Coltivare la Santoreggia è semplice e regala molte soddisfazioni, sia in piena terra sia in vaso. Questa erba aromatica della famiglia delle lamiacee, si presenta come un cespuglio di 30 cm di altezza circa, dotato di foglie lanceolate molto profumate e fiorellini bianchi o viola.
La Santoreggia ha un gusto particolare, leggermente piccante e in cucina si può utilizzare per insaporire legumi, carni, minestroni o verdure alla griglia. Esistono due varietà principali di Santoreggia: la Satureja hortensis, delicata e dal ciclo di coltivazione annuale e la Satureja montana dal sapore più deciso.
COLTIVARE LA SANTOREGGIA NELL'ORTO E IN VASO
La Santoreggia è una pianta rustica, quindi si adatta bene a ogni clima, ma preferisce una posizione soleggiata. Si semina da aprile a giugno e si raccoglie da giugno a settembre.
Anche per quanto riguarda il terreno non ha particolari esigenze, purché sia fertile e ben drenato. La Santoreggia può essere trapiantata nell’orto oppure coltivata in un vaso sul terrazzo. Il contenitore deve essere abbastanza capiente ed è bene porre uno strato di biglie di argilla espansa sul fondo, per evitare i ristagni idrici. Usiamo un terriccio specifico per ortaggi: contiene tutte le sostanze nutritive di cui la pianta ha bisogno per crescere ed è consentito in agricoltura biologica.
Le irrigazioni vanno effettuate quando il terreno è secco o durante i mesi estivi quando è molto caldo. Questa pianta resiste alla siccità ma teme molto i ristagni idrici che possono provocare asfissia radicale e malattie fungine. Meglio non abbondare con le quantità.
La Santoreggia non necessita di particolari cure, ma è consigliabile rimuovere i rami secchi ed effettuare una potatura invernale, al fine di stimolare la crescita la primavera successiva.
Per quanto riguarda i parassiti, questa pianta non ha nemici naturali: anzi è un repellente per gli Afidi e protegge anche le piante che crescono vicino a lei.
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