Usare i Lupini Macinati, così come il Sangue di Bue o il Corno Torrefatto, è utile per coltivare le piante in vaso o del giardino in modo biologico, dando la precedenza a prodotti di origine naturale – organica – sia per la difesa sia per la nutrizione.
Per nutrirsi le piante traggono gli alimenti dal suolo. Ma a poco a poco le risorse tendono a esaurirsi. L’apporto regolare di concime è perciò necessario per ricostituire la riserva nutritiva del terreno e far crescere forti le piante. Questo lo sanno anche i parassiti che preferiscono attaccare le piante più deboli e stentate.
Ogni specie ha esigenze nutritive diverse. È perciò importante che ciascuna coltura riceva il giusto nutrimento nel momento del reale bisogno.
USARE I LUPINI MACINATI CON GLI AGRUMI
Tra i concimi di origine naturale e consentiti in agricoltura biologica, possiamo per esempio...
L’atto di concimare un orto è molto importante poiché garantisce raccolti maggiori e di miglior qualità. Se non lo abbiamo già fatto a febbraio, in quella che viene definita la rifinitura del letto di semina, possiamo effettuarla anche a marzo e comunque all’atto di preparare il terreno per la semina e i trapianti.
Con una vanga e un rastrello possiamo lavorare il terreno facendo in modo di rompere le zolle più coriacee e rendere il substrato più leggero e poroso. La rottura delle zolle createsi in inverno, permette alle piogge di penetrare più a fondo nel letto di semina regalandoci, quando verranno le belle giornate, un substrato più morbido, più fine e soffice. Cioè l’ideale per seminare e trapiantare le piantine e gli ortaggi.
CONCIMARE UN ORTO IN MODO NATURALE
Mentre si lavora il letto di semina è buona norma incorporare nel terreno una buona dose di concime organico, cioè naturale e consentito in agricoltura biologica, che sarà il fondamento nutritivo del nostro orto e aiuterà nello sviluppo i semi e stimolerà l’attecchimento delle radici delle...
La lotta alle Cocciniglie impegna molti appassionati di giardinaggio poiché sono insetti molto diffusi e dannosi. Si alimentano succhiando la linfa dalla pianta e, a prescindere dagli organi che attaccano (foglie, rami, tronco, frutti o radici), provocano vistosi deperimenti. I danni si spingono fino alla perdita totale del raccolto o della pianta stessa. Praticamente nessuna pianta ornamentale o da frutto ne è indenne.
I danni sono in genere visibili a partire dalla tarda primavera, ma in quella fase l’invasione è in atto e l’unica via controllo è quella di utilizzare degli insetticidi sistemici. In autunno invece possiamo colpire le Cocciniglie nel momento in cui sono più esposte, anche con prodotti naturali e consentiti in agricoltura biologica.
PREVENIRE E’ MEGLIO CHE CURARE
Se consideriamo il ciclo biologico di molte Cocciniglie, scopriamo infatti che le neanidi, cioè le forme giovanili dell’insetto che daranno origine ai nuovi adulti e alla infestazione primaverile, sono già presenti e particolarmente vulnerabili in autunno.
In questo periodo infatti il trattamento oltre a raggiungere meglio l’insetto, in quanto la vegetazione che lo protegge è assente o assai minore, risulta molto più efficace in quanto le strutture di difesa del parassita non si sono ancora sviluppate o quasi assenti.
QUANDO TRATTARE
Specialmente nelle piante a foglia caduca, il momento ideale è quello compreso tra l’inizio e la fine caduta foglie (in genere ottobre/novembre): periodo in cui i ricoveri naturali dell’insetto come gli anfratti della corteccia sono più esposti e quindi facilmente raggiungibili dal trattamento.
Tutti noi possiamo produrre compost in giardino, seguendo l’antica pratica del compostaggio domestico dei rifiuti vegetali. Sia nella stagione vegetativa, sia in inverno considerando la potatura, il giardino produce una grande quantità di materiali organici. Tramite il compostaggio possono essere reimmessi nel ciclo naturale in modo vantaggioso per il terreno oltre che per il portafoglio.
