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Mag 10, 2019
Coltivare l'Aglio è facile e ci sono tanti buoni motivi per farlo! Usato cotto o crudo come ingrediente nelle nostre cucine o come erba medicinale per le sue proprietà benefiche, adattabile e facile da curare, l’Aglio (Allium sativum), originario dell’Asia centrale, è diffuso ormai in tutto il mondo.
Spesso viene coltivato come erba aromatica nei nostri terrazzi, o, nel caso di alcune specie come l’Allium Ursinum (detto Aglio orsino), l’Allium Vineale o l’Allium Moly (Aglio dorato), viene aggiunto anche alle bordure di qualche giardino per la bellezza dei fiorellini bianchi che genera verso gli inizi dell’estate.
Se viene coltivato accanto ad altre piante da fiore, l’Aglio ha la proprietà di difenderle dagli attacchi degli afidi perché è repellente per questo tipo di insetti.
COLTIVARE L'AGLIO: ATTENZIONE AL CLIMA
Versatile, rustico, in Italia l’Aglio può crescere spontaneo più o meno in ogni tipo di regione. Predilige ambienti soleggiati e freschi, e la temperatura ideale per la sua crescita va dai 15°C ai 20°C.
La saggezza popolare ricorda che la parte dell’aglio che si interra è lo spicchio del bulbo, con la punta verso la superficie, in un buco profondo come minimo 5 centimetri, che va coperto, oltre che con del terriccio, con uno strato di pacciamatura di foglie secche o cortecce. Gli spicchi devono essere messi almeno a 10 cm l’uno dall’altro, per permettere alla pianta di estendersi.
Nelle regioni più miti, lo spicchio può essere interrato nel periodo autunnale, mentre nel centro-nord è meglio piantarlo all’inizio della primavera...
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Aprile 30, 2019
Coltivare Erba cipollina ha molteplici utilità: anzitutto per le sue foglie che sono una preziosa risorsa tra le piante aromatiche, ma anche per i buffi fiorellini violetti che spuntano generosi in primavera e, non ultimo per importanza, per le sue proprietà repellenti.
L’Erba cipollina, usata dai tempi più antichi come ingrediente della nostra cucina e dagli erboristi per le sue qualità curative, viene apprezzata anche per la sua facilità da coltivare e può essere approcciata anche da chi si avvicina al mondo delle piante da poco tempo.
Oltre agli aromi dei suoi steli, produce dei fiori viola semplici ma eleganti che fioriscono da fine maggio a giugno.
Può essere coltivata ovunque: sia in vaso sul terrazzo sia nelle aiuole dei nostri giardini, dove viene cresciuta in bordura, abbinata ad altre piante. Insetti come Afidi e Acari la trovano repellente e viene usata anche per difendere dai parassiti diversi tipi di piante sensibili ad essi, come molte piante da fiore.
COLTIVARE ERBA CIPOLLINA: IN VASO O IN GIARDINO
L’Erba cipollina cresce spontanea un po’ dappertutto nelle regioni del centro-nord, con climi freschi e umidi. Può adattarsi bene sia in ambienti soleggiati che in posizioni più riparate. Resiste sia al caldo dell’estate che al freddo dell’inverno. Se la coltivate in vaso potrete riparala in un posto più caldo in inverno. Se viene coltivata in giardino, un gelo troppo intenso può far appassire gli steli, ma il bulbo alla base della pianta può sopravvivere sotto terra in letargo per germogliare nuovamente in primavera.
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Aprile 19, 2019
Coltivare il Mandarino è facile, sia in vaso sia in giardino. Con le sue foglie lucide e profumate, i frutti dolci e colorati, il Mandarino (Citrus reticulata) è uno dei grandi piccoli tesori che l’Asia ci ha donato. Pur essendo, come buona parte degli Agrumi, molto diffuso nel Mediterraneo e ormai parte integrante della nostra dieta, il Mandarino in realtà si è diffuso in Europa solo dal XIX secolo, inizialmente come pianta ornamentale. Solo in un secondo momento abbiamo cominciato ad apprezzare il succo e la morbidezza dei suoi frutti.
Pur essendo l’Agrume arrivato più di recente in Occidente, il Mandarino è uno di quelli più antichi, insieme al Cedro e al Pomelo.
