Coltivare la Kalanchoe blossfeldiana è molto facile ed essendo di dimensioni contenute può donare un tocco di colore a qualsiasi spazio della casa.
La famiglia delle Kalanchoe è molto ampia e comprende varietà molto apprezzate e conosciute, come la Kalanchoeluciae con grandi foglie rotonde rosse e verdi o la Kalanchoe beharensis con grandi foglie ondulate e nota come “orecchia di elefante”.
La Kalanchoe blossfeldiana è invece una piccola piantina, non supera i 20/30 cm in altezza, apprezzata per le ricche fioriture variopinte che decorano la pianta da aprile fino a luglio. Le foglie sono lobate, di colore verde intenso e leggermente carnose. Si tratta infatti di una pianta succulenta. Possiamo scegliere in una vasta gamma di varietà di Kalanchoe blossfeldiana con fiori bianchi, rossi, arancioni, gialli, screziati, semplici o doppi.
Diciamo subito che usare i termini Cactus e Piante Grasse come sinonimi è sbagliato! E se proprio vogliamo essere “scientifici” dobbiamo partire anche dal presupposto che le “Piante Grasse” non esistono per la botanica!
Cactus e Piante Grasse: distinguiamo le parole correttamente
Popolarmente utilizziamo il termine “Piante Grasse” per indicare le piante succulente, cioè quelle piante che dimostrano la duplice capacità di immagazzinare liquidi e di utilizzarli quando ne hanno bisogno. Il nome succulente deriva dal latino sucus, cioè succo: quindi sono piene di liquidi e non di “grasso”.
Essere succulente è una caratteristica del tipo di pianta: non sono quindi una famiglia ben distinta. Questo significa che possiamo trovare all’interno della stessa famiglia, come le Asparagaceae, sia piante “normali”, come la Hosta, sia piante succulente, come l’Agave. Alcune famiglie invece sono composte solo da piante succulente, come le Crassulacee.
Le piante succulente non sono quindi tutte spinose o con fusti carnosi. Esistono infatti succulente da fusto, da radice o tubero, oppure dafoglia: in funzione della parte della pianta in cui viene conservato il “succo”.
Una caratteristica comune a tutte le piante succulente è l’evoluzione genetica che ne ha spesso modificato la forma per poter risultare a climi particolarmente caldi e aridi. Nei Cactus le foglie si sono trasformate in spine per limitare la superficie verde esposta ai raggi solari e la conseguente evaporazione...
Se il nostro angolo verde non è molto ampio possiamo ricorrere a piante adatte ai piccoli vasi, per ottenere ricche fioriture anche in poco spazio. Vediamo insieme su quali varietà possiamo puntare, con un occhio particolare agli ibridi nani!
PIANTE ADATTE AI PICCOLI VASI: QUALI SCEGLIERE
Andando in ordine alfabetico, iniziamo dalle Begonie (Begonia semperflorens) che fioriscono senza interruzione da aprile fino all’autunno avanzato, con tanti piccoli fiorellini con un ventaglio di colori che va dal bianco, al rosa, al giallo e al rosso. Va bene un vaso di 12 cm di diametro.
LaCalceolaria è una pianta erbacea annuale e fiorisce da aprile fino a giugno, in vasi di 12 cm di diametro. Le sue foglie sono piccole e cuoriformi, mentre i fiori hanno una bizzarra forma a babbuccia, nelle tinte dell’arancio, del rosso e del marrone, con caratteristiche punteggiature di tonalità contrastanti.
La Kalanchoe fiorisce da marzo a giugno: è una pianta succulenta e richiede poca acqua. Cresce bene anche in un vaso di 10 cm di diametro.
Le Lobelie appartengono alla stessa famiglia delle Campanule ed esistono circa 400 specie molto differenti fra loro: sono tutte sono riconoscibili dai fiori a forma a ventaglio da aprile a ottobre che, a seconda della specie, possono differire per i colori e il periodo e la durata della fioritura.
Usare le piante contro l’inquinamento è la soluzione più economica ed ecologica che abbiamo a disposizione, sia per ridurre la CO2 dall’atmosfera sia per eliminare gli inquinanti indoor.
