Coltivare il Mandarino è facile, sia in vaso sia in giardino. Con le sue foglie lucide e profumate, i frutti dolci e colorati, il Mandarino (Citrus reticulata) è uno dei grandi piccoli tesori che l’Asia ci ha donato. Pur essendo, come buona parte degli Agrumi, molto diffuso nel Mediterraneo e ormai parte integrante della nostra dieta, il Mandarino in realtà si è diffuso in Europa solo dal XIX secolo, inizialmente come pianta ornamentale. Solo in un secondo momento abbiamo cominciato ad apprezzare il succo e la morbidezza dei suoi frutti.
Pur essendo l’Agrume arrivato più di recente in Occidente, il Mandarino è uno di quelli più antichi, insieme al Cedroe al Pomelo.
Il Mandarino produce dei fiori bianchi generalmente con 5 petali (dette zagare) dai primi caldi (febbraio-marzo) fino all’estate, che in seguito diventeranno frutti, chiamati esperidi. I frutti maturano sulla pianta e da verdi diventano arancioni man mano che crescono. La raccolta si effettua da settembre fino a maggio, a seconda della varietà.
COLTIVARE IL MANDARINO IN GIARDINO
Per la coltivazione in giardino è necessario un clima mite, soleggiato e poco piovoso, con temperature comprese tra i 10°C e i 30°C. È una pianta sensibile al clima e non tollera caldi e freddi intensi e teme i venti molto forti che possono danneggiare i fragili germogli. Correnti d’aria e sbalzi di temperatura possono portare alla caduta dei frutti.
Il Mandarino ha radici che si estendono in profondità nel terreno e perciò necessita di un terreno morbido e ben drenato. Non va coltivato in terreni argillosi, alcalini, calcarei o salini.
Il periodo ideale per la messa a dimora del mandarino è in primavera, quando ormai sono lontani i geli dell’inverno e le ore di sole aumentano. Un mese prima del trapianto, iniziate a preparare il terreno e la buca di impianto. Lasciate aperta la buca per un mese per permettere agli elementi naturali (sole, luce, acqua) di disinfettare il luogo in cui andranno a dimora le piante e raffinare il terreno in modo adeguato. Durante questo periodo controllate periodicamente la buca: per esempio dopo un temporale per verificare che l’acqua non ristagni e defluisca rapidamente. Sul fondo della buca possiamo aggiungere una buona riserva nutritiva con un intervento di concimazione: possiamo usare un concime organico, come per esempio uno stallatico umificato pellettato.
Il Mandarino ha bisogno di innaffiature costanti in ogni periodo dell’anno, soprattutto in estate, nei mesi più secchi e meno piovosi, e sporadicamente in inverno. Al momento dell’irrigazione bisogna fare comunque attenzione a non distribuire eccessivamente acqua, per evitare ristagni che favoriscono marciumi radicali pericolosi per la pianta.
Il momento ideale per la potatura del Mandarino è la fine dell’inverno, dopo la fine dell’ultimo raccolto. È necessario un taglio vigoroso che sfoltisca le fronde della pianta per permettere a fiori e frutti di manifestarsi l’anno successivo. È bene anche rimuovere i succhioni che possono nascondersi tra i rami.
Se abitiamo nelle regioni del nord e il clima non è adatto per la coltivazione del Mandarino in giardino, possiamo farlo crescere in vaso.
Scegliamo un vaso molto ampio e profondo, nel quale disporremo sul fondo uno strato di biglie di argilla espansaper migliorare il drenaggio dell’acqua in eccesso ed evitare muffe e marciumi radicali. Possiamo quindi utilizzare un terriccio specifico per agrumi.
Posizionate il vaso in una posizione riparata dal vento ma in cui arrivi il sole per almeno 5 ore al giorno.
