31, 2020
L’atto di concimare un orto è molto importante poiché garantisce raccolti maggiori e di miglior qualità. Se non lo abbiamo già fatto a febbraio, in quella che viene definita la rifinitura del letto di semina, possiamo effettuarla anche a marzo e comunque all’atto di preparare il terreno per la semina e i trapianti.
Con una vanga e un rastrello possiamo lavorare il terreno facendo in modo di rompere le zolle più coriacee e rendere il substrato più leggero e poroso. La rottura delle zolle createsi in inverno, permette alle piogge di penetrare più a fondo nel letto di semina regalandoci, quando verranno le belle giornate, un substrato più morbido, più fine e soffice. Cioè l’ideale per seminare e trapiantare le piantine e gli ortaggi.
CONCIMARE UN ORTO IN MODO NATURALE
Mentre si lavora il letto di semina è buona norma incorporare nel terreno una buona dose di concime organico, cioè naturale e consentito in agricoltura biologica, che sarà il fondamento nutritivo del nostro orto e aiuterà nello sviluppo i semi e stimolerà l’attecchimento delle radici delle...
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Marzo 20, 2020
Realizzare un orto naturale è facile ed è un’ottima ed economica soluzione per ottenere ortaggi biologici da portare in tavola per la nostra famiglia. Vediamo tutti gli accorgimenti da adottare per ottenere un orto biologico!
REALIZZARE UN ORTO NATURALE: PROGETTIAMO LE AIUOLE RISPETTANDO LA CONSOCIAZIONE
All’atto della progettazione dell’orto, cioè quando decideremo cosa coltivare nelle varie aiuole, non dimentichiamo l’importanza della consociazione tra ortaggi.
La consociazione è una pratica biologica che tende a sfruttare appieno la fertilità del terreno e l’interazione tra le diverse piante, sia per migliorarne il gusto e le dimensioni dei frutti sia per migliorare la protezione dai parassiti. Sostanzialmente si tratta di coltivare piante diverse nelle stesse aiuole.
Per fare un esempio, i Ravanelli saranno più delicati se coltivati vicino al Crescione e più piccanti vicino al Cerfoglio. Ma non è solo una questione di gusto: alcune consociazioni riducono o annullano la presenza dei parassiti, permettendoci quindi di evitare l’uso di agrofarmaci. Un esempio classico sono le Cipolle e le Carote che si difendono a vicenda: la Cipolla infatti tiene lontana la Psila rosae (detta mosca della Carota) poiché le sue larve ne detestano l’odore e allo stesso modo la Delia antiqua (detta mosca della Cipolla) non sopporta la presenza delle Carote.
LA ROTAZIONE...
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Marzo 19, 2020
Quella di coltivare il Fico è una tradizione molto antica poiché non richiede particolari cure, conoscenze tecniche o impiego di mezzi tecnologicamente sofisticati. È una pianta resistente alle malattie e agli attacchi parassitari che porterebbero alla distruzione e alla perdita del raccolto e al tempo stesso è capace di offrire frutti in abbondanza e per un lungo periodo.
COLTIVARE IL FICO: LA DIFFERENZA TRA FIORONI E FICHI
Il Fico (Ficus carica) della famiglia delle Moracee è un albero non molto alto: arriva intorno ai 7-8 metri di altezza e forma una chioma molto espansa, avendo spazio e luce, con i rami contorti ricchi di lattice.
Le foglie sono formate da 3-5 lobi, i fiori sono piccoli e racchiusi dentro un ricettacolo carnoso della forma simile a una pera cava e per vederli bisogna aprire il ricettacolo ancora giovane e verde. I fiori, unisessuali, vengono impollinati mediante l'intervento di un piccolo imenottero, la Blastophaga psenes, che compie il suo ciclo in stretta relazione con l'evoluzione delle diverse fioriture.
Il ricettacolo, maturando, diventa molle e sugoso e costituisce il Fico, mentre i veri frutti sono richiusi nel ricettacolo e sono dei piccoli acheni immersi in una polpa formata dalla trasformazione dei tessuti del fiore. Il frutto (falso frutto) può formarsi attraverso la fecondazione oppure per partenocarpia (senza fecondazione), diventando in entrambi i casi commestibile.
