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Mag 12, 2017
La mosca minatrice dell'insalata è un dittero originario del sud America. Solitamente attacca le piante di insalata come la Lattuga e la Rucola, ma anche piante orticole come Cetriolo, Cipolla, Pomodoro, Bietola, Spinacio, Fagioli e Sedano.
Questo parassita attacca sia colture in pieno campo, sia orti coltivati in serra. La pericolosa puntura della mosca, causa l'ingiallimento delle foglie, inoltre le larve scavano delle vere e proprie gallerie che portano alla marcescenza della pianta.
La mosca compie diverse generazioni nell’arco dell'anno ed è particolarmente pericolosa allo stadio larvale e pupale, quando causa numerose punture alle foglie per nutrirsi. In primavera si possono vedere le mosche adulte volare intorno alla pianta infestata e ben visibili sono anche le gallerie scavate dalle larve all'interno delle foglie.
MOSCA MINATRICE DELL’INSALATA: COME FARE
In caso di infestazione, si consiglia di intervenire tempestivamente alla comparsa dei primi sintomi con un insetticida in emulsione concentrata naturale, con un principio attivo estratto dai semi della pianta tropicale Azadirachta indica (detto Albero del Neem). Agisce come regolatore di crescita e svolge un'azione disappetente e repellente. Agisce per contatto diretto ed ingestione ed è dotato di azione sistemica.
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Mag 09, 2017
Diserbare le aiuole e le piante in vaso dalle infestanti non è difficile. Con l'arrivo della primavera anche le piante infestanti crescono rigogliose, creando non pochi problemi nei giardini coltivati, negli orti e sui balconi. Le malerbe non solo sono antiestetiche, ma soffocano le piante più deboli, sottraendo nutrienti e arrestandone la crescita. Le infestanti possono crescere ovunque, spesso infatti sono piante molto resistenti, capaci di spuntare anche in vasi già coltivati o in terreni aridi e rocciosi.
DISERBARE LE AIUOLE: L’AZIONE PREVENTIVA
Per evitare questo fastidioso problema, possiamo distribuire dei diserbanti antigerminello ad azione preventiva, sui terreni ancora incolti. Questi prodotti evitano la nascita di una vasta gamma di infestanti sia a foglia larga che stretta per circa 3-4 mesi dalla prima applicazione, senza alcun pericolo per le piante coltivate. Basta distribuire il diserbante omogeneamente sul terreno, anche in prossimità di alberi e arbusti, irrigando nel caso di assenza di pioggia per incorporarlo meglio. Si può ottenere un risultato ottimale e duraturo intervenendo due volte l’anno, una a inizio primavera e una in autunno. Questi diserbanti sono selettivi, cioè agiscono solo su alcune specie di piante infestanti come l'Acetosella, l'Amaranto, il Giunco fiorito, il Papavero, la Camomilla e la Veronica, oltre che molte graminacee. Si possono usare in piena terra, su corsie e camminamenti all'aperto, oppure nel trattamento di ampi vasi sul terrazzo.
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Mag 05, 2017
La mosca bianca è un temibile parassita che può colpire sia le piante da orto sia quelle ornamentali. La mosca è grande pochi millimetri, di colore giallo, con ali coperte da una patina biancastra. Allo stadio larvale è invece trasparente, molto piccola e difficile da individuare.
Le larve e le mosche adulte succhiano voracemente la linfa dalla pagina inferiore della foglia al fine di nutrirsi, causando macchioline simili a bruciature e una sostanziale defogliazione della pianta. Altri sintomi di un'infestazione da mosca bianca sono l'abbondante produzione di melata e la conseguente fumaggine e, in alcune piante, delle secrezioni bianche simile a lanuggine.
Oltre agli evidenti danni estetici, la mosca bianca può causare la morte della pianta per deperimento. Inoltre, le ferite inferte alle foglie, sono veicolo di altre malattie ugualmente pericolose, come virus o infezioni batteriche. Un'infestazione di mosca bianca, è quindi in grado di mettere fine a intere colture e causare ingenti danni nei raccolti e nelle coltivazioni in serra.
Le piante soggette a questo parassita sono molte; Azalee, Dalie, Crisantemi, Primule, ma anche molte piante da orto. La pericolosità della mosca bianca, dipende anche dalla straordinaria resistenza sviluppata dalle larve ai comuni fitofarmaci.
MOSCA BIANCA: COME RISOLVERE IL PROBLEMA
Il modo più efficace di intervenire è cercare di eliminare gli esemplari adulti, in modo da non permettergli di deporre altre uova sulla pianta.
Se l'infestazione è massiccia, si consiglia di ricorrere all'uso di un insetticida sistemico adatto per le piante ornamentali (i cosiddetti PPO, Prodotti per Piante Ornamentali) da irrorare sulla chioma degli esemplari colpiti. L’insetticida sistemico, una volta distribuito, viene assorbito e distribuito su tutto l’apparato vegetale della pianta, garantendo una protezione per lungo tempo. Ripetere se necessario il trattamento...
