I biostimolanti per le piante sono sostanze naturali che, se utilizzate in piccole quantità, sostengono le piante nella corretta crescita. Non sono concimi, né ammendanti, né agrofarmaci e non li sostituiscono: sono sostanze naturali che stimolare i processi nutrizionali delle piante indipendentemente dal tenore di nutrienti del prodotto. In questo modo potenziano la fioritura, migliorano l’allegagione e aiutano la pianta a superare gli stress abiotici. Cioè quelli provocati da errori di coltivazione e non da parassiti o funghi.
Quali sono i biostimolanti per le piante?
Possono essere riuniti in macro categorie principali: gli acidi umidi, i sali inorganici, i prodotti contenenti ormoni (come gli estratti di alghe) e quelli contenenti aminoacidi.
Il Decreto 75/2010 indica un elenco di sostanze considerabili come biostimolanti: idrolizzato proteico di erba medica, epitelio animale idrolizzato (solido o fluido), estratto (liquido o solido) di erba medica, alghe e melasso, estratto acido di alghe Fucales, inoculo di funghi micorrizici, idrolizzato enzimatico di Fabaceae, filtrato di crema di alghe (tal quale o in soluzione), estratto umico di leonardite ed estratto fluido azotato a base di alga Macrocystis Integrifolia.
I biostimolanti più utilizzati per il giardinaggio sono a base di estratti di alghe e sono utili per migliorare la fertilità del terreno e rafforzare le difese naturali della pianta.
Troviamo poi le sostanze umiche, derivate dalla decomposizione di materiali organici, provenienti da humus fossile (come la Leonardite) o da compost.
Possiamo coltivare la Escolzia se desideriamo avere una fioritura prolunga da maggio fino a settembre con grandi infiorescenze variopinte.
Le Escolzie sono un genere di piante erbacee da fiore che comprende almeno 15 specie. Quella più diffusa nei giardini è la Eschscholzia californica, detta anche Papavero della California. È una bella pianta annuale, tollera le gelate tardive perché resiste fino a 0°C ma non il freddo prolungato.
Il fogliame è molto decorativo e spunta su fusti che possono raggiungere i 30/40 cm di altezza. Il fogliame è elegante e frastagliato mentre i grandi fiori sono composti da 4 petali bianchi, gialli, arancioni o rosso a seconda della varietà.
I semi, piccoli e numerosissimi, sono contenuti in un baccello lungo 4–5 cm.
Un altro buon motivo per coltivare la Escolzia sono le sue proprietà terapeutiche. È infatti una pianta medicinale e viene utilizzata con insonnia e stati d'ansia.
Le malattie delle Orchidee possono essere tante e di varia natura. Possiamo però ricondurle a 3 cause principali: i parassiti, le malattie fungine o le fisiopatie. Queste ultime sono alterazioni della pianta non causate da insetti o spore, ma dal clima, dalla luce, dalla temperatura e anche dai nostri errori di coltivazione.
Malattie delle Orchidee: i sintomi
L’afflosciamento delle foglie o la caduta dei boccioli possono essere provocati da un’irrigazione troppo abbondante oppure da una malattia fungina. In presenza di una alterazione della pianta, dobbiamo quindi per prima cosa escludere la presenza di insetti o funghi.
Anche con l’aiuto di una lente d’ingrandimento osserviamo attentamente tutte le parti della pianta, alla ricerca di tracce degli insetti. Puntini decolorati, microscopiche ragnatele e sostanze appiccicose (melata) sono tracce della presenza di Acari, Ragnetti rossi o gialli e Afidi. Macchie scure o necrotiche sulle foglie sono invece sintomi di una malattia fungina.
La Caryota mitis è un particolare tipo di Palma caratterizzata da stranissime foglie bipennate e dentellate. Proprio come la coda di un pesce, da cui prende il soprannome.
In natura, nelle foreste tropicali asiatiche, supera i 10 metri di altezza ed è un vero e proprio albero. Produce anche tanti fiori a grappolo che diventano frutti viola, velenosi per l’uomo.
Possiamo facilmente coltivarla in vaso come pianta d’appartamento. In questo caso non supererà i 150 cm di altezza e non produrrà frutti.
Caryota mitis: habitat ideale
È una pianta tropicale e quindi ama le temperature costanti, tra i 17°C e i 23°C, e ambienti con un’alta umidità. Al contrario temono il freddo e deperiscono sotto i 15°C.
Il nostro appartamento è quindi l’ambiente ideale per coltivare la Caryota mitis a patto di prestare attenzione ad alcuni particolari. Evitiamo posti vicino a una finestra che potrebbe produrre spifferi gelidi in inverno. Così come vanno evitate le vicinanze a fonti di calore o condizionatori.
Scegliamo un posto molto luminoso ma protetto dai raggi solari diretti. Per esempio dietro una finestra protetta da una tenda leggera.
Quando le temperature minime superano ampiamente i 15°C possiamo spostarla all’esterno. Avendo cura di scegliere un luogo ombreggiato. A settembre dovremo riportarla in un luogo protetto.
Usare il Tannino sulle piante ci permette di ottenere numerosi benefici. Precisiamo subito che il Tannino è una sostanza del tutto naturale e viene estratto dagli alberi. Fa parte dei polifenoli, antiossidanti presenti nel mondo vegetale, e serve alle piante per crescere in presenza di troppa umidità e limitare l’attacco di funghi, batteri e parassiti. Come fanno le Mangrovie a crescere nell’acqua o i Castagni nei boschi umidi e piovosi senza prendere malattie fungine? Grazie al Tannino!
