Concimare gli Agrumi ornamentali in modo corretto, cioè prevedere un ciclo annuale di interventi di fertilizzazione, è la base del successo della crescita di queste piante, specialmente quelle coltivate in vaso.
La scelta il tipo di fertilizzante e del ciclo di concimazione dipende da vari fattori:
la composizione del terreno: specialmente nel caso di una coltivazione in piena terra
e anche lo stato di salute delle foglie e dei germogli, poiché potremmo aver bisogno di correggere una clorosi ferrica, cui sono soggette le piante di Limone.
Il ciclo di concimazione infatti, oltre a fornire alla pianta il giusto apporto di sostanze nutritive (Azoto, Fosforo e Potassio) e microelementi (Ferro, Calcio, Boro, Magnesio, Rame, ecc.) è utile per colmare carenze nutritive, spesso manifestate dalla pianta. Le foglie sono impallidite? I boccioli cadono appena spuntano? Il fogliame si arriccia o è bruciato? Tutti sintomi di un disequilibrio che si corregge con un apporto costante delle giuste sostanze nutritive.
Curare il Corbezzolo non è difficile e possiamo coltivarlo facilmente sia in vaso sia in giardino. Il Corbezzolo (Arbutusunedo) chiamato anche albatro o arbuto o rossello, è un arbusto sempreverde della famiglia delle Ericaceae molto diffuso in Europa. Fino a qualche decennio fa, il Corbezzolo era un albero molto popolare, usato per l’abbellimento di giardini e per sfruttarne i frutti dolci e aciduli: in autunno sbocciano i fiori bianchi da cui le api suggono il nettare per trarne un dolce miele, e tra novembre e dicembre vengono raccolti i frutti rossi, tondi e granulosi per essere mangiati o cotti con lo zucchero per farne marmellate.
Il Corbezzolo ha anche un’altra caratteristica peculiare. A causa della prossimità del periodo di fioritura rispetto a quello di fruttificazione, capita di vedere sui rami del Corbezzolo i fiori bianchi insieme ai frutti rossi tra le foglie verdi delle fronde. Poiché l’unione di bianco, rosso e verde rappresenta il tricolore italiano, nel Risorgimento il Corbezzolo è stato adottato come simbolo patrio italiano. Anche per questa ragione, i tanti colori offerti dalla pianta, il Corbezzolo viene utilizzato nel giardinaggio ornamentale.
In Italia, fra l’altro, il Corbezzolo è stato apprezzato e coltivato storicamente fin dai tempi antichi. Basti pensare che il monte Conero, vicino ad Ancona, prende il suo nome dal termine kòmaros usato dagli antichi Greci per indicare i Corbezzoli, poiché si presume che in antichità fosse ricco di queste piante.
CURARE IL CORBEZZOLO IN GIARDINO
In natura i Corbezzoli sono diffusi dalle coste del Mediterraneo occidentale fin sulle scogliere irlandesi e la loro altezza varia dai 2 agli 8 metri. È possibile coltivarlo sia in giardino sia in...
Se i sapori delle Cipolle o dell’Aglio sono troppi forti per noi, possiamo provare a piantare lo Scalogno (Allium ascalonicum). Lo Scalogno è a tutti gli effetti una Cipolla (Allium cepa), di cui può essere considerato una varietà. Si differenzia dalle Cipolle per la forma più piccola e un sapore leggermente più delicato, ma si coltiva e viene utilizzato in cucina allo stesso modo.
Il suo nome deriva dall’antico porto di Ascalona vicino a Gaza, che è stato sede di una battaglia nella prima crociata: l’attuale Scalogno è stato infatti diffuso in Europa in seguito alle crociate. Anche se in Italia e ad Atene era già utilizzato dagli antichi Romani e Greci.
A differenza della Cipolla, lo Scalogno ha un bulbo composito, un po' come l'Aglio.
COME PIANTARE LO SCALOGNO: ATTENZIONE AI RISTAGNI
La Scalogno si coltiva seminando i bulbi. La semina primaverile si effettua da febbraio ad aprile per una raccolta tra giugno e settembre, ma nelle zone con clima mite si può effettuare anche una semina autunnale da settembre a novembre. La pianta germina a una temperatura di 12/15°C e superiore a 5°C. La velocità di...