Poiché le sostanze nutritive del terriccio contenuto nel vaso sono destinate a esaurirsi, è importante prevedere e rispettare un ciclo di concimazione. Possiamo utilizzare dei concimi granulari a lenta cessione, che sciogliendosi lentamente assicurano alla pianta nutrimenti per 3-6 mesi (a seconda del prodotto) oppure un fertilizzante liquido specifico per agrumi, da aggiungere ogni 15 giorni nell’acqua per l’irrigazione.
Il Mandarino va rinvasato quando la pianta lo richiede, cioè quando le radici fuoriescono dai fori di drenaggio del vaso.
Prevenire la Clorosi Ferrica è importante per evitare che le piante deperiscano. Il Ferro (Fe) nelle piante svolge un ruolo insostituibile. Entra come costitutivo in molti enzimi che regolano funzioni vitali, come la respirazione, la fotosintesi e l’assorbimento di nitrati e solfati. Se manca il Ferro non si forma la clorofilla.
Il sintomo più evidente della sua mancanza è la Clorosi delle foglie, cioè l’ingiallimento internervale, di sovente accompagnata o seguita da minor crescita e scarse fioritura e fruttificazione.
Il Ferro è un elemento molto diffuso nella crosta terrestre e, salvo poche eccezioni, viene assorbito dalle radici delle piante. Tuttavia la sua reale disponibilità, a causa della sua chimica sfavorevole, è spesso ridotta e problematica.
PREVENIRE LA CLOROSI FERRICA CON UN CONCIME SPECIFICO
In teoria, per risolvere il problema, sarebbe sufficiente modificare la reazione del suolo, acidificandolo; questa pratica è però economicamente non conveniente per l’elevato costo. Di conseguenza gli interventi attuabili sono rappresentati dall'uso...
Coltivare i Cedri (Citrus medica) è un’abitudine che affonda le sue origini nella storia, poiché il Cedro è forse l’agrume conosciuto da più tempo in Europa. Da migliaia di anni viene coltivato per i suoi frutti che sono un ingrediente per bibite rinfrescanti, piatti succulenti e persino qualche medicinale naturale. Ma con le sue grandi foglie verdi e lucide e i suoi piccoli fiori bianchi, a seconda del genere, il Cedro viene anche coltivato per abbellire i nostri giardini. Alcune specie di Citrus medica, come la Sarcodactylus, sono coltivate esclusivamente per motivi ornamentali: il frutto di questa specie, chiamata anche Mano di Budda, è in effetti molto particolare.
I suoi alberelli, che possono crescere fino a 7 metri, ci donano fiori bianchi dalla primavera all’autunno, e se ben coltivato ci regala i suoi grossi frutti gialli d’inverno.
La Cocciniglia mezzo grano di pepe è un insetto coperto da uno scudo ceroso di colore prima marrone e poi nero, simile a un grano di pepe. Si insedia di solito, lungo le nervature delle foglie o sui rami, dove punge attraverso il suo apparato boccale per succhiare la linfa.
Molto diffusa nelle zone dal clima temperato, può attaccare anche le piante nelle serre calde e umide. Le piante ospiti di questo parassita sono l’Olivo, gli Agrumi e piante ornamentali come le Palme, gli Oleandri e il Pittosforo.
Allo stadio di neanide, questo insetto sverna sulla pianta per poi ricomparire in primavera-estate a deporre le uova. La Cocciniglia causa un indebolimento progressivo della pianta, conseguente alle ferite inferte su foglie, fiori e rami. Oltre ai danni estetici e al raccolto, produce melata, fonte principale di malattie fungine e di fumaggine. In caso di gravi infestazioni gli organi della pianta avvizziscono portando alla morte della stessa.
LA COCCINIGLIA MEZZO GRANO DI PEPE: COME PREVENIRE E CURARE
Al fine di prevenire l’infestazione, è necessario evitare l’eccessiva umidità del terreno, assicurandosi che non ci siano ristagni idrici. Molto importante è anche la potatura, da effettuare periodicamente, per rendere la chioma della pianta arieggiata e più facile da monitorare.