Il Mandarino produce dei fiori bianchi generalmente con 5 petali (dette zagare) dai primi caldi (febbraio-marzo) fino all’estate, che in seguito diventeranno frutti, chiamati esperidi. I frutti maturano sulla pianta e da verdi diventano arancioni man mano che crescono. La raccolta si effettua da settembre fino a maggio, a seconda della varietà.
COLTIVARE IL MANDARINO IN GIARDINO
Per la coltivazione in giardino è necessario un clima mite, soleggiato e poco piovoso, con temperature comprese tra i 10°C e i 30°C. È una pianta sensibile al clima e non tollera caldi e freddi intensi e teme i venti molto forti che possono danneggiare i fragili germogli. Correnti d’aria e sbalzi di temperatura possono portare alla caduta dei frutti.
Il Mandarino ha radici che si estendono in profondità nel terreno e perciò necessita di un terreno morbido e ben drenato. Non va coltivato in terreni argillosi, alcalini, calcarei o salini.
Il periodo ideale per la messa a dimora del mandarino è in primavera, quando ormai sono lontani i geli dell’inverno e le ore di sole aumentano. Un mese prima del trapianto, iniziate a preparare il terreno e la buca di impianto. Lasciate aperta la buca per un mese per permettere agli elementi naturali (sole, luce, acqua) di disinfettare il luogo in cui andranno a dimora le piante e raffinare il terreno in modo adeguato. Durante questo periodo controllate periodicamente la buca: per esempio dopo un temporale per verificare che l’acqua non ristagni e defluisca rapidamente. Sul fondo della buca possiamo aggiungere una buona riserva nutritiva con un intervento di concimazione: possiamo usare un concime organico, come per esempio uno stallatico umificato pellettato.
Il ciclo di concimazione andrà ripetuto periodicamente nel corso dell’anno, con un fertilizzante a lenta cessione o a cessione programmata.
Il Mandarino ha bisogno di innaffiature costanti in ogni periodo dell’anno, soprattutto in estate, nei mesi più secchi e meno piovosi, e sporadicamente in inverno. Al momento dell’irrigazione bisogna fare comunque attenzione a non distribuire eccessivamente acqua, per evitare ristagni che favoriscono marciumi radicali pericolosi per la pianta.
Il momento ideale per la potatura del Mandarino è la fine dell’inverno, dopo la fine dell’ultimo raccolto. È necessario un taglio vigoroso che sfoltisca le fronde della pianta per permettere a fiori e frutti di manifestarsi l’anno successivo. È bene anche rimuovere i succhioni che possono nascondersi tra i rami.
I nemici naturali del mandarino sono parecchi: funghi come il Mal Secco e la Muffa Verde che possono attaccare le radici, insetti come Mosche bianche, Ragnetti rossi e Cocciniglie che possono attaccarne le foglie. Inoltre, un’acqua troppo calcarea può provocare Clorosi, che possono essere prevenute per mezzo di un concime contenente ferro in forma chelata.
Coltivare il Mandarino in vaso
Se abitiamo nelle regioni del nord e il clima non è adatto per la coltivazione del Mandarino in giardino, possiamo farlo crescere in vaso.
Scegliamo un vaso molto ampio e profondo, nel quale disporremo sul fondo uno strato di biglie di argilla espansa per migliorare il drenaggio dell’acqua in eccesso ed evitare muffe e marciumi radicali. Possiamo quindi utilizzare un terriccio specifico per agrumi.
Posizionate il vaso in una posizione riparata dal vento ma in cui arrivi il sole per almeno 5 ore al giorno.
Poiché le sostanze nutritive del terriccio contenuto nel vaso sono destinate a esaurirsi, è importante prevedere e rispettare un ciclo di concimazione. Possiamo utilizzare dei concimi granulari a lenta cessione, che sciogliendosi lentamente assicurano alla pianta nutrimenti per 3-6 mesi (a seconda del prodotto) oppure un fertilizzante liquido specifico per agrumi, da aggiungere ogni 15 giorni nell’acqua per l’irrigazione.
Il Mandarino va rinvasato quando la pianta lo richiede, cioè quando le radici fuoriescono dai fori di drenaggio del vaso.
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Marzo 29, 2019
Eliminare la Tignola del Pomodoro (Tuta absoluta) alle prime avvisaglie è importante per evitare di perdere il raccolto.
Come suggerisce il nome, la Tignola del Pomodoro è un lepidottero che si nutre di solanacee, piante come Melanzane e Peperoni, ma i danni più gravi sono quelli che causa alle piante di Pomodoro.
