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Luglio 14, 2017
Eliminare le Vespe è necessario se hanno creato un nido a casa nostra: in generale le Vespe sono insetti utili per l’impollinazione e non devono essere uccise, poiché sono praticamente innocue per l’uomo.
Pur essendo insetti utili, diventano pericolosi se nidificano in luoghi frequentati dall’uomo: il nido tenderà a diventare sempre più grande e un concentrato numero di Vespe genera problemi seri di coabitazione.
ELIMINARE LE VESPE: ATTENZIONE AI NIDI
Non è raro trovare un nido di Vespe in terrazzo, sul tetto o in un’intercapedine del muro, luoghi in cui gli occhi si posano meno frequentemente.
La prevenzione è molto importante: per impedire alle Vespe di nidificare, chiudete questi buchi e cercate di monitorare periodicamente gli spazi all’aperto, soprattutto in primavera. I nidi appena realizzati sono più facili da eliminare.
Se ci accorgiamo del nido troppo tardi, dobbiamo valutarne la grandezza: in caso di nidi di grandi dimensioni, si consiglia di chiamare imprese di disinfestazione, che dispongono di mezzi adatti per affrontare queste emergenze. Lo stesso consiglio vale per nidi posizionati in luoghi non facilmente raggiungibili: è vivamente sconsigliato avventurarsi su scale o su strutture instabili per affrontare un nido di Vespe, senza le protezioni e l’esperienza necessarie.
Se il nido è a portata di mano ed è di piccole dimensioni, possiamo provare a rimuoverlo da soli, prestando attenzione ad alcune precauzioni.
Anzitutto proteggete viso e mani, in modo che le Vespe non vi pungano, con guanti e mascherine. Inoltre è consigliabile agire nelle ore notturne, quando le Vespe sono meno attive.
Per rendere inoffensive le Vespe, possiamo utilizzare un insetticida specifico, caratterizzato...
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Luglio 11, 2017
Utilizzare gli ammendanti è utile per migliorare le caratteristiche del terreno. Con il termine ammendanti si intendono quelle sostanze naturali che, miscelate nelle terreno di aiuole e giardini, ne migliorano le caratteristiche fisico chimiche. In particolare stimolano l’attività batterica, aumentano la fertilità e anche la quantità di acqua trattenuta dal suolo è maggiore. Se integrati in terreni esausti o troppo sfruttati, ne rigenerano la dotazione apportando elementi minerali e ottima materia organica.
COME UTILIZZARE GLI AMMENDANTI: IMPARIAMO A CONOSCERLI
Per rinforzare le Rose è utile la leonardite, un humus fossile che si ricava da giacimenti naturali, utilizzata anche per rendere più soffici e fertili i terreni argillosi.
Per gli arbusti è utilissima la cornunghia, naturalmente ricca di azoto, da mischiare al terriccio, alla fine dei mesi freddi, in modo che le radici la assorbano...
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Luglio 07, 2017
Curare la Monilia è importante poiché si tratta di un fungo che colpisce alcune piante da frutto come il Pesco, il Ciliegio, il Pero, il Melo e il Nespolo. Durante il periodo primaverile e estivo, attacca principalmente i frutti che marciscono precocemente: si ricoprono di muffa di colore grigio o nocciola e in seguito cadono dai rami. Anche i fiori e le foglie si seccano, invece i rami si fessurano lasciando colare emissioni gommose e la parte apicale si necrotizza.
Spesso questo fungo è già presente sulla pianta in inverno, soprattutto se è già stata malata. Alla comparsa delle prime piogge, favorita dall’elevata umidità, la Monilia tende a ripresentarsi in primavera e in autunno.
CURARE LA MONILIA: ATTENZIONE ALLA PREVENZIONE
Per prevenire questa fastidiosa malattia, si devono eliminare subito i rami che presentano cancri, e in generale effettuare periodiche potature al fine di alleggerire la chioma e areare la pianta. Molto importante è anche garantire un buon drenaggio, in modo da non creare ristagni d’acqua e non aumentare pericolosamente l’umidità del terreno.
A scopo preventivo, è bene effettuare dei controlli all’interno dei frutteti a primavera e prima della fioritura, in modo cogliere i primissimi segnali della malattia e intervenire tempestivamente.
In presenza della malattia, possiamo intervenire con un fungicida endoterapico translaminare e di contatto, ripetendo il trattamento finché la malattia non sarà debellata. È molto importante rispettare le indicazioni d’uso indicate nella confezione e rispettare i tempi di carenza prima di consumare i frutti.
Se la pianta è già stata colpita dalla Monilia è consigliabile un trattamento preventivo in primavera, prima e dopo la fioritura, per proteggere le infiorescenze prima della comparsa del fungo...