In caso di infestazione già in corso, si consiglia di intervenire subito, colpendo le neanidi appena nate in estate. Il trattamento, da effettuare con prodotti specifici e seguendo le indicazioni riportate sulla confezione, va ripetuto dopo 20 giorni dal primo, in modo da debellare tutti gli esemplari.
Aleurocanthus spiniferus è il nome di un insetto tropicale di nuova introduzione in Italia, che attacca gli Agrumi, la Vite, il Melo, il Pero e numerose piante ornamentali come la Piracanta (Pyracantha), l’Edera e la Rosa.
A prima vista sembra una Cocciniglia ma è un Aleurodide polifago: attacca di preferenza le piante più rigogliose, i polloni e gli apici vegetativi, imbrattando le foglie e i frutti con una sostanza zuccherina e appiccicosa, detta melata. Oltre al danno causato degli insetti, anche la melata rappresenta un problema, perché stimola lo sviluppo di funghi della fumaggine.
Succhiando la linfa, l'Aleurocanthus spiniferus causa la caduta anticipata delle foglie, il disseccamento delle parti infestate e, nei casi più gravi, la morte della pianta colpita.
ALEUROCANTHUS SPINIFERUS: COME PREVENIRE E RISOLVERE IL PROBLEMA
Anzitutto impariamo a riconoscere questo nuvo insetto. Le neanidi o forme giovanili dell’insetto infestano essenzialmente la pagina inferiore delle foglie. Si nutrono per tutto il ciclo vitale a spese della pianta sottraendo la linfa dai tessuti vegetali.
Il numero delle generazioni annuali è variabile in funzione dell’andamento climatico e in genere si hanno da 3 a 5 generazioni in un anno.
In inverno rimane allo stadio di neanide: un corpuscolo nero di forma ellittica (max 1,2 x 0,75 mm) circondato da un anello di cera bianca.
Il momento di maggiore vulnerabilità della Aleurocanthus spiniferus è quello di Neiade mobile e possiamo intervenire con un insetticida specifico.
Per prevenire il problema e in presenza di piante già colpite...
Il Ragnetto Rosso bimaculato è un piccolo parassita fitofago comunemente presente su diversi ortaggi, come la melanzana, il melone, il cetriolo, il pomodoro, le fragole e gli agrumi in genere. Attacca anche le piante da fiore e ornamentali, causando danni estetici e indebolendo la pianta fino alla morte.
Il ragno, succhia dalle foglie la linfa e in breve tempo ne causa il disseccamento e la caduta. Molto pericoloso, è capace in breve tempo di triplicare la sua specie compiendo fino a 10 generazioni in un anno. In inverno si nasconde nella corteccia degli alberi, mentre in primavera, compare sulle piante ed è facilmente riconoscibile grazie al suo colore rosso/arancio o giallo/verde, con due macchie più scure sul corpo delle femmine.
RAGNETTO ROSSO BIMACULATO: COME INTERVENIRE
Possiamo riconoscere un'infestazione anche dalle piccole punture lasciate sulle foglie e dall'ingiallimento dei frutti, che crescono poco e male.
Per prevenire l'arrivo del Ragnetto Rosso si può cercare di aumentare l'umidità ambientale con frequenti irrigazioni, creando così un clima sfavorevole al proliferare di questo parassita. Soprattutto quando arriva il caldo secco, ambiente prediletto dal ragno.
In caso di infestazione possiamo effettuare un trattamento con un insetticida specifico, seguendo con attenzione i dosaggi indicati sulla confezione: irrorare la pagina inferiore delle foglie e le parti attaccate della pianta.
Allestire un mini frutteto in vaso sul terrazzo è possibile, scegliendo le giuste varietà di piante e procurandosi vasi molto capienti. Alcuni agrumi vivono bene in vaso, per esempio i Limoni e i Mandarini nani, mentre alcune piante come l'Olivo, accettano piccoli vasi da giovani ma poi esigono contenitori profondi.