Creare un angolo dedicato al compostaggio in giardino è un buon modo per aiutare l'ambiente. Nel corso dell’anno le piante del giardino forniscono una grande quantità di materiali organici di scarto: basti pensare alle potature, alle foglie cadute o al taglio dell’erba. Anziché distruggerli o smaltirli come rifiuti, questo “patrimonio” può essere facilmente trasformato in compost, cioè un ammendante utile per il giardino stesso, in primis per l’orto poiché il risultato sarà un materiale totalmente e biologico.
Già in questa premessa ci sono sufficienti motivi per affrontare il compostaggio in giardino: meno rifiuti e ammendanti bio gratis!
COMPOSTAGGIO IN GIARDINO: DI COSA SI TRATTA
Con la pratica del compostaggio, non facciamo altro che riprodurre in forma accelerata e controllata i normali processi naturali che, per esempio in un bosco, trasformano le sostanze organiche, come le foglie che cadono, in fertile humus. La trasformazione avviene grazie all’azione di macro e microrganismi decompositori del suolo, che si attivano in presenza di umidità, ossigeno e nutrienti azotati (molli e umidi) e carboniosi (duri e secchi).
Nel nostro cumulo o composter andremo a riprodurre queste condizioni. In particolare andando a fornire nutrienti azotati, come gli scarti vegetali e verdi del giardino del prato, e carboniosi, come le foglie secche, la paglia o i rami della potatura opportunamente sminuzzati con un biotrituratore. L’umidità verrà fornita dalla decomposizione dei materiali azotati, verdi e umidi, e dall’acqua piovana; mentre l’ossigeno all’interno del composter è garantita dai materiali secchi carboniosi che lasciano passare l’aria.
Si distinguono due fasi, quella attiva e di maturazione. Nella prima fase i microrganismi decompongono...
In queste settimane i Cavolfiori sono i padroni dell’orto, poiché si raccolgono proprio in questa stagione. Anzi possiamo coltivare i Cavolfiori e avere un raccolto per tutto l’anno.
Il Cavolfiore (Brassica oleracea) è una tipo di Brassica che si contraddistingue per un corimbo commestibile, detto anche palla, costituito da tante infiorescenze compatte. Dietro il nome “Cavolfiore” si celano in realtà molte varietà molto differenti fra loro: sia per la forma ma soprattutto per il periodo di raccolta. Le varietà tardive si raccolgono da marzo a maggio, quelle invernali a gennaio e febbraio, quelle precoci a novembre e dicembre mentre quelle precocissime sono pronte già a ottobre. Verificate sulle bustine di sementi quale varietà preferite, tenendo conto che potete programmare una produzione praticamente per tutto l’anno.
Tra i classici Cavolfiori con palla bianca troviamo molte varietà legate al territorio, come il Cavolfiore di Jesi o quello gigante di Verona. Differiscono per il ciclo vegetativo (tardivo, precoce, ecc.) e per le dimensioni della palla. Interessante anche il Cavolfiore siciliano di colore viola.
Anche il Cavolfiore Romanesco, o cavolo broccolo, con il suo corimbo geometricamente perfetto fa parte della grande famiglia dei Cavolfiori. Ci sono varietà ottobrine e nataline in funzione del ciclo vegetativo: le prime si raccolgono in ottobre e novembre mentre le seconde da novembre a gennaio.
L’autunno è un periodo importante per la costruzione del suolo del giardino: è infatti il periodo più adatto per procedere alla cosiddetta concimazione organica di fondo autunnale del frutteto, delle piante legnose e delle piante arbustive.
La concimazione di fondo ha l’obiettivo di ricostituire le risorse che sono state consumate nel corso della stagione vegetativa da parte delle piante per produrre le foglie, i frutti e la nuova vegetazione. In autunno le piante affrontano infatti la fase finale del ciclo vegetativo e l’ultima attività che svolgono, prima della dormienza, è di predisporre le gemme per la prossima stagione primaverile.
È importante che questi abbozzi di gemme vengano alimentati: anche perché le piante hanno la capacità sentire la quantità di nutrienti presenti nel terreno e di conseguenza predispongono un numero maggiore o minore di gemme, in funzione del livello di fertilità che riscontrano nel suolo. La concimazione di fondo è quindi importante affinché le piante possano programmare un’abbondante vegetazione per l’anno prossimo e quindi un numero adeguato di gemme.
