Coltivare le Eriche tutto l’anno è possibile e, seguendo pochi semplici consigli, potremo vederle rifiorire il prossimo anno.
Le Eriche sono tipiche piante autunnali che molti utilizzano per colorare i terrazzi durante i mesi più freddi grazie alle loro variopinte fioriture, che spazio dal bianco al rosso, dal viola al porpora. L’Erica carnea, la Calluna vulgaris o l’Erica darleyensis, incrociate e ibridate fra loro, si riempiono infatti da tantissimi fiorellini fittamente disposti sui rametti rallegrando gli spazi esterni anche durante i periodi tipicamente poveri di fioriture.
Spesso le Eriche vengono utilizzate come piante annuali, sia nelle aiuole sia in vasi o ciotole, e dopo la loro fioritura vengono semplicemente buttate e sostituite con altre fioriture. Oppure si fanno seccare i rametti poiché i fiori non perdono la loro bellezza anche essiccati. Invece si tratta di piante perenni che possiamo conservare e coltivare per tutto l’anno, con l’obiettivo di farle rifiorire nel prossimo autunno. Vediamo come si fa!
Al termine della fioritura, dobbiamo anzitutto tagliare i rami dell’Erica per circa metà della loro lunghezza e spostare il vaso in un luogo protetto poiché queste piante non tollerano temperature minime sotto lo zero. Le fioriture possono durare fino ai primi geli oppure, nelle zone a clima temperato ed esposte al sole, possono arrivare fino alla primavera.
All’inizio della primavera dobbiamo rinvasare le piantine, possibilmente in un vaso di plastica che trattiene maggiormente l’umidità. In natura le Eriche crescono spontaneamente nelle brughiere e nel sottobosco e prediligono i terreni umidi ma non fradici. Attenzione poiché si tratta di una pianta acidofila: quindi dovremo utilizzare un terriccio specifico per piante acidofile, avendo cura di stendere sul fondo del vaso uno strato di biglie di argilla espansa per migliorare il drenaggio dell’acqua in eccesso.
L’irrigazione deve essere generosa, poiché il terriccio deve essere sempre umido, ma non esagerata per evitare marciumi radicali. Non esiste una regola fissa, poiché la frequenza delle irrigazioni dipende da molti fattori, come la grandezza del vaso (in quelli più piccoli c’è una maggiore evaporazione) e dalla temperatura.
Il modo migliore è di inserire un dito nel terriccio e irrigare quando risulta secco. In ogni caso, togliete sempre l’acqua in eccesso che rimane nel sottovaso. Inoltre sarebbe bene utilizzare acqua senza cloro e calcare poiché le piante acidofile sono particolarmente sensibili. Possiamo usare acqua decalcificata oppure acqua piovana. In alternativa potete lasciare decantare l’acqua nell’annaffiatoio per una notte, in modo che le sostanze si depositino sul fondo.