Posare un prato in rotolo è il modo più rapido per avere un prato! Non a caso il prato in rotoli si chiama anche “prato pronto effetto” proprio perché comprandolo non occorre aspettare che l’erba cresca. Il manto erboso è già adulto e si può inserire in giardino immediatamente, in qualunque periodo dell’anno fatta eccezione per il pieno inverno. Il prato in zolle si presenta uniforme e denso, senza infestanti.
POSARE UN PRATO IN ROTOLO: 2 CONSIDERAZIONI PRELIMINARI
Quando si sceglie un prato in zolle vanno considerati il clima del luogo di posa e l’uso che si vuole fare del prato, così da trovare il manto erboso ideale per ogni esigenza.
Prima di posarlo, occorre eliminare accuratamente le malerbe: successivamente si potrà distribuire concime e/o ammendante, per poi procedere alla fresatura, che raggiunga 10-15 cm di profondità. Non devono esserci pietre o sassi sul terreno di posa, quindi una rastrellatura è d’obbligo. Infine il terreno andrà livellato, spargendo in superficie un mix di sabbia e torba: passare il rullo per ottenere un risultato del tutto uniforme.
Le zolle arrotolate non durano più di 24-48 ore, quindi il tempo tra acquisto e posa deve essere ben calcolato. Per ottenere un prato a effetto immediato, basta srotolare la zolla nell’area corrispondente, eliminando le sacche d’aria facendo pressione sul terreno. La posa della seconda va fatta a fianco della prima, lasciando un leggero sfalsamento, così che alla fine non si vedano i “blocchi” di prato.
Una volta asciutto il terreno si ritira un po’, quindi posare le zolle il più vicino possibile garantisce un risultato migliore. Rullare e annaffiare abbondantemente nel primo periodo e dopo i primi mesi mantenere un prato perfetto.
Eliminare le Mosche in modo ecologico è possibile, grazie alle esche. La Mosca domestica è la più diffusa in Europa e in Italia, ma non è la sola: ci sono più di 4.000 specie diverse di Mosche che volano per tutto il globo. Possono essere grandi qualche millimetro o più di un centimetro, ma in comune hanno il ronzare fastidioso e la temerarietà: infatti sono insetti che da millenni vivono a stretto contatto con gli esseri umani.
Durante i mesi caldi, mangiare all’aperto o persino in casa può trasformarsi in una vera e propria battaglia, perché le mosche sono legate agli uomini da commensalismo: mangiano le nostre stesse cose e persino i nostri scarti. Insomma, c’è poco da sperare: una volta arrivate a casa nostra, non si allontaneranno da sole.
ELIMINARE LE MOSCHE: COME FUNZIONANO LE TRAPPOLE
Per risolvere il problema delle Mosche, il rimedio più biologico è senz’altro quello di usare delle esche. Si tratta di trappole che attirano le mosche all’interno, grazie all’odore di sostanze alimentari per loro irresistibili. Le esche non contengono sostanze tossiche, né disinfestanti o pesticidi, rispettando perciò il naturale equilibrio del giardino.
Solitamente, all’interno troviamo lieviti fermentati e bicarbonato, di cui questi insetti sono ghiotti: le Mosche sono attratte dall’esca ed entrano nella trappola attraverso delle speciali fessure “one way” (senso unico) che ne impediscono la fuoriuscita.
Le trappole riducono la popolazione di Mosche fino al 90% nel raggio di 30 mq. Per ampliare l’area di protezione, possiamo collocarle lungo il perimetro dell’area che desideriamo proteggere. Vanno appese a un’altezza di circa 1,5 metri da terra e l’esca rimane attiva per oltre un mese.
Eliminare la Minatrice serpentina in modo tempestivo dalle piante da frutto è importante perchè può pregiudicare il raccolto. La Minatrice serpentina (Phyllocnistis Citrella) è un microlepidottero, lungo pochi millimetri e dotato di ali argentate. Colpisce prevalentemente piante da frutto, ma anche Rose, Lauroceraso, Piracantha (Pyracantha) e Betulle, manifestandosi intorno a metà giugno.