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Mag 02, 2017
Concimare il prato è un intervento di manutenzione molto importante perché l’erba esige nutrimento costante per rimanere densa e verde. I fertilizzanti apportati durante la preparazione del letto di semina, infatti, nutrono l’erba solo nella prima fase di sviluppo. Successivamente è necessario iniziare un programma annuale di manutenzione, che preveda prodotti a lenta cessione da somministrare nei mesi di marzo, giugno e settembre.
CONCIMARE IL PRATO: QUALI FERTILIZZANTI?
Il concime a lenta cessione viene rilasciato gradualmente alimentando le radici con continuità per circa 3-4 mesi. Nei prati all’inglese, che sono più esigenti, possiamo utilizzare un concime per prati a pronto effetto da aprile a luglio.
L’Azoto è l’elemento nutritivo principale: serve per l’accrescimento della pianta, l’allungamento del ciclo vitale e dona il colore verde intenso. In genere si utilizza l’Azoto nei concimi ternari completi, associato a Fosforo e Potassio: tali concimi riportano sulla confezione la sigla di questi tre elementi chimici, cioè NPK. Spesso questi concimi sono integrati con microelementi utili, come il Ferro, il Magnesio, lo Zinco e il Rame.
I concimi organici, cioè naturali e non di natura chimica, adatti al prato sono il letame, l’humus di lombrico, la cornunghia e il guano. Servono a integrare l’azione dei concimi chimici o li sostituiscono su un prato sano e un terreno già molto fertile. Il letame si può utilizzare sotto forma di stallatico secco, commercializzato in polvere o pellet. L’humus di lombrico, la cornunghia e il guano sono molto ricchi di azoto ma più costosi rispetto agli altri fertilizzanti.
LA DISTRIBUZIONE DEVE ESSERE OMOGENEA
Su prati medio-piccoli, si può concimare manualmente, camminando con passo continuo e costante per garantire uniformità, oppure possiamo utilizzare un carrello...
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Aprile 28, 2017
Malattie e parassiti possono colpire anche le piante grasse, che non richiedono molte cure di coltivazione ma devono essere regolarmente controllate per evitare che si ammalino e deperiscano in breve tempo. Osservate spesso i vostri cactus, meglio se con una lente d’ingrandimento, per riconoscere subito i segni di eventuali malattie e parassiti.
MALATTIE E PARASSITI DELLE PIANTE GRASSE: PARASSITA, FUNGO O FISIOPATIA?
Prima di agire occorre capire quale tipo di problema bisogna combattere: parassita, malattia fungina oppure fisiopatia, cioè il disagio derivante da una condizione ambientale non adatta.
La rapida sfioritura e la caduta dei boccioli, l’afflosciamento, il seccume sulle foglie e il fusto, sono tutte fisiopatie frequenti nei cactus. La colpa va ricercata nella posizione errata, nel clima inadatto o negli errori di manutenzione: troppa o poca acqua, temperatura non idonea, correnti d’aria, poca luce, troppo concime o carenza nutritiva. Informatevi sulle esigenze del vostro cactus e cercate quindi di rimediare alle condizioni inadatte.
I marciumi radicali e del colletto sono invece provocati da microscopici funghi parassiti, che si presentano in conseguenza a un eccesso di umidità e acqua stagnante nel sottovaso. Si può trattare con un anticrittogamico, utile anche per combattere septoriosi e antracnosi e altre malattie fungine che si presentano talvolta su alcuni tipi di succulente.
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Aprile 25, 2017
Creare nuove piante con le talee è facile ed è un buon metodo per ottenere tante piante senza spendere quasi nulla. Molti arbusti infatti si possono moltiplicare attraverso porzioni di ramo prelevate a fine primavera o fine estate, da innestare poi nel terreno. Tali porzioni, che daranno vita a esemplari identici alla pianta madre, si chiamano talee.
CREARE NUOVE PIANTE CON LE TALEE: SCEGLIAMO LE PIANTE GIUSTE
La prima cosa da fare per crescere una pianta da una talea è scegliete getti giovani con il fusto robusto, ma non del tutto lignificato. Liberate poi la base lasciando solo alcune foglie apicali e recidetele a metà per limitarne la perdita idrica a seguito della traspirazione. Questa pratica è consigliata per tutti i tipi di talea di piante a foglia larga, come Eleagno, Evonimo, Alloro e Lauroceraso.
La parte basale va recisa con cesoie disinfettate e si può inserire in una polvere radicante per facilitare l’attecchimento. Riempite poi i vasetti di terriccio misto a sabbia e, aiutandovi con una matita, praticate un foro nel substrato per inserire la talea.
La radicazione avviene gradualmente e passato qualche mese si potrà rinvasare o trasferire la talea in piena terra.
