Coltivare la Borragine (Borago officinalis) è facile e la sua lunga fioritura può dare un piccolo tocco di colore ai nostri terrazzi per lungo tempo, dall’inizio della primavera all’inizio dell’autunno. Inoltre da secoli la borragine è usata in erboristeria e in cucina in molte ricette regionali, come i pansotti liguri, e le sue foglie possono essere utili anche per dare sapore ai nostri piatti, per esempio le torte salate. Attenzione però a usarla in cucina: la Borragine contiene alcaloidi pirrolizidinici che, se assunti in quantità, sono potenzialmente tossici per il fegato. Perciò va consumata con moderazione, va sempre usata cotta e ridotto al minimo l’uso in infusi e tisane. Sicuramente va evitata da chi ha problemi epatici e dalle donne in gravidanza o allattamento.
Usare i diserbanti in giardino è talvolta necessario poiché le erbe infestanti sono così chiamate perché alterano il rendimento delle nostre colture. Ecco dieci regole fondamentali per diserbare in sicurezza.
1. USARE I DISERBANTI IN GIARDINO: MA PERCHE’ DISERBIAMO?
Le piante infestanti possono:
rubare lo spazio vitale alle nostre colture
sottrarre sostanze nutritive
diminuire la luce
pregiudicare l’aspetto estetico delle nostre colture
nei frutteti i fiori delle malerbe distolgono l’attenzione degli insetti impollinatori dalle nostre piante
e, ancor più grave, assorbono l’acqua nei periodi estivi togliendola alle piante del nostro giardino.
Queste piante, inoltre, sono dotate di una rusticità che è superiore alle nostre colture. Sicché, in caso di condizioni sfavorevoli, la selezione naturale farà sì che la pianta che morirà non sarà quella infestante.
La propagazione di queste essenze avviene con quasi tutti i metodi di riproduzione e per questa ragione in quasi tutti i terreni si trovano piante infestanti.
2. COME PREVENIRE
Ci sono alcune pratiche agronomiche che aiutano la riduzione della crescita di erbe infestanti. Ecco quelle principali.
Tenere più pulito possibile il terreno da malerbe (appena si manifestano) e da semi infestanti.
Il letame è uno dei principali vettori di sementi infestanti: se non è maturo contiene grandi quantità di semi, che gli animali hanno mangiato pascolando. Quindi usate il letame soltanto se è ben maturo.
Anche le acque d’irrigazione possono contenere sementi e parti di rizomi e radici di erbe infestanti, specialmente se utilizziamo acque correnti...
Scegliere piante adatte al caldo estivo è importante perchè l'afa e il progressivo aumento delle temperature mette sempre più a dura prova la vita di diverse piante. Molti fiori che sbocciano in primavera appassiscono colpiti dai raggi del sole e altrettante piante possono soffrire o l’afa o gli stress idrici dovuti alla siccità.
Esistono però alcuni tipi di piante adatte alle temperature più calde, capaci di donare fiori e colore sui nostri terrazzi anche nei mesi estivi. Piante che hanno bisogno per crescere di irrigazioni sporadiche e di cure occasionali, permettendoci di avere un terrazzo decorato anche nei mesi delle vacanze.
PIANTE ADATTE AL CALDO ESTIVO: GRASSE, TROPICALI E MEDITERRANEE
Naturalmente le piante più resistenti al caldo sono quelle che provengono dai paesi tropicali, abituate ad avere a che fare con un sole cocente e con la siccità. Piante come la Gazania africana con le sue margherite multicolori, le pannocchie di piccoli fiori viola, bianchi o blu della Buddleia, le corone dai colori vivaci della Zinnia messicana, le piccole nuvole multicolori della Lantanao i fiori rosa scuro della Pentas(o Stella egiziana).
Sono altrettanto resistenti al caldo e alla siccità anche le nostre piante mediterranee, come la Lavandadall’eleganza semplice e dall’odore intenso, l’...
L’Ortica è da sempre utilizzata in agricoltura, sia come corroborante per le piante, ma soprattutto per allontanare alcuni parassiti nocivi come gli Afidi e gli Acari. Ancora oggi è consentito in agricoltura biologica. Una volta si raccoglievano le Ortiche da cui si otteneva un macerato da spruzzare sulle piante: oggi la tecnologia ha fatto passi in avanti e possiamo acquistare direttamente l’estratto di Ortica, ottenuto dalla fermentazione delle foglie nell’acqua e con una presenza di acido formico e salicilico stabile e costante.
Perché e come si usano gli agrofarmaci? I nemici degli appassionati di giardinaggio e quindi delle piante sono essenzialmente tre: sia che si tratti di orto o di piante ornamentali i problemi nascono per colpa degli insetti parassiti (nel 50% dei casi), delle malattie fungine (30%) e delle erbe infestanti (20%). Da sempre gli agricoltori hanno sperimentato e utilizzato alcune soluzioni per difendere le colture dai principali nemici: dalle protezioni agronomiche (lavorazioni del suolo, alternanza dell colture, reti, serre, ecc.) fino agli agrofarmaci, che possono essere naturali o di sintesi, cioè chimici. Gli agrofarmaci di sintesi per i consumatori finali si sono sviluppati soltanto negli ultimi quarant’anni, ma la “chimica” veniva utilizzata anche in passato: da più di 150 anni per esempio gli agricoltori usano il rame contro le malattie fungine e ancora oggi è consentito in agricoltura biologica. Quindi la verità è che non esistono sostanze innocue, ma modi innocui di usare le sostanze. Infatti, molte sostanze presenti nelle nostre cucine sono potenzialmente mortali: il cioccolato contiene la teobromina e una persona di 70 kg può morire se ne ingerisce 70 grammi, pari a circa 100 tavolette; anche mangiare 250 g di sale da cucina è letale, così come bere d’un fiato 15 g di caffeina contenuta in circa 80 tazzine. Ma nessuno di noi giudica pericolosi questi alimenti, perché li conosciamo bene e li sappiamo utilizzare con consapevolezza e quindi intelligenza.