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Luglio 04, 2017
La Ticchiolatura della Rosa è una malattia fungina che colpisce molto frequentemente queste splendide piante. Si riconosce per le tipiche macchie scure nerastre rotondeggianti sulle foglie, che tendono ad allargarsi con il procedere dell’infezione, fino a sovrapporsi. Ai bordi delle macchie, le foglie iniziano a decolorarsi fino a tendere al giallo. Se non curata, la malattia porta alla completa defoliazione e disseccamento della pianta.
Il fungo può colpire anche altre parti della pianta, come i giovani fusti.
La Ticchiolatura colpisce anche altre piante, in particolare quelle da frutto, come il Melo e il Pero.
TICCHIOLATURA DELLA ROSA: COME PREVENIRE…
La Ticchiolatura della Rosa è provocata dal fungo Diplocarpon rosae che si sviluppa in presenza di molta umidità e temperature elevate, oltre i 25°C. Per esempio in estate e in presenza di giornate molto piovose. In inverno il fungo sverna sulle foglie cadute al suolo o sui rami infetti, pronto a tornare in azione appena le condizioni di umidità e temperatura torneranno favorevoli.
Per prevenire il problema, dobbiamo quindi togliere tutto il materiale infetto e bruciarlo. Inoltre è bene prediligere zone ventilate per la coltivazione delle Rose e diradare la densità di piantagione per evitare un’eccessiva umidità sulle foglie. In caso di alta densità, anche una potatura di diradamento aiuta una migliore circolazione dell’aria.
…E COME CURARE
In caso di infestazione dobbiamo anzitutto togliere tutte le parti danneggiate, sia sulla pianta sia le foglie cadute, ed eliminarle. Quindi possiamo utilizzare un fungicida sistemico per piante ornamentali, ripetendo se necessario il trattamento ogni 15 giorni.
Il fungicida sistemico...
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Giugno 30, 2017
La Didymascella è un fungo che colpisce le conifere, in particolare Tuja, Chamaecyparis, Cipressi e Cedri. Questa malattia fungina attacca nei primi anni gli impianti e si manifesta in primavera e in estate, disseccando in modo parziale o totale porzioni di ramo.
Il disseccamento parte in genere dai rami più bassi e da un lato solo della chioma, fino a colpire tutta la pianta.
DIDYMASCELLA: COME RISOLVERE IL PROBLEMA
Le condizioni ambientali favorevoli allo sviluppo del fungo sono l'umidità atmosferica elevata, le alte temperature, la scarsa illuminazione fogliare e l'inquinamento atmosferico. Le piante colpite da questo fungono tendono a peggiorare e ammalarsi di nuovo gli anni seguenti, se non opportunamente trattate. Inoltre le infezioni da funghi, si propagano velocemente e facilmente a causa delle spore, trasportate dal vento e nel terreno.
In caso di disseccamento dei rami delle conifere, accertato che si tratta di un'infezione fungina, è bene intervenire subito con un fungicida specifico, con trattamenti a intervalli di 15 giorni partendo da giugno/luglio fino a tutto ottobre.
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Giugno 27, 2017
Usare gli agrofarmaci in sicurezza è molto importante poiché si tratta di prodotti di sintesi che devono essere utilizzati in modo consapevole. Sono fidati amici per difendere le nostre piante da parassiti e malattie, ma devono essere utilizzati rispettando le indicazioni precisate sulle confezioni e seguendo poche regole di buon senso.
Ecco 5 regole che vi consigliamo di leggere e seguire!
1. USARE GLI AGROFARMACI: COSA FARE DOPO L’ACQUISTO?
- Non mettere gli agrofarmaci nello stesso sacchetto contenente alimenti o mangimi per animali
- I prodotti vanno posizionati nel giusto verso, assicurandosi di non capovolgere le confezioni
- Evitare di sovrapporre oggetti pesanti alle confezioni di agrofarmaci
2. COME SI CONSERVANO?
- Vanno tenuti nei contenitori originali correttamente chiusi per evitare ogni fuoriuscita, conservare l’etichetta e l’eventuale foglietto illustrativo
- Conservare in luoghi non accessibili ai bambini e agli animali, preferibilmente in armadietti chiusi a chiave
- Tenere lontano da fonti di calore, preferibilmente in luoghi areati e a temperatura ambiente
3. COME SI USANO?
- Leggere attentamente l’etichetta stampata sulla confezione del prodotto o l’eventuale foglietto illustrativo dove sono riportate composizione, consigli di prudenza e modalità di impiego
- Utilizzare un abbigliamento idoneo ad evitare il contatto del prodotto con la pelle
- Non mangiare, né bere, né fumare durante l’utilizzo
- Per dosare e applicare gli agrofarmaci, non utilizzare mai misurini, contenitori o cucchiai che usate anche in cucina
- Eventuali diluizioni vanno fatte direttamente nel contenitore di applicazione
- Per l’applicazione degli agrofarmaci utilizzare solo contenitori idonei da non riutilizzare per altri impieghi
- Non...
