Se non avete mai provato a coltivare i Papaveri dovrete provarci! Rimarrete stupiti nel vedere come, da una piccola piantina, possano spuntare così tanti fiori, a ripetizione uno dopo l’altro. Se coltivato correttamente, il Papavero può produrre anche centinaia di fiori in un’estate. Ciò è dovuto al fatto che i fiori durano solo un giorno e raramente hanno il tempo per l’impollinazione, quindi la pianta produce molte più infiorescenze per assicurarsi lo sviluppo.
È anche una pianta particolarmente apprezzata dalle api e dagli insetti utili impollinatori. Lo sapevano i nostri avi che li coltivavano negli orti, per favorire l’impollinazione dei Pomodori o Fagioli. Coltivando il Papaveri aiutiamo quindi anche la biodiversità!
Il Papavero (Papaver) è una pianta coltivata da millenni, tanto che abbiamo ritrovato suoi semi nelle piramidi tra i tesori dei faraoni. Gli ibridatori già nel Settecento hanno iniziato a produrre nuove cultivar per sfruttare il Papavero come pianta ornamentale. Tanto che oggi possiamo scegliere tra centinaia di varietà.
Quelli che vediamo crescere spontaneamente nei prati italiani sono Papaver rhoeas, detti anche Rosolacci, Rosoline o Papaveri comuni. Per usi ornamentali è consigliato il Papavero orientale (Papaver orientale) caratterizzato da steli molto lunghi e fiori più grandi, che possono raggiungere fino a 15 cm di diametro. Il Papavero alpino (Papaver rhaeticum) è forse il più particolare con i suoi fiori gialli che spuntano tra le rocce, ma è uno spettacolo per pochi visto che sboccia ad alta quota, sopra i 2.000 metri. Da non confondere con il Papaver somniferum, cioè il Papavero da Oppio, la cui coltivazione è proibita in Italia.
All’atto della scelta della varietà, ricordiamo che esistono Papaveri annuali, biennali e perenni.
A creare confusione nella gamma dei Papaveri, concorrere il fatto che siamo abituati a chiamare Papaveri piante che Papaver non sono. Come il Papavero della California che in realtà è una Escolzia o il Papavero blu dell’Himalaya che è un Meconopsis.