In sostanza con il compostaggio riproduciamo in forma controllata e accelerata i processi naturali che trasformano la sostanza organica in humus.
PRODURRE IL COMPOST IN GIARDINO: QUALI MATERIALI COMPOSTARE
Tutti i rifiuti contenenti materiali organici di origine vegetale possono essere usati per fare compost: sfalci d’erba (esclusi i 2-3 tagli successivi all’applicazione di un erbicida), bucce di verdura, cimature di ortaggi e fiori, foglie secche, potature di legno, lettiere di conigli, piccioni e volatili.
Nel compostatore non vanno introdotti i rifiuti o sostanze non completamente biodegradabili o se contaminati da sostanze pericolose, tossiche o nocive. Attenzione inoltre a non utilizzare piante o parti di piante malate o marce in quanto propagheremo ulteriormente nel giardino l’infezione di cui sono affette. È inoltre controindicato aggiungere i residui di carne o di grasso.
Il prodotto che si ottiene è il compost verde che è un fertilizzante naturale ad alto contenuto in humus che migliora la qualità e la fertilità del suolo, rendendolo più soffice e leggero, in grado di trattenere maggiormente l’umidità e gli elementi fertilizzanti, rendendoli disponibili alle radici in modo graduale.
Coltivare i Cavoli è una attività che possiamo affrontare davvero tutto l’anno. Mentre l’arrivo dell’autunno e dei mesi freddi solitamente coincide con l’inizio del periodo di riposo vegetativo di molti tipi di piante, per il Cavolo inizia il momento ideale per la raccolta e la semina.
Abbiamo a disposizione una grande varietà di Cavoli (precoci, tardive, medio-tardive, ecc.), che ci permettono di coltivare questa pianta praticamente per tutto l’anno. Quelli da raccogliere in primavera si seminano a settembre-ottobre, quelli estivi da gennaio a maggio e quelli invernali da maggio a luglio. Possiamo anche anticipare i tempi di semina se utilizziamo un semenzaio da conservare in un ambiente protetto: dopo circa 40 giorni potremo trapiantare le piccole piantine nell’orto.
Va anche detto che spesso usiamo il termine Cavolo per indicare piante differenti, come il Cavolo Verza, il Cavolfiore(bianco e rosso), il Cavolfiore Romanesco con le sue forme geometriche incredibili, il Cavolo Cappuccio, il Cavolo Broccolo fino ai Cavoli nani di Bruxelles.
COME COLTIVARE I CAVOLI: ATTENZIONE ALLA CONCIMAZIONE
I Cavoli prediligono ambienti con temperature miti, né troppo caldi né troppo freddi. Possono crescere in ambienti riparati, sebbene prediligano l’esposizione al sole diretto. Amano ambienti umidi e sopportano molto poco la siccità.
L’autunno è il momento giusto per coltivare le Cipolle, che saranno pronte da portare in tavola verso marzo-aprile.
La Cipolla è uno degli ortaggi poveri alla base della cucina mediterranea ed europea fin dai tempi più antichi ed è a tutt’oggi amata. Sia sulle nostre tavole, sia dai contadini perché è una pianta rustica, adattabile e semplice da coltivare. Inoltre, tra le diverse varietà di Cipolla esistenti, alcune cultivar si possono piantare all’inizio della primavera per raccoglierle in estate, altre invece vanno piantate in autunno per garantire raccolti dall’inizio della primavera, così da poterci permettere di godere dei bulbi delle cipolle per buona parte dell’anno.
Tra le varietà di Cipolla che è possibile coltivare in autunno possiamo trovare la cipolla rosata Savonese, le cipolle rossa e bianca di Lucca e le famose cipolle di Tropea.
COLTIVARE LE CIPOLLE: PARTIAMO DA SEME, BULBO O PIANTINA?
