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Febbraio 24, 2017
La semina del prato necessita di alcuni accorgimenti preliminari quali la scelta dei semi, della stagione in cui seminare e la corretta lavorazione del terreno: tutte operazioni che serviranno a ottenere un tappeto erboso uniforme.
SEMINA DEL PRATO: LA LAVORAZIONE DEL TERRENO
Un terreno adatto alla semina è ben levigato, privo di erbacce e con un pH neutro o leggermente acido. Al fine di ottenere un terreno leggero, nel caso risultasse troppo arido è necessario vangare il substrato in profondità, per poi ricompattarlo delicatamente col retro della vanga.
Pochi giorni prima della semina, è opportuno concimare il terreno con un fertilizzante ricco di fosforo.
LA SCELTA DELLE SEMENTI
La scelta dei semi invece, dovrà essere fatta in base alle condizioni atmosferiche in cui andremo a seminare e al tipo di utilizzo del prato (decorativo, campo da gioco, ecc.).
Esistono in commercio moltissime varietà di semi diversi, più o meno resistenti, con differenti esigenze idriche, da scegliere in base alla situazione climatica del proprio giardino. Nei centri specializzati offrono normalmente una gamma ampia e non sarà difficile trovare la semente più adatta alle esigenze del nostro giardino.
QUANDO SEMINARE IL PRATO
La semina deve essere effettuata in autunno o in primavera, quando il vento e l'umidità non sono eccessivi. La temperatura del terreno ideale è costante, intorno ai 10° C, per permettere ai semimi di germinare rapidamente. Marzo e aprile sono i mesi migliori per spargere i semi, anche se bisogna far fronte alle fastidiose infestanti che cresceranno insieme all'erba.
La tecnica migliore per la semina a mano è quella di spargere le sementi in modo uniforme, creando una specie di griglia sul terreno. Dopo la semina, la terra deve essere rastrellata, in modo da coprire i semi di pochi centimetri e il terreno dovrà essere sempre umido fino alla completa crescita delle piante, che avverrà in 3 settimane circa.
In questo periodo di tempo e per tutta la stagione, il prato seminato non dovrà essere calpestato né tagliato.
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Febbraio 17, 2017
Il Tiglio è una delle piante colpite ciclicamente da fastidiosi Afidi, più precisamente dagli Eucallipterus tiliae. Questo pericoloso parassita misura pochi millimetri e si distingue per il suo colore giallo accesso, presente anche nelle piccole neanidi.
I danni più gravi sono provocati dal loro apparato boccale tramite cui danneggiano la pianta per succhiarne la linfa.
La melata che producono in abbondanza poi, imbratta la pianta soffocandola e, cadendo dalla chioma, imbratta tutto ciò che si trova all'ombra degli alberi, causando gravi danni estetici oltre che compromettendo la salute dei Tigli.
A causa dell'elevata riproduttività di questi parassiti, le infestazioni sono spesso massicce e difficili da debellare in modo definitivo. Possiamo trovare le neanidi sui germogli, i fiori e le foglie della pianta, che spesso smettono di produrre boccioli e perdono foglie a causa dell'azione erosiva degli afidi.
AFIDI DEL TIGLIO: COME INTERVENIRE
In caso di piante colpite da questi attacchi, la prima cosa da fare è agire in modo tempestivo alle prime avvisaglie, che solitamente avvengono in primavera. Nei mesi di giugno e luglio gli Afidi si sviluppano sulla pagina inferiore delle foglie, provocando disseccamenti e decolorazioni.
Dopo la fioritura, si può intervenire con un aficida sistemico da irrorare sulla pianta fino a debellare l'intera colonia.
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Febbraio 14, 2017
La Cocciniglia Ceroplastes (Ceroplasti o Cocciniglie elmetto) è una particolare Cocciniglia, cioè un parassita delle piante, caratterizzata da un piccolo elmetto ceroso protettivo presente sul dorso degli esemplari adulti.
