Intervenire tempestivamente per curare il Mal Secco è importante per evitare la perdita della pianta. Con il termine Mal Secco si allude a una malattia provocata dal fungo Phoma tracheipila, famigerato nell’ambiente del giardinaggio come minaccia per i tronchi degli alberi di Agrumi. Ne esistono però anche varianti che colpiscono altre piante, come Noci e Albicocchi. Ma colpisce soprattutto gli Agrumi e in particolare il Limone.
Il fungo del Mal Secco attacca i tronchi delle piante per arrivare ai canali linfatici e nutrirsi del liquido vitale delle piante, quindi si moltiplica fino a indebolire la pianta. Inizialmente possiamo notare sulla pianta una clorosi delle foglie o dei rami improvvisamente spogli anche in un periodo di fronde piene. I rami cominciano a seccarsi dalla parte apicale per poi procedere verso il basso, fino al disseccamento completo della pianta.
Nato nel terreno, il fungo del Mal Secco può penetrare nella pianta attraverso le radici o una lesione del tronco, che all’esterno si rivela coperto di muffe e all’interno assume un colorito arancione. Una volta che il ramo si spacca, le spore vengono trasportate dal vento per infettare altri alberi, spesso nei mesi autunnali, quando il clima fresco e umido è favorevole alla loro proliferazione.
Il tempo che impiega il Mal Secco per indebolire la pianta fino a seccarla completamente può essere di pochi mesi se vengono attaccate le radici, permettendo al fungo di estendersi per tutta la sua base e togliere la linfa a tutta la pianta, o anche diversi anni se viene attaccato un ramo o un tronco, e quindi il fungo impiegherà più tempo a diventare un pericolo mortale.
Il ragnetto rosso è una delle più comuni minacce per i nostri orti e per i nostri giardini. Può attaccare sia piante da abbellimento, sia ortaggi, sia frutta. Si riproduce e si diffonde in tempi molto brevi e va combattuto non appena si identificano i suoi sintomi. Le sue dimensioni inferiori a un millimetro e si può riconoscere la sua azione per l’ingiallimento delle piante colpite, che tendono a rinsecchirsi per carenza di nutrimento, e dei bozzoli di ragnatela che raccolgono le uova degli insetti, e che se troppo numerose rischiano di coprire e soffocare la pianta.
Esistono tante specie di ragnetti rossi: la Panonychus ulmipredilige diffondersi sulla Vite, la Panonychus citrisugli Agrumi, mentre la Tetranychus urticae preferisce ortaggi e piante da frutto. Tutte le specie si nutrono della superficie delle piante fino a condurle alla morte.
ELIMINARE IL RAGNETTO ROSSO DALLE PIANTE DA FRUTTO
Il Tetranychus urticae in realtà non è un ragno ma un acaro. È di colore rosso e si sviluppa soprattuto sui giovani germoglio, sulla pagina inferiore delle foglie e lungo le nervature, dove compie più generazioni all’anno. Le sue punture provocano decolorazioni delle parti attaccate e un generale malessere della pianta.
Una delle prime informazioni utili per combattere i ragnetti rossi è sicuramente sapere che prosperano nei climi caldi e secchi, in terreni con piante che non vengono regolarmente innaffiate: più si sarà costanti nell’inumidire foglie e terreno, più è possibile scongiurare una loro diffusione.
In caso infestazione sulle piante da frutto possiamo utilizzare un acaricida specifico piante da frutto o orticole. Ha un rapido effetto abbattente e una marcata persistenza di azione. Si tratta di un prodotto da diluire seguendo le indicazioni riportate sulla confezione e da irrorare...
Coltivare gli Asparagi è una tradizione diffusa in tutto il Mediterraneo fin da tempi antichissimi, per il loro sapore delicato: tra Egitto e Medio Oriente erano presenti nei campi fin dal 2.000 a.C. e già dal 200 a.C. erano presenti sulle tavole degli antichi romani e sappiamo che gli imperatori, per un certo periodo, li considerarono una prelibatezza.
L’Asparago appartiene alla famiglia delle Liliacee, la stessa della Cipolla, dell’Aglio e dello Scalogno e con essi condivide le proprietà diuretiche.
COLTIVARE GLI ASPARAGI: INIZIAMO IN PRIMAVERA
Coltivare gli Asparagi non è un’operazione semplice: l’Asparago nasce da una rete di rizomi simili a quelli del bambù, che richiedono molto spazio relativamente alle dimensioni della pianta per crescere adeguatamente, quindi di fatto un piccolo campo a sé. Può essere piantato a partire dal seme o da una sezione del suo rizoma e impiega qualche anno prima che il fusto, o turione, cresca per essere raccolto.