L’8 ottobre scorso l’agenzia Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change) dell’Onu, incaricata nel 1988 di studiare i cambiamenti climatici, ha lanciato un importante allarme: se non interveniamo drasticamente tra 11 anni la temperatura del pianeta sarà superiore di 1,5°C rispetto all’era pre-industriale con devastanti effetti sulle condizioni di vita che oggi conosciamo, che diventeranno critici con un incremento di 2°C. Lo ha scritto nello studio “Special Report on Global Warming of 1,5°C”, che ha preso in esame oltre 6.000 studi condotti in questi anni e al quale hanno contribuito migliaia di scienziati di tutto il mondo.
Forse non tutti sanno che in Italia l’anomalia termica è peggiore rispetto alla media del pianeta e gli dal 2011 abbiamo superato stabilmente di 1°C la temperatura media rispetto all’era pre-industriale. L’aspetto più grave è i governi mondiali stanno dimostrando ampiamente di sottovalutare il problema: infatti nel 2017 le emissioni di CO2 hanno toccato il record di 32,5 gigatonnellate emesse in atmosfera.
USARE LE PIANTE CONTRO L’INQUINAMENTO NELLE CITTA’
Ipcc ha spiegato che è scientificamente possibile mantenere il surriscaldamento sotto la soglia di pericolo ed è quindi un nostro dovere almeno provarci. Il primo obiettivo è quello di eliminare l’emissione di gas serra, in primis l’anidride carbonica: sarebbe sufficiente ridurre la CO2 del 45% (rispetto al 2010) entro il 2030 e portarla allo zero assoluto entro il 2075.
Per raggiungere questo obiettivo possiamo, anzitutto, modificare le fonti energetiche: abbandonare il carbone...
Le piante filtrano l’aria e ci aiutano a migliorare l’ambiente in cui viviamo: non si tratta di un detto popolare ma di un dato di fatto dimostrato scientificamente. Quindi toglietevi dalla testa l’idea che tenere le piante in camera da letto sia pericoloso perché tolgono ossigeno: è vero il contrario e anzi contribuiscono a depurare l’aria ambientale.
LE PIANTE FILTRANO L’ARIA DAGLI INQUINANTI INDOOR: QUALI SPECIE?
Detersivi, vernici e colle dei mobili, inchiostro delle stampanti, fumo di sigaretta e materiali utilizzati in edilizia sono alcune delle fonti che rilasciano sostanze tossiche, inquinando l’aria che respiriamo.
Tra gli inquinanti ci sono formaldeide, benzene, toluene, xylene, anidride carbonica (CO2), monossido di carbonio e molti altri. L’inquinamento negli ambienti chiusi provoca la cosiddetta “sindrome dell’edificio malato” (dall’inglese Sick Building Syndrome coniata dall’Organizzazione Mondiale della Sanita nel 1986), causa di cefalee, affaticamento e fastidi alle vie respiratorie.
Ci vengono in aiuto alcune piante, in grado di assorbire gli inquinanti atmosferici negli ambienti chiusi come casa e ufficio.
Originaria del Madagascar, la Kalanchoe è una pianta da fiore facilissima da coltivare, con un lungo periodo di fioritura e con un’ampia varietà di colori. Sono piante d’appartamento che possono crescere molto bene anche in terrazze riparate.
Sono disponibili in molte varietà: la più diffusa è forse la Kalanchoe blossfeldiana, ma esistono varietà a fiore doppio o con foglie variegate. Tra le più particolari, la Kalanchoe serrata che ha una fioritura a grappolo pendulo, la Kalanchoe luciae con larghe foglie carnose verdi e rosse e la Kalanchoe beharensis con foglie larghe ondulate e una fitta di morbida peluria.
I fiori compaiono a fine inverno e durano almeno 2 mesi: per indurre la fioritura servono 15°C costanti. Dopo qualche mese di riposo torna a fiorire nuovamente.
KALANCHOE: COME SI CURA
La Kalanchoe ama la luce ma non quella diretta: tollera i raggi del sole alla mattina presto o in inverno, ma quando fa molto caldo c’è il rischio di “bruciare” le foglie. Per questa ragione è molto utilizzata come pianta d’appartamento: la temperatura ideale è tra i 20-25°C e resiste fino a 35°C, ma perisce al di sotto dei 7°C. Dove la temperatura non scende sotto i 7°C può essere coltivata in piena terra anche in giardino in mezz’ombra. In caso contrario potete portare il vaso all’aperto durante l’estate, per poi proteggerlo in casa in inverno.