Sono facilmente riconoscibili a causa della loro forma bizzarra e per la loro tipica colorazione bianco-rosata. I maschi dei Ceroplasti sono dotati di ali con cui si spostano agilmente, mentre le neanidi hanno forma ellittica e sembrano piccole stelle.
Attaccano molti tipi di piante, tra cui Agrifoglio, Agrumi, Fico, Olivo, Alloro, oleandro, Pittosporo, Palma, Pioppo, Platano, Gelso e Vite.
Solitamente depongono le loro uova sulla pagina superiore delle foglie, una volta l'anno in estate. Le infestazioni di Ceroplasti sono molto pericolose a causa della velocità di propagazione di questi parassiti e delle loro prolifiche nidiate, con più di 1.000 uova deposte per ogni esmplare femmina.
Dopo la schiusa, le neanidi colonizzano la foglia lungo la nervatura e poi si spostano su rami e germogli, succhiando la linfa della pianta. Le punture causate dai Ceroplasti e la melata che producono, causano in breve tempo il deperimento della pianta, oltre ad evidenti danni estetici. In assenza dei loro antagonisti naturali, questi parassiti si moltiplicano velocemente, nascondendosi in inverno nella pianta ospite per sopravvivere al freddo.
COCCINIGLIA CEROPLASTES: COME DIFENDERSI
Difficile da debellare a causa della sua resistenza ai trattamenti insetticidi, la Cocciniglia Ceroplastes può essere eliminata solo quando è in...
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Febbraio 07, 2017
Le Rose in inverno richiedono alcune attenzioni, affinché nella prossima primavera ritorni a fiorire in modo abbondante.
Le Rose sono i fiori più diffusi e selezionati di tutto il mondo. Ne esistono centinaia di specie, dalle forme, dimensione e colori più disparati. Sono piante che amano stare all’aria aperta e crescono bene sia in pieno sole sia in penombra, adattandosi a qualsiasi clima compreso il gelo invernale, purché la temperatura non scenda sotto i -10° C.
Le piante in vaso sono più delicate, perciò quando il clima è molto rigido è bene collocarle in un angolo riparato e possibilmente soleggiato.
LE ROSE IN INVERNO
Per proteggere la pianta dai primi freddi è importante pacciamare il terreno con foglie secche e pezzi di corteccia, in modo da creare uno strato sopra il terriccio che tenga al caldo le radici.
Durante l'inverno la rosa entra in riposo vegetativo, perdendo foglie e fiori. Le rose appassite vanno eliminate per dare vigore ai boccioli che stanno per aprirsi; anche le foglie molto danneggiate o malate vanno asportate.
Nel tardo autunno conviene accorciare i rami molto lunghi per evitare che si spezzino sotto il peso della neve e per favorire lo sviluppo di nuove gemme primaverili. La fine dell'autunno è anche il momento adatto per praticare un trattamento antifungino alla pianta, per evitare che in primavera contragga malattie o muffe. La rosa va bagnata con un prodotto a base di ossicloruro di rame disciolto in acqua, da nebulizzare anche sul fogliame.
È poi importante eseguire una concimazione con un fertilizzante ricco di Azoto, Potassio e Magnesio che assicurano uno sviluppo costante della pianta e una produzione abbondante di fiori. La concimazione deve avvenire verso novembre-dicembre, da incorporare nel terreno prima dell'annaffiatura.
Le bagnature devono essere regolari affinché il terreno non asciughi mai del tutto, tuttavia durante l'inverno è bene irrigare solo una volta la mese.
Quando scegliamola Rosa da trapiantare, ricordiamoci che le Rose provviste di brevetto, sono fiori particolari, con una forma, un colore e un profumo preciso e inimitabile. Queste Rose sono vere e proprie invenzioni, selezionate e coltivate per il loro particolare DNA e possono essere recenti oppure dotate di una lunga storia. Le Rose d'autore che troviamo nei garden center, per esempio le Meilland, le David Austin o le Spelarosa, hanno un costo più elevato rispetto alle altre, perchè i vivaisti devono pagare delle licenze per poterle vendere.
