Eliminare la Liriomyza dai Crisantemi è importante perché rallenta la crescita e la fioritura della pianta, fino alla morte se non interveniamo.

La Liriomyza trifolii è un piccolo dittero, spesso presente su diverse specie orticole e ornamentali, in particolare i Crisantemi. Da adulti si nutrono del nettare dei fiori e della linfa delle foglie in cui depongono le uova; quando queste ultime si schiudono, le larve scavano all’interno delle foglie di cui si cibano, per poi rintanarsi nel suolo.

Possiamo riconoscere facilmente l’infestazione di questi insetti perché sulle foglie si notano gallerie scavate e punture di insetto, oltre alla presenza degli insetti stessi, simili a piccole mosche scure.

Le lesioni causano un rallentamento della crescita e della fioritura della pianta, disseccamento delle foglie e se non interveniamo la morte della pianta. Le lesioni infatti, possono essere veicoli di malattie fungine e causano gravi danni estetici.

ELIMINARE LA LIRIOMYZA DAI CRISANTEMI: ECCO I RIMEDI NATURALI

È molto importante intervenire prontamente ai primi segni di infestazione, interessando soprattutto gli adulti prima che essi depongano le uova: le larve, una volta schiuse all’interno della foglia, saranno più difficili da debellare.

La stagione in cui la Liriomyza si presenta è quella calda, in primavera-estate, infatti la temperatura ideale per la deposizione e la schiusa delle uova è intorno ai 25°/30° C.

Per aiutarci a individuare subito l’infestazione possiamo utilizzare una Trappola Adesiva Gialla che attira gli insetti che rimangono intrappolati sulla superficie adesiva. Oltre a catturare massivamente gli insetti, limitandone di conseguenza l’ulteriore riproduzione, le Trappole Adesive sono utili per rilevamere la presenza degli insetti e riconoscerli. È importante installarle all’inizio della stagione, prima cioè che le popolazioni dei parassiti comincino a riprodursi.

In caso di infestazione avanzata il metodo più efficacie per la lotta a questi parassiti è un insetticida sistemico di origine naturale. Come Oikos che sfrutta il principio attivo estratto dai semi della pianta tropicale Azadirachta indica (detta Albero di Neem). E’ autorizzato anche in agricoltura biologica.