Avremo due epoche di fruttificazione: nella tarda primavera i Fichi fioroni, che si formano su un ramo dell'anno precedente e nella tarda estate (agosto-settembre) i Fichi propriamente detti, prodotti dalle gemme dell'annata.
Le varietà si suddividono principalmente in due gruppi per il colore della buccia...
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Marzo 13, 2020
Molto facile da coltivare, la Valerianella è un’insalata con una grande produzione e offre il vantaggio di poter effettuare raccolti anche nei mesi più freddi.
La Valerianella (Valerianella locusta) conosciuta anche come Soncino (dal greco sonchus, cioè delicato) o Dolcinella o Gallinella, non va confusa con la Valeriana (Valeriana officinalis) che è una pianta da fiore usata in fitoterapia e farmacia.
COLTIVARE LA VALERIANELLA: UNA PIANTA CHE AMA IL FREDDO
La Valerianella resiste molto bene al freddo: la temperatura ottimale di coltivazione è compresa tra 10-15°C e può essere seminata quando le temperature salgono sopra i 5°C. Quindi può essere seminata nell’orto già a marzo-aprile per avere raccolti tra maggio e giugno, ma anche tra luglio e ottobre per avere un raccolto tra settembre e febbraio.
Non amando i climi troppo caldi, è meglio coltivare la Valerianella in zone...
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Marzo 03, 2020
Forse è un effetto del successo dei format televisivi dedicati alla cucina, ma oggi molti conoscono meglio ortaggi insoliti e dimenticati, come la Curcuma o l’Anice stellato, rispetto alle aromatiche mediterranee. Questa tendenza si riflette anche negli orti moderni, che iniziano a popolarsi di verdure, erbe e frutti strani e curiosi. Merito anche degli appassionati più giovani, abituati a viaggiare e amanti della cucina fusion, che combina creativamente i cibi e tradizioni di luoghi diversi per ottenere piatti affascinanti e sapori sconosciuti.
Accanto alle piante esotiche e in arrivo dagli altri continenti, stanno trovando nuova vita anche molte varietà appartenenti al passato dell’agricoltura italiana, in seguito abbandonati a favore di specie più “redditizie”. Come la Melanzana rossa della Basilicata o il Cocomero giallo siciliano, ma anche le Patate viola piemontesi o la Patata di Mombarcaro con la polpa rosata.
ORTAGGI INSOLITI E DIMENTICATI: LA NOSTRA SELEZIONE
In alcuni casi sono nuove varietà ma ci sono anche tanti ortaggi dimenticati della tradizione italiana. Siamo andati alla ricerca di ortaggi dalle forme e dai colori particolari, capaci di stimolare un “effetto wow” dai vostri ospiti, per chi vuole sperimentare nuove coltivazioni nell’orto!
Le Carote viola e le carote gialle sono disponibili anche in Italia. Hanno un bel colore che si associa a una polpa dolce e croccante. La coltivazione non difficile se il terreno è sufficientemente sciolto e ben drenante.
I Cavolfiori offrono molti stimoli. Sia per i colori, per esempio quelli viola, sia per le forme, con gli ipnotici...
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Febbraio 28, 2020
Gli interventi di concimazione dell'orto con fertilizzanti naturali devono essere ben programmati. Se vogliamo allestire un orto in primavera, febbraio è il momento ideale per eseguire quella che tecnicamente viene definita rifinitura del letto di semina. Si tratta di preparare il terreno al meglio per la semina e i trapianti che verranno effettuati in primavera.
Rompendo e sistemando con la vanga e il rastrello le zolle rimaste dopo l'inverno, aiutiamo gli agenti atmosferici ad agire ulteriormente sul suolo fino a renderlo fine e soffice. Con l’occasione è consigliabile incorporare nel terreno una dotazione di concime organico che farà da base nutritiva per le prime semine e trapianti.
CONCIMAZIONE DELL'ORTO: PERCHE’ A FEBBRAIO?
Febbraio è il momento giusto per molti motivi. Trattandosi di un prodotto organico pellettato, necessita di tempo per trasformarsi in elementi disponibili per la pianta. Nel mese di tempo che passerà tra la sua distribuzione e le prime semine potrà aver luogo il processo di trasformazione. Al contrario, una concimazione effettuata a ridosso della semina richiederebbe l’uso di un fertilizzante a “pronto effetto”, quindi di natura chimica.