Le farfalle in primavera depongono le uova sulla pianta ospite, pronte a schiudersi in estate e le larve si nutrono delle foglie, all’interno delle quali scavano sottili gallerie lunghe fino a 10 cm.
I danni causati dalle larve si manifestano con l’arrotolamento e il disseccamento fogliare, a conseguenza delle necrosi causate ai tessuti. Nel caso di piante da frutto, lo sviluppo si arresta causando raccolti scarsi e ingenti danni estetici.
La preparazione del terreno per il prato è molto importante per ottenere un tappeto erboso bello e sano: dovrà essere soffice, permeabile e fertile. Una buon “base” è infatti essenziale per sostenere l’espansione radicale dell’erba e un adeguato circolo di aria e acqua.
Il suolo, inoltre, deve essere sufficientemente fertile: per questo è consigliabile cominciare a preparare il terreno in agosto o febbraio, lasciandolo esposto una quindicina di giorni al sole estivo o al freddo. L’ideale è incorporare una sostanza organica che aumenti la resa del suolo e ne migliori la struttura. Un manto erboso sano e folto richiede molto concime, sia organico sia ternario NPK a lenta cessione. Possiamo anche utilizzare, se necessario, dei correttivi del pH: calce agricola se il terreno è acido, gesso agrario se è troppo alcalino.
Eliminare la Gommosi o marciume del colletto in modo tempestivo è importante per evitare danni ulteriori. Si tratta di una malattia fungina che si sviluppa facilmente a seguito di innesti eseguiti male o ristagni idrici nel terreno. La malattia si manifesta nella zona del colletto, con l’emissione di una gomma dalla corteccia.
Lo zona sopra il terreno appare imbrunita e fessurata, quella sottostante invece è marcescente. Le foglie ingialliscono e appassiscono e i rami si seccano, fino alla morte della pianta.
ELIMINARE LA GOMMOSI: ATTENZIONE AI CONTAGI
Se non trattata tempestivamente, la Gommosi può portare alla morte della pianta, attaccando tutto il tronco. Piccole ferite sulla corteccia o ristagni idrici che durano giorni sono le condizioni ideali attraverso cui gli agenti patogeni attaccano la pianta.
Le spore dei funghi vivono nel terreno e sugli attrezzi da lavoro e nuotano attraverso l’acqua di irrigazione: per questo motivo se una pianta è attaccata, facilmente la malattia si propagherà anche alle altre con cui confina.
Per prevenire i contagi, è necessario tenere le piante distanti l’una dall’altra, irrigando in modo corretto senza bagnare il colletto.
In caso di una malattia in corso, si può intervenire con un trattamento con un fungicida sistemico, irrorando abbondantemente le parti colpite del colletto e il terreno circostante la pianta.
La Cocciniglia delle Ortensie (Pulvinaria) è un parassita di queste piante molto comune e facilmente riconoscibile. Le femmine sono marroni e bianche, di forma ovale e rimangono immobili sulla pianta, attaccate ai rami e alla pagina inferiore delle foglie tramite una secrezione cerosa.
All’apparenza innocue, sono molto pericolose perché succhiano la linfa fino a seccare i rami e le foglie, arrestando lo sviluppo della pianta ospite. La pianta attaccata si ricopre di melata e fumaggine scura, deperendo fino alla morte.
Non attacca soltanto le Ortensie, ma anche la Deutzia, il Biancospino, l’Acero e il Tiglio.
ELIMINARE LA COCCINIGLIA DELLE ORTENSIE: MEGLIO LA PREVENZIONE
La Coccinigliadelle Ortensie compare sulla pianta verso maggio per deporre le uova, pronte a schiudersi a giugno e a propagare l’infestazione fino a settembre.
Per arginare l’attacco, la prima cosa da fare è rimuovere i parassiti con un batuffolo di cotone imbevuto d’alcool. Questa operazione è utile...
Aleurocanthus spiniferus è il nome di un insetto tropicale di nuova introduzione in Italia, che attacca gli Agrumi, la Vite, il Melo, il Pero e numerose piante ornamentali come la Piracanta (Pyracantha), l’Edera e la Rosa.
