Stai cercando delle piante resistenti al freddo per decorare il terrazzo anche in inverno? Ecco 10 piante capaci di tollerare anche i freddi più intensi con caratteristiche peculiari per ogni esigenza.
Piante resistenti al freddo: 10 varietà da non perdere per il terrazzo!
1. Lauroceraso
Su un terrazzo abbiamo bisogno anzitutto di piante sempreverdi, utili per costruire siepi o “pareti verdi”. Tra quelli che resistono meglio al freddo merita una menzione il Lauroceraso (Prunus lurocerasus), un arbusto vigoroso perfetto per realizzare siepi schermanti. Tollera il freddo fino a -15°C.
2. Viburno
Sempre per realizzare “pareti verdi”, anche il Viburno ha un’ottima tolleranza al freddo: alcune varietà arrivano a -20°C. Il Viburno tino (Viburnum tinus) è un arbusto compatto, con grandi foglie di colore verde scuro, indicato per la coltivazione in vaso sul terrazzo. Anche il Ligustro(Ligustrum ovalifolium) è un’ottima alternativa: resiste fino a -15°C e ci sono varietà con foglie screziate molto decorative.
3. Deutzia scabra
Accanto alle “pareti verdi” dobbiamo però affiancare delle fioriture. La Deutzia appartiene alla famiglia delle Hydrangeaceae, quella delle Ortensie, e da maggio a luglio produce tanti fiori bianchi e rosa a forma di stella riuniti in vistosi grappoli. Non tutte le Deutzie tollerano il freddo, ma la ...
Coltivare la Cambria è facile e ci ripaga con fioriture davvero straordinarie. È bene però sapere che il termine “Cambria” non identifica un genere di Orchidee ma viene utilizzato per classificare una serie di ibridi ottenuti dall’incrocio tra diverse piante della famiglia delle Orchidaceae. In particolare di Brassia, Cochlioda, Miltonia, Odontoglossum e Oncidium.
È un uso iniziato circa un secolo fa, quando si sviluppò l’ibridazione delle Orchidee e la Vuylstekeara Cambria Plush riscosse molto successo. Il marchio commerciale Cambria, inventato dall’ibridatore belga, fu talmente associato a questi nuovi ibridi molto spettacolari da venire utilizzato oggi come nome comune per identificare gli ibridi di Orchidea caratterizzati da fiori maculati e colori vivaci.
Le Cambria, un po’ come tutte le Orchidee, hanno pseudobulbi da cui si sviluppano lunghe foglie nastriformi di colore verde intenso. Tra le foglie spunta il lungo stelo floreale su cui spiccano fino a 7 boccioli.
Essendo incroci intergenerici possono fiorire in primavera e in autunno in funzione delle Orchidee utilizzate per l’incrocio. I tempi di fioritura e le temperature minime possono quindi variare. Naturalmente anche i colori dei fiori possono molto cambiare: gli ibridi servono anche a quello, oltre a migliorare le performance della pianta rispetto alle temperature e ai parassiti. Di solito le Cambrie hanno colori molto vivaci, dal rosso al viola, dal giallo all’arancio e spesso hanno petali screziati o maculati.
Quella di travasare i Cactus è un’operazione che dobbiamo prevedere periodicamente, anche se molte delle piante appartenenti alla famiglia delle Cactaceae sono contraddistinte da una crescita molto lenta.
Quando travasare i Cactus
In linea di massima è consigliabile rinvasare i Cactus ogni 3 anni con l’obiettivo di sostituire il vecchio terriccio esausto con un nuovo substrato. Naturalmente dipende anche dal tipo di pianta e dalla grandezza del vaso: in quest’ultimo caso sarà sufficiente sostituire il terriccio superficiale.
Ma ci sono altri casi che ci dovrebbero indurre a travasare un Cactus.
Se le radici della pianta fuoriescono dal fondo del vaso o attraverso i fori di drenaggio, è probabile che il vaso sia diventato troppo piccolo. Può capitare con le piante appena acquistate in vasi di piccolissime dimensioni, che vanno sostituiti con un contenitore più grande.
Se il terriccio è troppo compatto, umido o manifesta la presenza di spore fungine, forse abbiamo esagerato con l’acqua. Prima dell’insorgere di una malattia fungine sulla pianta, è bene rinvasare la pianta avendo cura di buttare il vecchio terriccio e cambiamolo con nuovo substrato specifico per piante grasse.