Un altro motivo riguarda la buona economia dell’acqua. Mano a mano che ci avviciniamo alla primavera abbiamo la necessità di mantenere l'adeguato livello di umidità nel primo strato di terreno affinché i semi possano germinare e le radici affrancarsi. Muovendo il terreno per incorporare il concime troppo a ridosso della semina, favoriremmo l'evaporazione dell'acqua dal suolo creando un letto di semina...
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Febbraio 21, 2020
Coltivare le Melanzane è facile, a patto di rispettare le loro esigenze climatiche che sono un po’ particolari. Sotto i 12°C fa troppo freddo e la pianta rischia di rimanere nana: ci vogliono infatti almeno 15°C affinché i fiori si trasformino nei frutti che tutti noi apprezziamo. Oltre i 35°C la pianta patisce il caldo e tende a perdere i fiori.
Possiamo scegliere tra tante varietà di Melanzana (Solanum melongena), differenti sia per il colore (nera, viola, striata, bianca, rossa, verde o gialla) sia per la forma (rotonda, allungata o a lampadina).
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Febbraio 13, 2020
Possiamo coltivare la Melissa sia per i suoi bei fiori bianchi che spuntano da maggio a settembre, sia per il suo aroma che ricorda il Limone e il Bergamotto, che la rende adatta per un uso sia in cucina sia in erboristeria.
La Melissa (Melissa officinalis) è una pianta erbacea aromatica con ciclo biologico perenne. Spesso cresce spontaneamente, specie nelle zone alpine, ma viene anche coltivata come pianta aromatica.
Le foglie sono coperte di piccole setole e crescono sul fusto in coppia e in modo perpendicolare rispetto a quelle sottostanti. Sono ovali o a forma di cuore, leggermente dentellate, di un verde intenso sulla cima della pianta e più tenue verso la base. Va in fioritura per un lungo periodo, da maggio a settembre a seconda del clima, e tutte le parti della pianta hanno un gradevole odore di limone.
Il suo nome deriva dal greco antico “méli” e significa “ape”, ovvero “produttrice di miele”: la mitologia narra la storia della ninfa Melissa incaricata di nutrire con miele il figlio di Zeus. Dalla sua radice etimologica deriva anche il termine “miele”.
COLTIVARE LA MELISSA: UNA PIANTA POCO ESIGENTE
La Melissa preferisce zone ombreggiate ma cresce bene anche al sole. Si semina in giardino o in vaso in primavera. Se acquistate delle piantine già cresciute, trapiantatele a una distanza di 30 cm una dall’altra, per lasciare lo spazio sufficiente per la crescita del piccolo cespuglio.
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Dicembre 23, 2019
Quella di coltivare i Carciofi è un’attività che possiamo affrontare in autunno e in inverno. I Carciofi sono rinomato per essere relativamente facili da coltivare e molto resistenti alle avversità climatiche. In estati molto calde e secche, questa pianta può approfittare delle sue scorte di liquidi e nutrienti per entrare in uno stato letargico e ridestarsi se irrigata abbondantemente.
Coltivare una carciofaia, cioè un orto di Carciofi, richiede però alcune attenzioni, tra cui quella di riservare parecchia superficie alle piante seminate o messe a dimora, ma la resistenza e la natura pluriennale delle piante permette di ottenere più raccolti per diversi anni senza seminare nuovamente. Anche se è consigliabile spostare la carciofaia ogni 4-5 anni, come suggerito in agricoltura biologica, in modo da prevenire possibili patologie.
COLTIVARE I CARCIOFI: ATTENZIONE AL CLIMA
Possiamo scegliere tra molte varietà, come il Carciofo romanesco detto anche Mammola che ha un ciclo vegetativo tardivo e si raccoglie da gennaio a luglio, il Carciofo violetto, il Carciofo di Sant’Erasmo o veneziano o il Carciofo di Paestum che ha il marchio Igp.
Nonostante la loro resistenza a molte circostanze avverse, una buona carciofaia può dare il suo meglio in un ambiente dal clima temperato, senza estati troppo calde né inverni troppo rigidi, con una buona esposizione al sole. Per questo motivo, la raccolta del Carciofo viene solitamente condotta nei mesi freddi al centro e al sud Italia e all’inizio della primavera nelle regioni settentrionali. Mentre nelle regioni del Mezzogiorno é possibile coltivare una carciofaia all’aperto, al centro-nord può essere necessario allestire...