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Gennaio 31, 2017
Eliminare la Sclerotinia in modo tempestivo dai prati è molto importante. Si tratta di un fungo che colpisce il prato e i tappeti erbosi, sopratutto di graminacee. Tipica malattia primaverile, si manifesta quando le temperature sono comprese tra i 10° e i 32° C.
I principali danni causati dalla Sclerotinia sono gli ingiallimenti che poi degenerano in necrosi, formando macchie marroni sul tappeto erboso. Talvolta i prati colpiti da questo fungo presentano anche una patina biancastra nelle zone infettate.
Sono fattori di rischio gli ambienti umidi e i tagli azzardati del prato, troppo corti e frequenti, oltre che un’eccessiva irrigazione.
ELIMINARE LA SCLEROTINIA SUI TAPPETI ERBOSI: COME INTERVENIRE
Anzitutto va detto che ci sono almeno 3 buone tecniche di cura del tappeto erboso, per prevenire l’attacco di questo fungo: anzitutto limitare le irrigazioni, evitando di effettuarle la sera; inoltre effettuare ciclicamente delle concimazioni ricche di azoto; infine favorire la circolazione dell'aria nel terreno rimuovendo il feltro e sarchiando periodicamente il prato.
Quando l'infestazione si presenta e tende ad allargarsi, il modo migliore per debellarla è l'utilizzo di un antifungino ogni 15 giorni fino alla scomparsa della malattia. Gli antifungini si possono utilizzare preventivamente verso il mese di maggio (2-3 interventi), per scongiurare future infestazioni.
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Gennaio 27, 2017
L'Ifantria americana è un lepidottero molto diffuso, solitamente presente su Gelsi, Noci, Salici, Tigli, Aceri e Ciliegi. Le larve si nutrono delle foglie delle piante causando evidenti danni estetici oltre a indebolirle e comprometterne la salute. Frequentemente, a causa della intensa attività trofica, la defogliazione è completa.
Le farfalle sono lunghe alcuni centimetri e sono di colore bianco mentre le uova sono giallastre come anche le larve, che però presentano una riga nera sul dorso.
In inverno l'Ifantria si nasconde per tornare verso aprile a deporre le sue uova nella pagina inferiore delle foglie: in estate le infestazioni massicce si riconoscono a causa dei nidi sericei tessuti tra i rami, simili a ragnatele bianche. L’insetto adulto compie due generazioni all’anno, con presenza di larve in giugno-luglio e agosto-settembre.
IFANTRIA AMERICANA: COME INTERVENIRE
È molto importante monitorare frequentemente le piante colpite, soprattutto verso giugno-luglio, cioè il periodo in cui le infestazioni si presentano con...
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Gennaio 24, 2017
Il Rhizoctonia (Rhizoctonia solani ) è un fungo che, favorito da temperature alte e umidità elevata, provoca marciumi radicali, necrosi fogliari e avvizzimento dei prati in cui abita. Resistente e difficilmente visibile, si annida nel terreno e si propaga velocemente tramite il contatto diretto, l’acqua di irrigazione, gli insetti e persino le correnti d’aria.
Colpisce le più comuni specie di tappeti erbosi: sopravvive a temperature comprese tra i 9° C e i 30° C, ma le temperature ottimali per il suo sviluppo sono tra i 20 e i 30°C, con temperature notturne superiori ai 16°C.
Le piantine infette si riconoscono a causa dei marciumi nella zona del colletto, che possono poi raggiungere le radici e le foglie e causare il deperimento di tutta la piantina.
Talvolta lo sviluppo della Rizoctonia solani è stimolato da pratiche di coltivazione sbagliate: come per esempio eccessi nell’irrigazione o un taglio troppo basso.
RHIZOCTONIA SUL PRATO: COME INTERVENIRE
Possiamo risolvere il problema con un fungicida sistemico contro il Rhizoctonia solani.