Potendo crescere nei mesi invernali, le Cipolle hanno un’ottima tolleranza al freddo, ma prediligono gli ambienti soleggiati e i climi temperati, né troppo caldi né troppo freddi, e odiano venti gelidi e bruschi cambi di clima.
La Cipolla si coltiva nell’orto e non in vaso poiché ha bisogno di molto spazio.
Abbiamo tre possibilità di scelta per la coltivazione: partendo dal seme, interrando il bulbo (detto bulbillo) oppure trapiantando delle piantine già cresciute acquistate in un centro giardinaggio.
Coltivare un orto nei mesi freddi è possibile. Naturalmente con qualche piccolo accorgimento nella scelta degli ortaggi e nelle protezioni da attuare.
Anche in autunno e in inverno ci sono piante che continuano a donare i loro tesori e fortunatamente, è possibile coltivare anche piante che fruttificano nei mesi freddi, in modo tale da avere soddisfazione dal nostro orto tutto l’anno. Altre piante si piantano in autunno affinché possano affrontare il loro sviluppo vegetativo all’inizio della prossima primavera.
Coltivare il Ribes significa avere a che fare con un piccolo arbusto rustico che, come spesso accade con i frutti di bosco, cresce spontaneamente in aree montane e prospera in ambienti simili. Le bacche lucide del Ribes sono uno dei tesori che il bosco può riservarci, che conosciamo insieme al Lampone, alle More, ai Mirtillie al Sambuco. Da secoli usiamo le sue bacche per sciroppi e marmellate.
I frutti più noti del Ribes sono le perle rosse, vivaci e lucide del Ribes Alpinum; in realtà, altre specie di Ribes generano bacche di colori diversi: il nero intenso delle bacche del Ribes Nigrum, il crema del Ribes Bianco (Ribes rubrum White Grape). Esiste anche una varietà, detta anche Uva Spina (Ribes uva-crispa), le cui bacche diafane assomigliano a piccoli acini di uva bianca.
Tutte le varietà di Ribes generano grappoli di fiorellini di colori tenui in primavera, che offrono i loro frutti da giugno a settembre.
Irrigare senza sprecare acqua è possibile ed è ormai anche un dovere morale. Ogni italiano, in media, consuma ogni giorno 241 litri di acqua: grazie anche alle dispersioni idriche dei nostri acquedotti (arrivano fino al 37%) siamo al primo posto in Europa per il consumo pro-capite. Lo sfruttamento intensivo di una risorsa così preziosa come l’acqua associato ai sempre più frequenti periodi di siccità, è fonte di danni per l’agricoltura e per la qualità del nostro stile di vita. Basti pensare alla riduzione del Lago di Bracciano e alla crisi idrica che ha affrontato Roma nel 2017.
È perciò un dovere di tutti impegnarsi a ridurre gli sprechi d’acqua anche in casa: per esempio usando rubinetti frangigetto ed elettrodomestici a basso consumo idrico, ma anche operando le giuste scelte per l’irrigazione del giardino o delle piante sul terrazzo.
IRRIGARE SENZA SPRECARE ACQUA: INIZIAMO DALLA SCELTA DELLE PIANTE
Il primo modo per risparmiare acqua è di scegliere delle piante adatte al clima nel quale abitiamo.
Se abitiamo in un ambiente caldo e secco meglio puntare sulle tante piante tipiche della macchia mediterranea, che l’evoluzione ha modellato per ridurre al minimo la necessità di acqua. Tra gli arbusti resistenti alla siccità possiamo puntare sul Biancospino, il Callistemom, il Corbezzolo, l’Ibisco di Siria, il Ligustro, l’Oleandro, il Pittosforo o la Santolina.
Le piante perenni da fiore che usiamo per le aiuole o le bordure richiedono molta acqua: se viviamo in un clima arido è meglio puntare su piante mediterranee o aromatiche come la Lavanda, l’Origano o il Rosmarino.