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Giugno 23, 2017
L'Antracnosi delle Latifoglie è una malattia delle piante causata da un fungo chiamato Collicotrico. Colpisce principalmente le Latifoglie come Ippocastani, Platani e Querce, e si insinua nella pianta attraverso le piccole ferite causate dagli agenti atmosferici o da altri parassiti.
Le spore dei funghi possono sopravvivere a lungo nel terreno, anche d'inverno, per poi attaccare le foglie in primavera, quando il clima si fa umido e favorevole allo sviluppo della malattia fungina.
Si può riconoscere l'Antracnosi dalle macchie tonde color ruggine che compaiono sulle foglie, fino a necrotizzare tutto il tessuto. Anche i rami possono necrotizzarsi e presentare dei cancri. Infezioni precosi possono compromettere i germogli, che avvizziscono ancor prima di svilupparsi.
ANTRACNOSI DELLE LATIFOGLIE: COME FARE
Questa malattia, difficile da debellare ed estremamente contagiosa, se non curata tempestivamente può portare alla defogliazione della pianta e in alcuni casi anche alla morte.
Per prevenire l'ammalarsi della pianta, in caso di precedenti attacchi da parte di questo fungo, è bene durante la primavera intervenire con 2-3 trattamenti con un fungicida sistemico indicato per piante ornamentali, da intervallare 15 giorni l'uno dall'altro. Il prodotto, diluito in acqua, dev'essere irrorato sulla chioma della pianta e sulla corteccia, dove le spore si possono facilmente infiltrare.
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Giugno 20, 2017
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Eliminare la Peronospora è importante poiché si tratta di una malattia fogliare abbastanza comune nelle piante orticole, capace di creare ingenti danni al raccolto e di comprometterne la salute. Questo fungo colpisce prevalentemente l'apparato fogliare, con macchie simili a bruciature di colore brunastro, mentre sulla pagina inferiore si presenta una muffa grigia. La pianta si secca in breve tempo, smette di fiorire e in alcuni casi muore. Anche il raccolto ne risente, poiché a causa della malattia diviene scarso e di piccola taglia. Nelle insalate colpisce prevalentemente le foglie esterne del cespo, ma può estendersi anche a quelle interne. Nelle cucurbitacee arriva a distruggere completamente la pianta.
Inoltre si propaga facilmente e velocemente, tramite il vento e in presenza di ambienti molto umidi e piovosi.
ELIMINARE LA PERONOSPORA: L’IMPORTANZA DELLA PREVENZIONE
La prevenzione è molto importante nella lotta alla Peronospora, per questo motivo è bene: cercare di coltivare in zone soleggiate, evitare l'irrigazione a pioggia sulle foglie, evitare coltivazioni troppo fitte, garantire un ottimo drenaggio del terreno e distruggere subito tutti i residui di colture infette.
La temperatura ideale per questo fungo è tra i 15° e i 25° C, quindi le stagioni più pericolose sono la primavera e l'inverno. La lotta alla Peronospora si attua con fungicidi sistemici. La frequenza e la quantità di prodotto da irrorare sulla coltivazione dipende dalla gravità della malattia, ma vanno comunque rispettate le indicazioni riportate sull’etichetta e gli intervalli di sicurezza, per garantire un raccolto privo di contaminazioni.
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Giugno 16, 2017
Il Ragnetto Rosso bimaculato è un piccolo parassita fitofago comunemente presente su diversi ortaggi, come la melanzana, il melone, il cetriolo, il pomodoro, le fragole e gli agrumi in genere. Attacca anche le piante da fiore e ornamentali, causando danni estetici e indebolendo la pianta fino alla morte.
Il ragno, succhia dalle foglie la linfa e in breve tempo ne causa il disseccamento e la caduta. Molto pericoloso, è capace in breve tempo di triplicare la sua specie compiendo fino a 10 generazioni in un anno. In inverno si nasconde nella corteccia degli alberi, mentre in primavera, compare sulle piante ed è facilmente riconoscibile grazie al suo colore rosso/arancio o giallo/verde, con due macchie più scure sul corpo delle femmine.
RAGNETTO ROSSO BIMACULATO: COME INTERVENIRE
Possiamo riconoscere un'infestazione anche dalle piccole punture lasciate sulle foglie e dall'ingiallimento dei frutti, che crescono poco e male.
Per prevenire l'arrivo del Ragnetto Rosso si può cercare di aumentare l'umidità ambientale con frequenti irrigazioni, creando così un clima sfavorevole al proliferare di questo parassita. Soprattutto quando arriva il caldo secco, ambiente prediletto dal ragno.
In caso di infestazione possiamo effettuare un trattamento con un insetticida specifico, seguendo con attenzione i dosaggi indicati sulla confezione: irrorare la pagina inferiore delle foglie e le parti attaccate della pianta.