Quella di coltivare il Nespolo era un’abitudine molto diffusa in antichità, tanto che i Romani consideravano sacra questa pianta, insieme al Fico, all’Uva Selvatica e al Melograno.
Il Nespolo (Mespilus germanica) appartiene alla famiglia delle Rosacee, è una pianta originaria dell’Asia minore e nulla ha a che fare con il Nespolo del Giappone. È stato introdotto in Europa dai Greci ma sono stati i Romani ad averlo diffuso in tutto il continente. Già dai tempi di Plinio, il Nespolo era largamente coltivato per i suoi frutti che venivano consumati in inverno quando non c’era disponibile altra frutta di stagione. Opportunamente trattati e resi più dolci durante il procedimento di conservazione pare fossero inoltre molto apprezzati assieme al vino.
COLTIVARE IL NESPOLO: CARATTERISTICHE E AMBIENTE CLIMATICO
È un albero caducifoglie di modeste dimensioni (5-6 metri), con crescita lenta e notevole longevità.
Le foglie sono grandi e coriacee, di un verde scuro, in autunno assumono un riflesso ramato.
I rami del Nespolo selvatico tendono a essere spinosi, mentre quelli delle varietà coltivate sono privi di spine.
La fioritura è tardiva, fine aprile inizio maggio, e quindi praticamente indenne dalle gelate primaverili, per cui la produzione è quasi sempre abbondante e costante.
I fiori, sono ermafroditi, bianchi, abbastanza grandi (3-4 cm) e spiccano sul fogliame verde scuro creando un ottimo effetto ornamentale. Fiorendo in concomitanza con altre fioriture più appetibili, non sollevano un gran interesse da parte di insetti pronubi ed impollinatori (api).
I frutti, le nespole, hanno forma e colore caratteristici, la buccia è color ruggine/dorato quando sono acerbe e marrone scuro al momento della maturazione. La forma è simile a una piccola mela incavata, di dimensioni non più grandi di una noce. La gestazione dei frutti è molto lunga, infatti le nespole sono pronte per la raccolta ai primi di novembre, ciò le rende particolarmente ricche di vitamine e sali minerali, oltre che di zuccheri. Va precisato che, come per esempio i kaki e le sorbe, le nespole appena raccolte non sono immediatamente commestibili, ma vanno lasciate ammezzire (cioè riposare fino a completa maturazione) in un luogo fresco e buio fino a quando il frutto non diventa interamente tenero e di colore marrone scuro.
La pianta del Nespolo è molto rustica, predilige le esposizioni soleggiate. Vegeta bene anche nei terreni poveri e fino ai 1.000 metri di altitudine grazie a un apparato radicale in grado di scendere molto in profondità, ma teme i ristagni d’acqua. Non necessita di particolari cure, ma se irrigata e concimata in maniera idonea offre una fioritura e una produzione di frutti abbondante.
L’INNESTO
Il Nespolo derivato da seme ha una crescita estremamente lenta e un aspetto rinselvatichito, quindi per ovviare a questo problema occorre innestare la pianta su un portainnesto di cotogno. Con questo metodo si ottengono piante perfettamente identiche alla pianta madre.
L'innesto è un’operazione molto delicata quindi va eseguita da personale specializzato. Si consiglia pertanto l’acquisto di piante già innestate presso un vivaio o un garden-center.
Qualora si acquisti una pianta a radice nuda l’operazione di espianto e reimpianto va eseguita in autunno inoltrato (novembre-dicembre); se invece la pianta è in vaso il trapianto si può eseguire in qualsiasi momento dell'anno.
COLTIVARE IL NESPOLO: MESSA A DIMORA, CONCIMAZIONI E IRRIGAZIONE
Per mezzo di una vanga si procede scavando una buca di dimensioni sufficienti a ospitare l'apparato radicale della pianta da trapiantare. Essa va interrata immediatamente dopo l’estirpo per evitare la disidratazione e favorire l'attecchimento delle radici. In contemporanea si posiziona un tutore a cui assicurare il fusto per evitare i danni da eventi meteorologici avversi.