ELIMINARE LA TIGNOLA DEL POMODORO: IMPARIAMO A RICONOSCERLA
Le uova della Tignola del Pomodoro sono di forma cilindrica, di colore giallo e sono molto piccole, meno della metà di 1 millimetro (0,2-,04 mm). Quando le uova si schiudono ne esce una larva che, quando sarà matura, diventerà lunga circa 8 mm. Le larve in prossimità del capo hanno una linea scura. Quando la larva diventa crisalide, assume un colore che va dal verde chiaro al marrone ed è lunga circa 4 mm. Dalla crisalide nascerà infine una farfallina, lunga circa 10 mm, con antenne filiformi, una livrea grigio argenteo e piccole macchie nere sulle ali anteriori.
Il suo ciclo di vita dura dai 20 ai 60 giorni: quando diventa farfalla volerà verso altre piante vicine per depositare le uova per una nuova generazione.
La velocità con cui le Tignole del Pomodoro riescono a svilupparsi e riprodursi può essere catastrofica. Alcune ricerche hanno registrato che un campo attaccato da questi lepidotteri può perdere fino al 70% del raccolto.
CHE DANNI PROVOCA
La Tignola del Pomodoro può attaccare in vari modi le nostre piantine e in qualsiasi stadio.
Le giovani larve appena...
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Marzo 21, 2019
Quali sono gli ortaggi da coltivare in primavera nell’orto? La primavera è la stagione del risveglio della natura: dopo le piogge e i freddi dell’inverno, le giornate cominciano ad allungarsi, a scaldarsi e sugli alberi dei nostri parchi e dei nostri giardini le gemme sui rami si schiudono nei primi fiori dell’anno, aprendo ai nostri occhi una prima ondata di colori. Per i nostri orti, la primavera è la stagione di piante dal sapore dolce e delicato.
ORTAGGI DA COLTIVARE IN PRIMAVERA: QUALI SCEGLIERE?
Da marzo è possibile seminare ortaggi come Spinaci, Bietole e raccogliere i primi Cavolfiori. Ad aprile si inizia la semina dei Cavolfiori e si cominciano a raccogliere piante squisite come Carciofi, Asparagi e Finocchi.
Spuntano le foglie larghe e croccanti di Insalate come Lattuga, Rucola e Scarola, legumi gustosi come Fave, Taccole e Fagiolini, ma anche alcune varietà di Fagioli, Ceci e Lenticchie e le prime bulbacee come Porri, Aglio e Cipolle.
A questi tesori dell’orto, a maggio si aggiungono le Fragole, spuntano i fiori gialli delle Zucchine...e
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Marzo 12, 2019
Eliminare Oidio e Ticchiolatura in modo biologico è importante quando queste malattie attaccano un orto.
Il Mal bianco o Oidio è una malattia che si manifesta con la comparsa di una patina biancastra sulle foglie, sugli steli e sui frutti. Al di sotto della muffa i tessuti della pianta si necrotizzano, portando al disseccamento della stessa. Di solito si manifesta in primavera, quando vi sono forti escursioni termiche fra le ore più calde del giorno e quelle fresche della notte. L’Oidio si propaga da pianta a pianta, trasportato dal vento, e quindi si espande molto velocemente ad altre coltura.
La Ticchiolatura è una malattia fungina abbastanza comune, diffusa soprattutto sugli alberi da frutto. La prima conseguenza negativa è che le piante colpite sviluppano una crescita rallentata e deforme dei frutti, con conseguenti danni al raccolto. L’infezione da fungo si nota principalmente sul margine superiore della foglia con macchie scure, che con l’avanzare della malattia si propagano su frutti, germogli e rami. In caso di gravi infestazioni, le foglie e i rami si seccano e cadono, portando al deperimento della pianta e a una sua morte precoce.
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Febbraio 28, 2019
Liberarsi delle lumache in modo naturale e con prodotti consentiti in agricoltura biologica è facile. Limacce, lumache e chiocciole sono gasteropodi dal corpo allungato che misurano da 1 a 15 cm di lunghezza. Non hanno nemici naturali, se non alcuni volatili, i ricci o animali da cortile, ma oggigiorno pochi allevano ancora galline e oche.