In ogni caso, è importante scegliere un nuovo vaso che sia solo leggermente più grande del vecchio e utilizzare un terreno specifico per piante grasse con un buon drenaggio per evitare che le radici marciscano.
Il periodo migliore per il travaso è la primavera inoltrata. Vanno evitati i periodi in cui le piante sono già stressate da fattori climatici, come l’afa estiva o il gelo invernale. In casi urgenti, come un terriccio contaminato da funghi o uova di insetti parassiti, possiamo rinvasarlo in qualsiasi periodo dell’anno, ma evitiamo di danneggiare le radici...
Usare Sapone Molle e Olio di Neem contro gli afidi e altri parassiti delle piante è un’ottima soluzione biologica, efficace e testata.
Olio di Neem contro gli afidi delle piante: perché usarlo
L’Olio di Neem è un prodotto totalmente naturale ottenuto dalla lavorazione dei semi di una pianta originaria dell’India, il Neem o Nim (Azadirachta indica). I semi contenuti nel frutto del Neem sono ricchi di limonoidi e di oltre 100 principi attivi, tra cui l’azadiractina usata come insetticida e acaricida in agricoltura biologica. Un po’ tutte le parti della pianta contengono azadiractina, infatti nei paesi di origine c’è la tradizione di inserire foglie di Neem negli armadi e nei libri per tenere lontani i parassiti, ma sono particolarmente concentrati nei semi. Un’abitudine storica figlia dell’osservazione: l’albero di Neem non veniva attaccato dai parassiti.
Oggi sappiamo perché: l’azadiractina svolge un’azione fagorepellente e rende le foglie disgustose per gli insetti parassiti. Non solo: svolge anche un’azione translaminare, cioè penetra nei tessuti e quindi raggiunge tutte le parti della pianta. Se viene applicato per via radicale ha discrete proprietà sistemiche ed esplica la sua azione nel tempo.
È bene precisare che il Neem non influenza l’azione degli impollinatori e delle api. È biodegradabile al 100% e rappresenta anche ottimo concime organico azotato, particolarmente utile per aiutare la pianta a superare l’arresto vegetativo dovuto a stress abiotici (carenze idriche, salinità del terreno, ecc.) e biotici (attacchi fungini, batterici, virali e di insetti fogliari...
L’ultima novità dei centri giardinaggio è l’invito a coltivare la Coffea Arabica, cioè la pianta del Caffè, che spesso viene proposta all’interno di grandi tazze al posto del vaso, proprio per richiamare la nota bevanda. Una simpatica idea regalo!
Avete ricevuto una pianta del Caffè e non sapete come coltivarla? Ve lo diciamo noi!
Per coltivare il Solanum pseudocapsicum in tutta Italia è meglio ricorrere a un vaso, in modo da poterlo spostare in casa in inverno poiché teme il freddo sotto gli 8°C. Solo se viviamo nel sud Italia, in zone con inverni miti e poco ventose, possiamo coltivarlo in piena terra in giardino.
Se preferiamo una pianta da esterno, meglio puntare su altre varietà di Solanum. Come il Solanum jasminoides, le cui radici tollerano il freddo fino a -8°C anche se la parte aerea muore, oppure il Solanum Rantonnetii che tollera fino a -5°C.
Il Solanum capsicastrum è una pianta perenne sempreverde e produce tanti fiori bianchi da giugno fino a ottobre. Durante l’inverno si trasformano in bacche che passano dal verde, all’arancione al rosso intenso man mano che maturano. In commercio possiamo trovare anche ibridi con bacche bianche o più grandi.
In presenza di animali domestici e bambini piccoli attenzione alle bacche: sono velenose per gli animali e tossiche per gli umani.
Dove coltivare il Solanum pseudocapsicum
In primavera posizioniamo il vaso in casa vicino a una finestra. Per fiorire ha bisogno di molto sole diretto. Attenzione però gli spifferi freddi: evitiamo quindi le finestre che vengono aperte spesso in inverno.
In estate, quando le temperature minime notturne saranno stabilmente sopra i 15°C, possiamo spostare il vaso sul terrazzo in una posizione soleggiata.
Al termine della fioritura e quando le temperature minime tendono ad avvicinarsi ai 10°C spostiamo la pianta in casa.
Curare la Calluna vulgaris tutto l’anno non è difficile. È una pianta perenne e dopo la fioritura possiamo continuare a coltivarla per avere nuove infiorescenze nel prossimo autunno.