Il periodo migliore per il trapianto o la semina va da marzo ad aprile. Se ben curato, un orto di Asparagi può fornire raccolti anche per vent’anni dopo la sua semina. È sufficiente, nel momento del raccolto, lasciare che una parte delle piante compia il suo ciclo attaccato alle radici per avere raccolti ancora più corposi l’anno dopo.
CONSIGLI PER LA COLTIVAZIONE
L’orto nel quale si coltivano gli Asparagi, o asparagiaia, necessita di un ambiente particolare: dev’essere soleggiato, ma non esposto né a un caldo intenso né a un freddo troppo rigido, né a un clima troppo ventoso.
Scegliere il Peperoncino giusto nella grande varietà disponibile nei centri giardinaggio è importante. Gli uomini usano il Peperoncino piccante dall’alba dei tempi: in Messico era conosciuto già nel 5.500 a.C. mentre in Europa si è diffuso dopo il 1500 grazie ai viaggi di Cristoforo Colombo. Oggi è diffuso in tutti i continenti, dall’America Latina al Mezzogiorno d’Italia, dal Medio Oriente fino in India. Ciò ha stimolato la produzione di una grande quantità di specie e ibridi, che compongono un insieme di colori, forme, gusti diversi.
Impariamo a scegliere quello che fa per noi!
SCEGLIERE IL PEPERONCINO IN BASE ALLA PICCANTEZZA
Possiamo anzitutto selezionare i Peperoncini per il loro grado piccantezza. La sensazione di bruciore che sentiamo in bocca è dovuta alla capsaicina, un alcaloide che interagisce con alcuni termorecettori presenti nella bocca (ma anche nello stomaco), che mandano un segnale di “fuoco” al cervello. In realtà in bocca non c’è alcun aumento della temperatura: è il nostro cervello che ce lo fa pensare.
Per misurare il grado di piccantezza dei Peperoncini si utilizza la scala di Scoville, dal nome del suo ideatore, Wilbur Scoville, chimico statunitense che nel 1912 mise a punto il suo test organolettico. La scala di Scoville si esprime in Shu (Scoville Heat Units) e attribuisce alla capsaicina pura un valore di 16 milioni. Lo spray al peperoncino usato dalle forze dell’ordine è compreso tra 2,5 e 6 milioni Shu, mentre il Peperone dolce è a 0 Shu.
Ma i veri campioni di piccantezza appartengono tutti alla famiglia dei capsicum chinense, con la loro caratteristica forma irregolare. Tra di essi possiamo trovare i famigerati esemplari del...
Conoscere il ciclo vitale della Farfalla Cavolaia è importante, per poter intervenire tempestivamente e limitare i danni. Una delle minacce più conosciute per le nostre piante a foglie larghe e più temute nei campi in cui si coltivano piante come Cavoli, Verze, Bietole e Spinaci sono le Farfalle Cavolaie e in particolare i loro bruchi, che si nutrono delle foglie di queste piante.
IL CICLO VITALE DELLA FARFALLA CAVOLAIA
La Farfalla Cavolaia, meglio conosciuta con il nome scientifico di Pieris brassicae, si vede comunemente in forma di bruco, con il corpo giallo punteggiato da macchie nere, o nella forma adulta, una farfalla riconoscibile per le due grandi ali bianche che possono arrivare a 60 mm di estensione. Si possono riconoscere anche le uova che vengono deposte in primavera: piccoli pallini gialli che si possono trovare sul lato inferiore delle foglie delle piante.
Le uova si schiudono in due settimane e i bruchi cominciano a nutrirsi del fusto e delle foglie giovani provocando gravi danni alle piante che vengono attaccate. Agendo in gruppi numerosi, le larve della Farfalla Cavolaia possono comprometterne la crescita delle piante nelle prime fasi vitali e rovinare interi raccolti. Erodono le foglia, arrivando a distruggerne ampie porzioni.
In un piccolo orto come sul terrazzo di un appartamento, coltivare le Zucchine è alla portata di tutti: a forma di cilindro, tonde, a forma di clava, con colori dal verde bottiglia, al verde chiaro, lisce e uniformi oppure striate o chiazzate di macchioline chiare, ogni specie di Zucchina offre diversi spunti al gusto di chi vuole piantarla.
