Per i green lovers è sempre più importante saper utilizzare correttamente gli elicitori sulle piante per difenderle da insetti e malattie fungine. Dopo i recenti divieti, che hanno fortemente limitato la vendita di agrofarmaci agli hobbisti, gli appassionati sono obbligati ad acquisire le tecniche agronomiche e le soluzioni utilizzate già con successo nell’agricoltura biologica professionale.

Non dobbiamo più intervenire quando la pianta è infestata e la lotta è più difficile senza far ricorso alla chimica, ma dobbiamo agire preventivamente per fare in modo che le malattie fungine e i parassiti non trovino le condizioni ideali per proliferare sulle nostre colture. Spesso il successo si ottiene attraverso l’uso combinato di differenti soluzioni.

Gli elicitori sulle piante: cosa sono le “sostanze di base”

Nel 2009 un regolamento della Comunità Europea ha definito con precisione le sostanze di base. Cioè una serie di materie prime di origine naturale (vegetale o minerale), spesso già utilizzate in agricoltura biologica per gli effetti benefici nella lotta contro le malattie fungine e i parassiti fitofagi.

Non si tratta quindi prodotti fitosanitari, ma sostanze che migliorano e stimolano le difese delle piante contro i parassiti e le malattie fungine. Una delle prime sostanze di base riconosciute è l’Equiseto (Equisetum arvense o Coda cavallina), che ha un alto contenuto di Silice e svolge un’azione di contrasto contro le spore di molte malattie fungine (Bolla, Monilia, Oidio, Peronospora, Ruggine, Ticchiolatura) e rinforza le difese naturali delle piante. Un altro esempio è l’Estratto di Ortica che contiene una sostanza urticante utile contro Acari, Afidi e Cocciniglie.

Gli elicitori fanno parte delle sostanze di base ma hanno una caratteristica distintiva.

Cosa sono e perché sono utili per difendere le piante

Le piante sono dotate naturalmente di sistemi di difesa dai parassiti, un po’ come succede con il nostro sistema immunitario. La necessità di sopravvivere e l’evoluzione della specie millenaria ha dotato le piante di sistemi anche molto sofisticati.

I piccoli peli spinosi che crescono sugli steli dei Pomodori o delle Zucchine servono per impedire a insetti come gli Afidi di arrivare a pungere la pianta. In generale le spine servono per tenere lontani gli animali erbivori e per la stessa ragione alcune piante producono foglie amare o addirittura velenose.

Non solo: è stato dimostrato che quando una pianta viene aggredita da un parassita, la presenza “nemica” viene rilevata e le difese immunitarie si concentrano nel punto attaccato. Le molecole maggiormente coinvolte in questo processo sono le fitoalessine, che comprendono diverse specie come i flavonoidi e i terpeni. Un modo per difendersi dagli attacchi di insetti pungenti/succhianti, come gli Acari (ragnetti rossi) o Afidi (pulci delle piante), può essere per esempio rafforzare la cuticola esterna delle foglie. Per renderle meno perforabili dai rostri di questi insetti.

Gli elicitori sono sostanze di origine naturale e consentite in agricoltura biologica che stimolano lo sviluppo delle difese immunitarie naturali poiché simulano l’attacco di un parassita o di un fungo. Possiamo usare gli elicitori sulle piante da orto, da frutto, ornamentali e anche per il tappeto erboso.

Il regolamento della Comunità Europea indica diversi elicitori utili per il giardinaggio, tra cui citiamo il saccarosio, la laminarina ottenuta da alghe e il chitosano.

Il chitosano è un prodotto dell’industria alimentare ed è estratto dai gusci dei crostacei. È un elicitore che aumenta la resistenza delle piante contro diversi funghi e batteri patogeni. Pur essendo innocuo per le piante, il chitosano ha una struttura cellulare simile a quella delle spore fungine: la pianta percepisce di essere attaccata da un fungo e risponde mettendo in campo le sue difese naturali. È utile in particolare contro l’Oidio, la Ruggine, l’Alternaria, la Fusariosi e il Dollar Spot, una malattia fungina che colpisce i tappeti erbosi. Si può applicare ogni 15 giorni nel periodo di maggiore esposizione alle malattie fungine, per un massimo di 8 interventi annuali.