A prima vista sembra una Cocciniglia ma è un Aleurodide polifago: attacca di preferenza le piante più rigogliose, i polloni e gli apici vegetativi, imbrattando le foglie e i frutti con una sostanza zuccherina e appiccicosa, detta melata. Oltre al danno causato degli insetti, anche la melata rappresenta un problema, perché stimola lo sviluppo di funghi della fumaggine.
Succhiando la linfa, l'Aleurocanthus spiniferus causa la caduta anticipata delle foglie, il disseccamento delle parti infestate e, nei casi più gravi, la morte della pianta colpita.
ALEUROCANTHUS SPINIFERUS: COME PREVENIRE E RISOLVERE IL PROBLEMA
Anzitutto impariamo a riconoscere questo nuvo insetto. Le neanidi o forme giovanili dell’insetto infestano essenzialmente la pagina inferiore delle foglie. Si nutrono per tutto il ciclo vitale a spese della pianta sottraendo la linfa dai tessuti vegetali.
Il numero delle generazioni annuali è variabile in funzione dell’andamento climatico e in genere si hanno da 3 a 5 generazioni in un anno.
In inverno rimane allo stadio di neanide: un corpuscolo nero di forma ellittica (max 1,2 x 0,75 mm) circondato da un anello di cera bianca.
Il momento di maggiore vulnerabilità della Aleurocanthus spiniferus è quello di Neiade mobile e possiamo intervenire con un insetticida specifico.
Per prevenire il problema e in presenza di piante già colpite...
Eliminare le Vespe è necessario se hanno creato un nido a casa nostra: in generale le Vespe sono insetti utili per l’impollinazione e non devono essere uccise, poiché sono praticamente innocue per l’uomo.
Pur essendo insetti utili, diventano pericolosi se nidificano in luoghi frequentati dall’uomo: il nido tenderà a diventare sempre più grande e un concentrato numero di Vespe genera problemi seri di coabitazione.
ELIMINARE LE VESPE: ATTENZIONE AI NIDI
Non è raro trovare un nido di Vespe in terrazzo, sul tetto o in un’intercapedine del muro, luoghi in cui gli occhi si posano meno frequentemente.
La prevenzione è molto importante: per impedire alle Vespe di nidificare, chiudete questi buchi e cercate di monitorare periodicamente gli spazi all’aperto, soprattutto in primavera. I nidi appena realizzati sono più facili da eliminare.
Se ci accorgiamo del nido troppo tardi, dobbiamo valutarne la grandezza: in caso di nidi di grandi dimensioni, si consiglia di chiamare imprese di disinfestazione, che dispongono di mezzi adatti per affrontare queste emergenze. Lo stesso consiglio vale per nidi posizionati in luoghi non facilmente raggiungibili: è vivamente sconsigliato avventurarsi su scale o su strutture instabili per affrontare un nido di Vespe, senza le protezioni e l’esperienza necessarie.
Se il nido è a portata di mano ed è di piccole dimensioni, possiamo provare a rimuoverlo da soli, prestando attenzione ad alcune precauzioni.
Anzitutto proteggete viso e mani, in modo che le Vespe non vi pungano, con guanti e mascherine. Inoltre è consigliabile agire nelle ore notturne, quando le Vespe sono meno attive.
Per rendere inoffensive le Vespe, possiamo utilizzare un insetticida specifico, caratterizzato...
Utilizzare gli ammendanti è utile per migliorare le caratteristiche del terreno. Con il termine ammendanti si intendono quelle sostanze naturali che, miscelate nelle terreno di aiuole e giardini, ne migliorano le caratteristiche fisico chimiche. In particolare stimolano l’attività batterica, aumentano la fertilità e anche la quantità di acqua trattenuta dal suolo è maggiore. Se integrati in terreni esausti o troppo sfruttati, ne rigenerano la dotazione apportando elementi minerali e ottima materia organica.
COME UTILIZZARE GLI AMMENDANTI: IMPARIAMO A CONOSCERLI
Per rinforzare le Rose è utile la leonardite, un humus fossile che si ricava da giacimenti naturali, utilizzata anche per rendere più soffici e fertili i terreni argillosi.
Per gli arbusti è utilissima la cornunghia, naturalmente ricca di azoto, da mischiare al terriccio, alla fine dei mesi freddi, in modo che le radici la assorbano...