Hanno un ciclo vitale molto veloce: due mesi dopo la semina i fiori gialli cominciano a risplendere al centro delle grandi foglie verde chiaro, e già i maschi possono essere raccolti per venire fritti in pastella e diventare un piatto appetitoso. Verso la fine dell’estate, sotto i boccioli appassiti crescono invece i frutti, dolci e succosi, che le piante offrono generosi fino all’autunno.
COLTIVARE LE ZUCCHINE: TANTO SPAZIO, CONCIME E ACQUA
La Zucchina va seminata o trapiantata in aprile, in un ambiente molto assolato con un terreno fertile, ricco di nutrienti che per questo va abbondantemente concimato con un prodotto organico al momento...
Coltivare le piante aromatiche sul terrazzo è facile: grazie alle loro dimensioni ridotte sono perfette anche per il terrazzo. Le erbe aromatiche sono tra le piante commestibili più tipiche del nostro Mediterraneo e più coltivate per dare un tocco di verde sui terrazzi delle nostre città. Alcune, come la Menta e la Citronella, possono essere coltivate anche per respingere l’assalto degli insetti molesti d’estate.
Le erbe aromatiche variano da specie a specie per caratteristiche diverse. Alcune di esse, come il Basilicoo il Prezzemolo, hanno un ciclo vitale annuale e devono essere seminate nuovamente l’anno successivo; altre, come la salvia e il rosmarino, sono perenni. Piantando specie diverse sul proprio balcone, quindi, è possibile sfruttarne le virtù un po’ in tutti i periodi dell’anno.
PIANTE AROMATICHE PER IL TERRAZZO: QUALI SCEGLIERE
Molte erbe aromatiche, come il Timo, il Rosmarino, la Maggiorana e il Dragoncello, hanno bisogno di ambienti molto soleggiati per crescere bene; altre invece, come la Menta, il Cerfoglio, la Melissa e il Prezzemolo...
La Carpocapsa del Melo (Cydia pomonella), detta anche Verme delle Mele, è un lepidottoro fitofago che può pregiudicare fortemente il raccolto di mele, ma anche di pere e altre piante da frutto come il pesco e la noce. Gli insetti fitofagi, contrariamente ai parassiti, sono in grado di sopravvivere in modo autonomo ma attaccano le piante (foglie, frutti, radici, ecc.) per cibarsene.
La Carpocapsa è una piccola farfalla lunga una ventina di millimetri, grigiastra con delle striature marroni sul margine delle ali. Le femmine adulte vivono circa un mese e durante questo periodo possono deporre fino a 80 uova, appena la temperatura supera i 15°C. In un anno si possono sviluppare tre generazioni. Le uove, deposte singolarmente sulle foglie o direttamamente sulle mele, generano una larva che in poco tempo penetra nel frutto per posizionarsi nella parte centrale, dove ci sono i semi. Le larve sono inizialmente bianche per poi diventare giallo-rosate. Dopo aver raggiungono il giusto stadio di sviluppo, escono in cerca di un rifugio per creare il bozzolo e completare la trasformazione in farfalla...
Coltivare il Mirto è facile: si tratta di un arbusto sempreverde, della famiglia delle Mytacee, ed è una delle piante più comuni della macchia mediterranea fin dai tempi più remoti. Possiamo trovare tradizioni legate al Mirto sia nelle tradizioni tedesche ed ebraiche, nelle quali veniva offerto per buon auspicio agli sposi novelli, che nell’antica Grecia, nella quale era offerto ai defunti. Fin dall’Egitto dei faraoni, veniva usato come ingrediente per medicinali e cosmetici e ancora oggi c’è chi usa l’olio essenziale dei frutti e dalle foglie per curare raffreddori e malattie respiratorie.
COLTIVARE IL MIRTO: CALDO E SOLE SONO NECESSARI
A seconda della varietà, il Mirto cresce nella forma di piccoli cespugli di mezzo metro o in alberi dal tronco grigiastro che possono arrivare ai tre metri e in alcuni casi a vivere diversi secoli. Sopra i rami rossicci crescono le foglie verde scuro, ovali e dalla forma affusolata.
Tra maggio e luglio, generano piccoli fiori dai petali bianchi che in inverno diventano le bacche nere o rosso scuro con la polpa delle quali viene prodotto il famoso liquore sardo.
È possibile coltivarla all’aperto come in un vaso ampio e profondo, purché lo si rinvasi in ogni stagione.