La Bolla del Pesco (Taphrina deformans) è un fungo che colpisce le foglie e i germogli, che assumono una consistenza carnosa, si deformano e diventano di colore giallo-rossastro. Probabilmente è la malattia più importante per il Pesco e colpisce le piante in tutta Italia, ma soprattutto nelle regioni del nord in cui le condizioni climatico-ambientali sono più favorevoli.
BOLLA DEL PESCO: COME RICONOSCERLA
Il fungo entra in azione all’inizio della primavera, al momento dell’apertura delle gemme e con le condizioni ambientali idonee: una temperatura intorno agli 8°C e un alto tasso di umidità.
La Bolla del Pesco colpisce gli organi verdi della pianta, in particolare le foglie e i germogli: in seguito all’attacco, le foglie tendono a deformarsi a causa di bolle (da cui prende il nome il fungo) e diventano rossastre, fino a seccarsi e cadere. La ridotta capacità fotosintetica, indebolisce tutta la pianta e determina una minore produzione di frutti.
I frutti vengono raramente colpiti, ma non è escluso nelle varietà più sensibili, come le Nettarine, o in primavere molto piovose e fredde.
BOLLA DEL PESCO: COME FARE
La lotta contro la Bolla del Pesco è di tipo preventivo, con due interventi fondamentali, con un fungicida endoterapico translaminare e di contatto con azione preventiva e curativa: uno alla fine dell’autunno, dopo la completa caduta delle foglie, e l’altro alla fine dell’inverno prima della ripresa vegetativa.
Potrebbe essere necessario un terzo intervento, durante la primavera, in caso di infestazioni particolarmente importanti, se la pianta è stata attaccata l’anno precedente o in caso di primavere piovose.