LIBERARSI DELLE LUMACHE IN MODO NATURALE: PERCHE' SONO UN PROBLEMA
Sono un problema soprattutto nell’orto perché sono molto voraci. Se sono numerose posso distruggere in poco tempo un intero raccolto. Ma anche in giardino non disdegnano Hosta, Tagete e altre belle piante ornamentali.
Grazie all’umidità ambientale e all’acqua, le lumache riescono a produrre il velo di muco che consente loro di muoversi. In assenza di acqua e umidità non possono muoversi e si rintanano nel suolo in attesa del ritorno della pioggia.
Appaiono quindi nelle stagioni umide e piovose ed escono dopo il tramonto per nutrirsi delle giovani piantine e delle parti verdi dei vegetali.
COME...
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Febbraio 19, 2019
Sono tanti i motivi per coltivare un orto in modo biologico: il desiderio di ottenere frutti e ortaggi genuini, offrire un contributo personale alla tutela dell’ambiente, creare un ambiente sicuro per i bambini e gli animali domestici, oppure adottare tecniche colturali che tutelano le forme di vita utili, come api, farfalle e uccellini.
Non bisogna essere degli esperti: si tratta di apprende metodi semplici e facili da attuare in qualsiasi giardino o terrazzo.
La coltivazione biologica è diversa dalla coltivazione naturale. La seconda non prevede alcun intervento con concimi e antiparassitari, lasciando alla natura il compito di autoregolarsi. Invece nella coltivazione biologica si utilizzano prodotti idonei per la prevenzione, la cura e il nutrimento ma soltanto di origine naturale, affiancate a buone pratiche agronomiche.
COLTIVARE UN ORTO IN MODO BIOLOGICO: SI INIZIA DALLA PREVENZIONE
Per coltivare un orto in modo biologico non dobbiamo dimenticare che questa pratica si basa sull’idea di partenza che le piante in buona salute siano meno soggette agli attacchi dei parassiti e delle malattie fungine. Si tratta quindi un approccio culturale innovativo che basa tutto sulla prevenzione. Per esempio il primo consiglio è di scegliere ortaggi adatti al clima e all’ambiente del nostro giardino o terrazzo, in modo da ottenere piante più robuste e meno soggette a stress.
Prevenire i problemi delle piante è quindi la strada migliore per difenderle senza usare prodotti chimici. Un cardine questo approccio preventivo prevede l’uso di corroboranti e potenziatori delle difese naturali delle piante. Quindi prodotti da utilizzare preventivamente e non alla comparsa degli insetti o dei funghi.
Il principale vantaggio dei preparati bio è la possibilità di usarli in qualsiasi momento dello sviluppo...
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Febbraio 12, 2019
Coltivare il Melone (Cucumis melo) nel proprio orto non richiede né grosse spese né grosse abilità: tuttavia comporta l’approccio di una pianta che necessita di cure ed esigenze particolari.
Il Melone infatti richiede un ambiente esposto direttamente alla luce del sole e ha bisogno di temperature molto alte per crescere bene: dai 24 ai 30°C. È bene lasciar crescere i primi mesi della vita delle piante in serra, per poi trapiantarle nell’orto in piena estate, nel periodo della fioritura e della fruttificazione.
COLTIVARE IL MELONE: PARTIAMO DALLA SEMINA
La semina del Melone può essere condotta a metà primavera (febbraio-aprile) in un piccolo semenzaio: quando le piantine saranno cresciute potremo metterle a dimora a giugno. Nelle regioni del sud possiamo metterle a dimora già da marzo se le temperature lo consentono, cioè se le minime sono superiori a circa 13°C.
Il terreno adatto per piantare il Melone è poco acido, umido, ricco di sostanze nutritive: si consiglia di arricchirlo in due momenti della crescita con concimi ricchi di fosforo e di potassio, che vanno aggiunti prima della semina e nel momento della crescita avanzata delle prime piantine, poco prima della fioritura.
PERCHE' E' IMPORTANTE DOSARE LE IRRIGAZIONI
Durante la loro crescita, i Meloni richiedono molta acqua per rendere i loro frutti grandi e polposi.
L’acqua va distribuita con frequenza graduale: poca nel momento della messa a dimora delle piantine, sempre di più nel corso della crescita e della fioritura, quasi quotidianamente al momento della comparsa dei frutti, un po’ di meno poco prima della raccolta, per far sì che i frutti diventino più dolci.
La pianta del Melone va potata durante la crescita dei rami...