In agricoltura biologica questa capacità è stata analizzata e sperimentata da molti anni. Sia con diversi tipi di applicazioni (in particolare fogliare e radicale), sia nelle diverse parti del giardino (orto, ornamentali, piante da frutto, ecc.).
Come e perché usare il Tannino sulle piante
I Tannini possono avere una diversa origine botanica, ma per la cura delle piante si utilizza quello estratto con metodi...
I fertilizzanti a cessione programmata sono l’ultimo ritrovato della ricerca per venire incontro alle esigenze degli appassionati. Quante volte ci siamo dimenticati di concimare le piante del giardino o quelle in vaso? Con i concimi liquidi, da diluire nell’acqua per l’irrigazione ogni 15 giorni, può capitare. E quante volte ci è capitato di bruciarele radici per aver esagerato? Per non parlare di chi ama circondarsi di piante ma ha pochissimo tempo da dedicargli.
La “rivoluzione” apportata dai fertilizzanti a cessione programmata consiste nel fatto che è sufficiente una sola applicazione all’anno!
I fertilizzanti a cessione programmata: basta 1 volta all’anno!
I fertilizzanti a cessione programmata sono costituiti da granuli avvolti da una speciale membrana semipermeabile in resina, totalmente naturale ed estratta da oli vegetali.
I granuli contengono tutte le sostanze nutritive: naturalmente Azoto (N), Fosforo (P), Potassio (K) ma anche una serie di microelementi essenziali alla crescita ottimale delle piante in vaso e non. Come Ferro (Fe), Manganese (Mn), Rame (Cu) e Zinco (Zn).
L’umidità del terreno, che penetra nei pori della membrana in resina, rende solubili i nutrienti contenuti all’interno. Cioè li scioglie, in modo siano subito assimilabili dalle radici.
Con l’aumentare della temperatura e quindi con la ripresa vegetativa delle piante la membrana si apre e libera le sostanze nutritive nel terreno. In questo modo, sfruttando l’azione sinergica dell’umidità e della temperatura, rilasciano le sostanze nutritive nel giusto dosaggio, in modo graduale e nel momento giusto.
Come e quando si usano
Anzitutto vi suggeriamo ove possibile di scegliere un fertilizzante specifico per il tipo di pianta. In modo abbia un titolo, cioè un rapporto tra Azoto (N), Fosforo (P), Potassio (K), ottimale. Per esempio i concimi a cessione programmata per Rose e arbusti da fiore hanno un titolo NPK 22-7-14 mentre quelli per Agrumiha un NPK 20-7-16.
I fertilizzanti a cessione programmata si possono usare...
Possiamo coltivare i Lisianthus in giardino per creare delle belle bordure fiorire, ma possiamo coltivarlo con successo anche in vaso sul terrazzo e in casa. La particolarità di questa pianta sono le sue belle fioriture che iniziano in primavera e durano fino alla fine dell’estate. I suoi fiori recisi, eleganti e con stelo lungo, sono molto utilizzati per abbellire composizione e i bouquet delle spose.
Il Lisianthus (Eustoma) è un genere di piante della famiglia delle Gentianaceae, originarie del sud America e dei Caraibi. È una pianta erbacea che generalmente viene coltivata come annuale per utilizzarne i fiori recisi. Ma se la coltiviamo in un ambiente protetto, come la casa, possiamo coltivarla come perenne.
La pianta è composta da lungi steli, anche 60 cm, con foglie di colore verde scuro, lanceolate con aspetto ceroso. I fiori sono tendenzialmente bianchi ma esistono varietà viola e bicolori e sbocciano in cima allo stelo.
Molti green lovers iniziano a coltivare la Dicentra spectabilis per la particolarità dei suoi fiori a forma di cuore. La Dicentra spectabilis è una pianta erbacea perenne e in giardino viene spesso coltivata in gruppi per creare bordure e aiuole fiorite. Ma possiamo coltivare con successo la Dicentra spectabilis anche in vaso.
Resiste al freddo e agli ambienti “difficili” e può essere coltivata in tutta Italia.
I fiori spuntano in fila sui rami da maggio a luglio. Di solito sbocciano infiorescenze di colore rosa con un cuore bianco, ma non mancano le varietà completamente bianche.
La Rebutia è composta da piccole piante con forma sferica allungata. Sono spinose, spesso coperte di una lanugine chiara e non superano gli 8 cm di diametro. Il vero miracolo è la fioritura poiché spesso le infiorescenze sono più grandi ed evidenti della pianta! Dall’inizio della primavera fino alla fine dell’estate, infatti, le piante Rebutia con almeno 2/3 anni producono delle infiorescenze molto grandi a forma di calice. Le diverse specie di Rebutia possono avere fiori di colori diversi: rosso, arancione, giallo e bianco.
Dove coltivare la Rebutia
In natura la Rebutia è originaria del sud America e quindi richiede temperature abbastanza calde. La nostra casa è l’habitat ideale. Possiamo spostarla sul terrazzo in estate in una posizione ombreggiata ma dobbiamo riportarla in casa in autunno poiché non tollera il freddo sotto gli 8°C.
In casa posizioniamola in un luogo luminoso: ha bisogno di molta luce per fiorire. Evitiamo però di esporre la Rebutia ai raggi solari diretti, specialmente nelle ore più calde della giornata.