Per prevenire il fungo possiamo prevedere 2-3 interventi nei mesi di aprile-maggio. In caso di comparsa è importante agire subito ai primi sintomi, poiché si diffonde molto velocemente.
Anche concimare frequentemente il terreno scongiura la presenza del fungo, perché rafforza la flora antagonista, utile a mantenere la salute delle piante.
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Gennaio 20, 2017
La Cecidomia del Bosso è una delle malattie più temute che possano colpire questa bellissima pianta ornamentale.
Le larve della Cecidomia sono molto piccole, di colore giallastro e si nutrono dei tessuti del Bosso nel periodo che va da giugno ad aprile dell'anno successivo. Gli attacchi di questi ditteri si riconoscono principalmente dalle foglie, che prima ingialliscono e poi cadono.
Le larve, annidate all'interno della foglia, depongono le uova provocando un tipico rigonfiamento che si nota su entrambe le pagine fogliari. Durante l'inverno, le larve trovano riparo nelle foglie e si nutrono della pianta fino a primavera, quando diventano adulte e sono pronte per deporre le uova e dare inizio a un nuovo ciclo.
La pianta dopo diversi attacchi, si indebolisce e può deperire, per questo motivo si consiglia di agire tempestivamente ai primi segni di infestazione.
CECIDOMIA DEL BOSSO: COME FARE
Nel caso di attacchi lievi, si consiglia di raccogliere e distruggere le parti infestate prima dello sfarfallamento degli esemplari adulti, in modo da evitare un nuovo ciclo di larve.
Potando il Bosso infestato verso aprile-maggio, potremo scongiurare future defogliazioni senza utilizzare prodotti invasivi.
La Cecidomia è sensibile alla lotta biologica, si possono pertanto provare rimedi quali prodotti a base di Bacillus Thuringiensis e repellenti naturali come infusi di ortica o aglio. Se però l'infestazione è massiccia e continua nel tempo, si deve ricorrere a prodotti di sintesi.
Per abbattere gli esemplari adulti si deve intervenire nel mese di aprile, mentre se il problema sono le larve nate dopo la schiusa estiva, agiremo in autunno. Molto efficaci e a effetto immediato sono i prodotti a base di piretro, da spruzzare sul fogliame ogni giorno per...
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Gennaio 16, 2017
Il terreno del giardino garantisce la vita e la salute delle piante, che attraverso le radici assorbono acqua e nutrimento. È compito nostro tutelarne la fertilità e scegliere substrati ricchi e leggeri per il rinvaso delle piante e durante la messa a dimora in giardino.
TERRENO DEL MIO GIARDINO: UN PICCOLO TEST
Per capire la natura del suolo, vi invitiamo a fare un semplice esperimento: prendete un pugno di terra e lavoratelo un poco tra le dita.
Il terreno migliore sarà sodo ma non compatto e con un buon odore di bosco e di foglie. Se ha odore di muffa o di polvere, significa che il terreno è andato a male o è vecchio e non si deve utilizzare.
Se invece il terriccio si sbriciolasse subito nella mano, significa che è molto friabile e torboso: è povero e si disidrata rapidamente. Possiamo intervenire aggiungendo sostanze organiche come stallatico o terriccio da compostaggio, per renderlo più sodo e in grado di conservare i fattori nutritivi.
Quando, infine, la consistenza è densa e collosa, si tratta di terra argillosa, pesante e compatta. Va migliorata incorporando sostanza organica e materiali inerti, come sabbia o biglie di argilla espansa, per favorirne la porosità. Possiamo trovare in commercio alcuni terricci già addizionati con palline di polistirolo, per renderli molto leggeri e drenanti. Un altro trucco per rendere il terreno leggero è quello di miscelare al substrato della sabbia, in modo tale che sia circa un terzo di tutto il terriccio: sarà perfetto per le piante sensibili al ristagno idrico.
RISPETTATE LE ESIGENZE DELLE PIANTE
Quando parliamo di qualità del terriccio, dobbiamo anche tenere conto che alcune piante hanno esigenze particolari, che non possono essere sottovalutate...