Anche gli agrofarmaci, sia naturali sia di sintesi, sono sostanze potenzialmente pericolose, ma che diventano preziosi alleati se usati correttamente. Non è un caso che i prodotti di sintesi che troviamo nei negozi specializzati siano tutti autorizzati dal Ministero della Salute, dopo un iter di controllo e verifica lungo e dettagliato. Anche le indicazioni...
Eliminare la Tignola dell'Olivo (Prays oleae) è molto importante poichè nel corso dell'anno può attaccare fiori, foglie e naturalmente olive, pregiudicando la salute della pianta e vanificando il raccolto.
La Tignola dell’olivo è un piccolo lepidottero che rappresenta una minaccia per la pianta simile e dannosa quasi quanto la mosca dell’olivo. Diversamente da essa, nelle varie fasi della sua crescita, la Tignola dell’olivo può attaccarne sia le foglie sia i frutti, provocando cascole di frutti acerbi e maturi e indebolendo anche gravemente la pianta.
Può essere presente come larva dalla forma lunga e stretta, lunga tra i 6 e gli 8 mm e di colore grigio-nocciola oppure di farfallina adulta (circa 6 mm) con ali di colore tra un giallo pallido e un grigio argenteo, picchiettate di macchie nerastre.
I danni che può provocare la Tignola dell’olivo sono diversi a seconda del suo grado diffusione sulla pianta e del periodo.
ELIMINARE LA TIGNOLA DELL'OLIVO: TRE GENERAZIONI IN UN ANNO
La Tignola dell’olivo compie 3 generazioni in un anno. Nella prima generazione, tra maggio e giugno, le uova vengono deposte dagli esemplari adulti generalmente sul calice dei fiori: le larve quindi nascono nei boccioli florali e li danneggiano irrimediabilmente.
La seconda generazione è quella più dannosa: avviene tra luglio e settembre e la Tignola dell’olivo attacca direttamente le olive...
Coltivare la Crocosmia è un'ottima idea per dare un tocco di originalità al giardino con un fioriture spettacolari. Si tratta di una pianta bulbosa della stessa famiglia degli Iris, riconoscibile per le suo fioriture generose, composte da fiori a forma di campanula con colori vivaci, dal giallo all’arancio, al rosso, a seconda della specie. Le fioriture si ripetono dall'estate fino alla fine dell'autunno.
Coltivare il Banano ornamentale è un modo per portare un po' di Tropici nel nostro giardino! Le piante di Banano, con le loro grandi foglie, sono infatti una pianta tropicale e forse ci può sembrare strano vederle nei nostri giardini. In realtà, le varietà più resistenti al freddo decoravano le aiuole e i giardini di ville e parchi italiani già dall’Ottocento.
Coltivare il Banano in giardino non è un’impresa riservata ai principianti del giardinaggio. Creare l’ambiente favorevole per il Banano è una prima difficoltà da superare: per crescere hanno bisogno di sole diretto e di un clima particolarmente caldo e umido e odiano i venti e il freddo intenso. Coltivare Banani in giardino, come piante perenni, è quindi possibile solo in zone dal clima mite, come la Calabria e la Sicilia.
Tendenzialmente non gradiscono temperature inferiori ai 10/15°C: nelle zone centrali dell’Italia possiamo aiutare il Banano in inverno con una buona pacciamatura di cortecce alla base della pianta. Ma bisogna fare attenzione anche ai venti freddi invernali.
Esistono anche specie di Banano adatte ai climi nordici: resistono fino a -15°C e fruttificano a 7°C. Anche in questo caso, non si tratta di piante facilissime da coltivare e portare a frutto.
Abbiamo però la possibilità di coltivare le piante di Banano in giardino come piante stagionali: magari evitando le specie da frutto e preferendo quelle ornamentali come la Musa paradisiaca o la Musa Basjoo (detto anche Banano Giapponese). Piante molto appariscenti, con le loro grandi foglie che ricordano...
Iniziamo con il dire che coltivare la Lattuga è facile. Per questo motivo può dare soddisfazioni sia se coltivata nei nostri piccoli orti di casa, sia in una piccola balconette appesa al terrazzo di un condominio.
Un’altra peculiare virtù del coltivare la Lattuga viene dalla grande varietà di specie, che ci permettono di avere questa insalata per tutto l’anno: alcune sono primaverili, altre autunnali, altre invernali. Si sconsiglia la semina in estate: il caldo e la siccità eccessive possono compromettere la crescita della pianta.
COLTIVARE LA LATTUGA: DA SEME O DA TALEA?
La Lattuga cresce velocemente, impiegando poco più di tre mesi tra la semina e il raccolto. Se partiamo dal seme (più economico ma ci vuole più pazienza), possiamo effettuare la semina in un semenzaio, per poi mettere le piantine a dimora nell’orto o in un vaso, circa 30 giorni dopo. Altrimenti possiamo acquistare le piantine già spuntate presso qualsiasi centro giardinaggio e in poche settimane potremo iniziare a raccogliere. In questo caso, vi consigliamo di acquistare piantine da orto coltivate con metodi biologici, possibilmente certificati.