CONCIMAZIONE ORGANICA DI FONDO AUTUNNALE: COME FARE
Una volta finita la raccolta è importante procedere alla pulizia del terreno alla base delle piante, poiché le foglie secche, i frutti marci e anche le erbe infestanti possono ospitare spore delle malattie fungine e uova di parassiti.
Dopo aver pulito il terreno è possibile passare alla concimazione di fondo.
Curare i Piselli nell’orto ma anche in vaso non è difficile ed è sufficiente seguire alcuni piccoli accorgimenti.
I Piselli (Pisum sativum) sono conosciuti e utilizzati dagli uomini da oltre duemila anni. Oggi sappiamo che sono ricchi di acido folico e contengono molte vitamine (soprattutto la C) e minerali (calcio, ferro, magnesio e potassio). Nell’orto è molto apprezzato per la rapidità della sua crescita, celebrata anche nelle fiabe dei bambini, e l’abbondanza del suo raccolto.
Non dobbiamo però banalizzare: esistono centinaia di varietà di Piselli. Diverse tra le loro per le dimensioni, tra rampicanti, nane e semi-nane, o per la forma dei semi, lisci o rugosi. Il Pisello nano cresce fino a 40 cm mentre quello tradizionale raggiunge anche i 2 metri. Esistono inoltre varietà a ciclo precoce, medio o tardivo: le varietà precoci maturano in 75 giorni.
Se vogliamo provare un ortaggio differente e davvero originale, possiamo provare a coltivare la Okra Gombo.
La Okra (Abelmoschus esculentus) è un ortaggio tropicale molto diffuso in sud America, ma lo troviamo anche nelle ricette della cucina indiana, dell’est europeo e dell’Asia minore. È una pianta di origine africana e viene chiamata anche Gombo, per assonanza con il suo nome nelle lingue locali. Oggi viene coltivata anche in Europa e in particolare in Italia.
L’Okra è come il maiale: non si butta via niente: il frutto può essere utilizzato in cucina, con i fusti si ottiene una fibra tessile (la fibra di gombo) mentre i fiori sono davvero spettacolari. La Okra è un parente della Malva e dell’Ibisco, quindi anche i suoi fiori sono molto scenografici: con petali color giallo brillante con centro sui toni del rosso.
I suoi frutti sono simili ai peperoncini verdi e in cucina vengono utilizzati sia crudi all’interno di insalate in miste, ma soprattutto in padella o al vapore insieme ad altre verdure. In molto paesi è un ingrediente tipico del cous cous e viene anche conservato sottaceto. Ha un sapore simile agli asparagi e ai carciofi ed è molto ricco di vitamine (C, K e del gruppo B) e proprietà nutritive.
Quella di coltivare il Nespolo era un’abitudine molto diffusa in antichità, tanto che i Romani consideravano sacra questa pianta, insieme al Fico, all’Uva Selvatica e al Melograno.
Il Nespolo (Mespilus germanica) appartiene alla famiglia delle Rosacee, è una pianta originaria dell’Asia minore e nulla ha a che fare con il Nespolo del Giappone. È stato introdotto in Europa dai Greci ma sono stati i Romani ad averlo diffuso in tutto il continente. Già dai tempi di Plinio, il Nespolo era largamente coltivato per i suoi frutti che venivano consumati in inverno quando non c’era disponibile altra frutta di stagione. Opportunamente trattati e resi più dolci durante il procedimento di conservazione pare fossero inoltre molto apprezzati assieme al vino.
COLTIVARE IL NESPOLO: CARATTERISTICHE E AMBIENTE CLIMATICO
È un albero caducifoglie di modeste dimensioni (5-6 metri), con crescita lenta e notevole longevità.
Le foglie sono grandi e coriacee, di un verde scuro, in autunno assumono un riflesso ramato.
I rami del Nespolo selvatico tendono a essere spinosi, mentre quelli delle varietà coltivate sono privi di spine.
La fioritura è tardiva, fine aprile inizio maggio, e quindi praticamente indenne dalle gelate primaverili, per cui la produzione è quasi sempre abbondante e costante.
I fiori, sono ermafroditi, bianchi, abbastanza grandi (3-4 cm) e spiccano sul fogliame verde...