La Calluna vulgaris, conosciuta anche come Brugo o come Erica selvatica, è una pianta erbacea sempreverde perenne caratterizzata da rami con foglie aghiformi e tanti piccoli fiori. Le piante adulte, dopo circa 5 anni, creano un cespuglio di circa 50 cm di altezza e larghezza. È una pianta da esterno: tollera il freddo ma il non ama il caldo intenso.
In autunno e inverno, indicativamente da agosto a novembre, produce tante piccole infiorescenze tubolari o campanulate raccolte in racemi, di bianche, rosa o viola. Come dobbiamo comportarci dopo la fioritura?
Come curare la Calluna vulgaris dopo la fioritura invernale
Diciamo subito che la Calluna ha una forte resistenza al gelo ma non ama il caldo troppo intenso e secco delle nostre estati. La temperatura ideale di coltivazione è intorno ai 20°C, quindi in estate scegliamo una posizione ombreggiata e ben ventilata.
Al termine della fioritura possiamo potare i rami di un terzo, per eliminare le parti danneggiate e i fiori appassiti.
Sei alla ricerca di piante da appartamento originali per arricchire il tuo spazio verde domestico? Ecco alcuni suggerimenti che potrebbero aiutarti!
Piante da appartamento per il 2023
La Monstera deliciosa: la regina delle piante da appartamento
La Monstera (Monstera deliciosa) sta lentamente conquistando anche gli appassionati italiani, affascinati dalle sue grandi foglie bucherellate, molto originali e decorative. Il nome Monstera deriva proprio dalla forma “mostruosa” delle foglie. È una pianta tropicale della famiglia della Araceae, molto adatta per essere coltivata come pianta da appartamento.
Il Philodendron Monstera obliqua per chi non ha spazio
Se vogliamo delle foglie ancora più bucherellate ma non abbiamo molto spazio in casa, al posto della Monstera deliciosa possiamo scegliere un Philodendron Monstera obliqua detto anche Monstera adansonii. È una copia della deliciosa ma in piccolo.
La Pilea peperomioides, la “pianta dei soldi”
Fino a pochi anni fa era quasi sconosciuta, ma dal 2020 la Pilea peperomioides ha trovato sempre maggiore spazio nelle case italiane grazie al suo portamento elegante. È caratterizzata da foglie carnose, lisce e rotonde simili a monete: infatti il suo nome, Pilea, significa soldi ed è nota anche con il soprannome di pianta dei soldi.
Begonia maculata, una pianta a pois!
La Begonia maculata è una particolare varietà caratterizzata da foglie di colore verde lucido con pois bianchi. Sulla pagina inferiore...
Se amiamo il blu e l’azzurro possiamo coltivare gli Agerati (Ageratum houstonianum): sono piante semplici da coltivare e ci ripagano con lunghe fioriture, che iniziano ad aprile e si protraggono fino a ottobre, ai primi freddi.
Ci sono tante specie di Agerato e l’Ageratum houstonianum è particolarmente apprezzato per sui suoi steli sbocciano, riuniti in corimbi, tanti buffi fiori a pompon, con colori che variano dal blu, al celeste all’azzurro.
Ci sono varietà giganti che raggiungono i 50 cm d’altezza e nane che non superano i 20 cm. Queste ultime sono particolarmente indicate per una coltivazione in vaso sul terrazzo.
L’Ageratum houstonianum viene coltivato in giardino per donare un tocco di colore alle aiuole o alle bordure. Non resistendo al freddo viene coltivato come pianta annuale. Se invece coltiviamo l’Agerato in vaso possiamo proteggerlo in una serra fredda in inverno per farlo tornare a fiorire nella primavera successiva.
Dove coltivare gli Agerati
Scegliamo una posizione soleggiata per ottenere abbondanti fioriture. Cresce bene anche in mezz’ombra ma fiorirà meno.
Come coltivare gli Agerati in giardino
Per la creazione di aiuole o bordure fiorite possiamo ricorrere sia alle varietà giganti sia a quelle nane.
Trattandosi di piante annuali di solito la coltivazione inizia dai semi per contenere la spesa. Anzitutto dovremo lavorare il terreno dell’aiuola per preparare un letto di semina fertile e senza sassi o erbacce. Approfittiamo dell’occasione per integrare nel terreno una dose di fertilizzante a lenta cessione per piante da fiore, che...