Peschi, Pruni e Ciliegi nani offrono belle fioriture primaverili e un generoso raccolto, come anche il Fico con i suoi frutti settembrini.
Le Viti per uva da tavola di sviluppo contenuto, crescono bene in terrazzo, grazie al loro portamento rampicante. Anche il Kiwi può essere coltivato vicino a pergolati, che ricopre di foglie e frutti autunnali, ma deve essere piantato in vasche grandi e profonde a causa delle sue fitte radici.
FRUTTETO IN VASO: ATTENZIONE AL CLIMA
Alcune piante temono il gelo e sono adatte solo alla coltivazione in clima mite o in serra fredda, come gli agrumi e le piante subtropicali.
In generale, gli alberi da frutto, soprattutto se coltivati in vaso, hanno bisogno di molto sole per far maturare i frutti, insieme a una buona circolazione d’aria e di protezione dai venti forti che possono ostacolare l’impollinazione.
I Meli su portainnesti nanizzanti offrono un raccolto generoso, sia in forma colonnare come nella varietà “Ballerina”, sia con chioma allargata.
Melograno, Nespolo giapponese e agrumi come il Kumquat richiedono poche cure e al nord vanno trasferiti in serra da novembre a marzo.
Il Pero è decorativo se allevato a spalliera contro un muro soleggiato, specie nelle zone con inverno rigido.
Il Kumquatè un agrume originario del Giappone, particolarmente adatto alla coltivazione da vaso. È arrivato in Italia nei primi anni '80 e da allora vanta molti nomi come Fortunella, Mandarino giapponese o Satsumi.
I suoi fiorellini, bianchi e profumati, sbocciano in estate e producono in autunno frutti ovoidali di colore arancio. Si presenta come un alberello dallo sviluppo contenuto, alto dai 50 ai 150 cm, ma può tuttavia raggiungere anche i 2-3 metri d’altezza se piantato in piena terra e nei climi con inverno mite.
Kumquat: guida alla coltivazione
È una pianta che cresce bene all'aperto in pieno sole, lontano dalle zone ventose; tuttavia da novembre a marzo è consigliabile portare la pianta al riparo in serra o sotto un telo di tessuto-non tessuto, perchè se esposto a temperature al di sotto dello zero perde tutte le foglie.
Il Kumquat è considerato un agrume decorativo, anche se i suoi frutti morbidi e dolci, si possono consumare con tutta la buccia.
Non è una pianta che richiede cure particolari e si adatta a del comune terriccio...
I nostri amati agrumi hanno un nemico naturale, che si chiama Mosca Bianca. È un piccolo insetto di colore bianco, che vive sulla pagina inferiore delle foglie, succhiandone la linfa.
La sottrazione di linfa, come è facile prevedere, genera in breve tempo un ingiallimento delle foglie, fino ad arrivare a parziali defogliazioni. Un altro segnale dell'attacco di una Mosca Bianca degli agrumi è la presenza di melata che imbratta la vegetazione, che viene prodotta in notevoli quantità da questo insetto.
MOSCA BIANCA DEGLI AGRUMI: INTERVENITE SUBITO
Come succede sempre in caso di parassiti, la tempestività con cui ne rileviamo la presenza è molto importante. In caso di piccole infestazioni, è sufficiente un trattamento con un insetticida polivalente specifico per colture frutticole. Se il problema dovesse sussistere, significa che l'infestazione è in uno stadio avanzato e sarà necessario ripetere il trattamento dopo 7 giorni.
Si tratta di agrofarmaci, cioè farmaci per le piante e in quanto tali devono essere utilizzati con buon senso. Vale il solito consiglio di consultare attentamente le istruzioni d'uso riportate sulla confezione, in particolare i dosaggi e il rispetto dei tempi di carenza.