Tra gli arbusti facilmente moltiplicabili per talea ricordiamo la Piracanta (Pyracantha), la Salvia, il Rosmarino, la Lavanda, la Rosa, il Pittosforo, il Rododendro, l’Azalea, il Viburno, il Bosso, il Sambuco e la Magnolia.
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Aprile 21, 2017
Scegliere la siepe giusta è importante, sia in funzione del clima sia del suo utilizzo, perchè può fungere da schermo protettivo, delimitare un territorio o più semplicemente decorare una parte del giardino. Possiamo scegliere diversi tipi di piante per formare una siepe, a seconda dell'utilizzo e del risultato finale che vogliamo ottenere.
In generale, una siepe può essere formale, ossia geometrica e regolare, o informale, caratterizzata da un aspetto libero e spontaneo. Se si vuole ottenere una siepe del primo tipo, consigliabile in piccoli giardini, è importante scegliere piante sempreverdi, da mantenere in ordine e compatte con costanti potature. Tra le varietà adatte per creare siepi formali ricordiamo il Bosso, il Ligustro e la Piracanta (Pyracantha).
La siepe spontanea può essere invece composta da sempreverdi e specie spoglianti, giocando sull'accostamento di foglie, bacche e fioriture, ed è più adatta in spazi grandi, dove le piante possono crescere secondo la loro forma naturale.
SCEGLIERE LA SIEPE: SMOG, RUMORI, DIFENSIVE, IN OMBRA, COLORATE...
Per siepi che schermino da rumori e smog ci si può orientare su specie dal fogliame denso come il Ligustro (Ligustrum ovalifolium) e grande come il Lauroceraso (Prunus laurocerasus); mentre per siepi difensive si rivelano ottimi l’Agrifoglio (Ilex aquifolium), la Piracanta...
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Aprile 18, 2017
La Cimice dell'Olmo (o meglio Arocatus melanocephalus) è un insetto molto diffuso, spesso presente sulle piante di Olmo e negli ambienti circostanti. Questi parassiti, sono soliti nascondersi in inverno sotto la corteccia delle piante, per poi tornare a infestare gli Olmi durante la primavera e l'estate, accoppiandosi e deponendo le uova.
In primavera infatti gli insetti ormai adulti si disperdono nell’ambiente e spesso scelgono gli Olmi come fonte di nutrizione e per deporre le uova. In questa fase è molto frequente che le Cimici dell’Olmo cerchino riparo anche nelle nostre abitazioni.
CIMICE DELL’OLMO: MAGGIO E GIUGNO SONO I MESI IDEALI
Questi insetti, innocui per l'uomo, sono invece molto fastidiosi per gli Olmi e causano diversi danni estetici, compromettendo la salute della pianta.
Il modo migliore per arginare le infestazioni è quello di controllare costantemente le piante di Olmo, con l’obiettivo di individuare foglie bucherellate e la presenza degli esemplari adulti.
Se la colonia di Cimici aumenta e tende a propagarsi su altre piante, possiamo eliminare gli insetti tramite irrorazioni sulla chioma degli Olmi, con prodotti fitosanitari a bassa tossicità, tra maggio e giugno.
È importante però capire di quale Cimice stiamo parlando; la Cimice dell'Olmo infatti, può facilmente essere confusa con altri tipi di Cimici innocue. La Cimice dell'Olmo non è la tradizionale Cimice verde delle piante e ne differisce nell'aspetto grazie a delle striature rossastre sul corpo nero, lungo pochi centimetri.
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Aprile 14, 2017
La Tortrice verde è un lepidottero molto diffuso in Italia, che infesta gli esemplari di Quercia in particolare la Roverella.
Questi piccoli insetti alati, sono di colore verde chiaro e depongono le uova verso maggio sui rami nelle parti alte della chioma. Le larve, di colore verde scuro, si schiudono ad aprile e si nutrono delle gemme, creando un bozzo all’interno della foglia, che gli serve come rifugio durante la trasformazione.
Gli attacchi precoci di aprili sono i più dannosi per l'albero, poiché se ripetuti nel tempo portano a gravissimi deperimenti del medesimo.
TORTRICE VERDE: COME INTERVENIRE
Le infestazioni sono facilmente riconoscibili a causa delle foglie della Quercia arrotolate in senso longitudinale, che diventano così alimento e rifugio delle larve. Le infestazioni sono dannose per la pianta perché causano la defogliazione e la distruzione dei germogli, impedendo alla pianta di svilupparsi. Attacchi frequenti si possono riscontrare nei boschi di Querce, dove la Tortrice causa infestazioni che si ripetono negli anni.
In caso di presenza massiccia di questi parassiti, nel periodo che va da aprile fino a giungo, è necessario intervenire tempestivamente con prodotti biologici a base di Bacillus thuringien, efficace in particolare contro le giovani larve.
Importante è intervenire in maniera tempestiva, perché larve e uova sono più facili da debellare degli esemplari adulti.