Possiamo coltivare il Convolvolo in giardino se vogliamo avere fioriture colorate e molto durature. Il Convolvolo (Convolvulus) appartiene alla famiglia della Convolvulaceae ed un parente stretto della Ipomea, con cui spesso viene confuso.
Il Convolvolo è una pianta erbacea perenne che da aprile a ottobre dona moltissimi fiori a forma di calice di svariati colori, a seconda delle varie specie (ce ne sono più di 200): di solito è bianco o rosa chiaro, ma ci sono anche Convolvoli azzurri, viola o tendenti al verde. Una caratteristica di tutti i fiori del Convolvolo è che si aprono di giorno e si chiudono di notte: per questo vengono soprannominati Belle di giorno, in antitesi alla Bella di notte.
La specie più diffusa è il Convolvolus arvensis, nelle varietà arvensis-arvensis, con foglie larghe, e Arvensis linearifolius, con foglie lineari. Ma vale la pena di citare anche il Convolvolus sabatius (o Convolvolus mauritanicus) che produce fiori blu e viola, il Convolvolus cneorum con fioriture candide e il Convolvolus tricolor che, come dice il nome, ha fiori di tre colori (gialli al centro e bianchi e blu sui petali).
Pur essendo una pianta rustica e molto resistente può capitare di avere l’esigenza di curare il Cipresso di Leyland (Cupressocyparis leylandii), principalmente a causa di malattie fungine o parti disseccate. Vediamo come prevenire e affrontare i possibili problemi di questa splendida pianta.
CURARE IL CIPRESSO DI LEYLAND: LA POTATURA
Per ottenere delle piante folte e con una vegetazione fitta, molto apprezzata se usiamo il Cipresso di Leyland per realizzare una siepe, è importante effettuare frequenti interventi di potatura. Almeno due all’anno, in primavera e in autunno, ma possiamo effettuare anche una terza potatura in agosto. Più la siepe verrà potata e più la pianta sarà stimolata a vegetare in modo compatto. La potatura, oltre a evitare una crescita eccessiva, ha anche l’obiettivo di mantenere l’equilibrio estetico della pianta e rimuovere i rami secchi e danneggiati.
Questo tipo di impegno periodico deve essere valutato preventivamente, all’atto della scelta della pianta da siepe, specialmente se si tratta di una seconda casa che frequentiamo soltanto un mese all’anno in estate. In questo caso sarebbe meglio evitare il Cipresso di Leyland e preferire piante meno esigenti, come il Pittosforo, la Photinia o il Viburno.
La potatura è inoltre una pratica che genera sempre stress alle piante. Per questa ragione vanno evitate le giornate particolarmente calde o fredde. In presenza di grossi tagli, è bene disinfettare le piante con una soluzione a base di acqua e rame (come Vithal Cuprital Sdi). In seguito è consigliabile proteggere i rami grossi tagliati con un balsamo cicatrizzante. In questo modo eviteremo che le potature...
Il verde è sempre bello, ma ci sono piante tossicheevelenose che sarebbe meglio evitare nel nostro giardino, specialmente in presenza di bambini e animali domestici. Ecco 10 piante da cui stare alla larga!
10 PIANTE TOSSICHE E VELENOSE: ABRO
L’Abro (Abrus precatorius) è noto anche con il nome di fagiolo corallino e fagiolo indiano. È una leguminosa che produce baccelli simili ai piselli ma che contengono semi rossi e neri. I semi contengono l’abrina che è velenosa.
I suoi semi, molto colorati, vengono utilizzati per realizzare collane e si possono facilmente trovare anche negli e-commerce online. Meglio evitare di acquistarli e di usarli per realizzare collane: sono tossiche e pericolose per la salute e la semplice lavorazione per creare monili decorativi può provocare problemi alla salute. Se inalata la abrina provoca problemi respiratori, febbre, tosse, nausea e in casi gravi anche un edema polmonare. Se viene mangiata provoca vomito e diarrea con tracce di sangue e porta a un pericoloso stato di disidratazione con abbassamento della pressione sanguigna e problemi a fegato, reni e milza.
ACONITO
L’Aconito (Aconitum), grazie ai suoi bellissimi fiori viola, blu e gialli, viene coltivato per scopi decorativi. Oppure si trova spontaneo nei prati di montagna o vicino ai torrenti: ma non fatevi incantare dai suoi fiori e non raccoglietelo. La sua pericolosità è insita anche nel suo nome: Aconitum deriva dal greco akòniton che significa pianta velenosa.
L’Aconito, conosciuto anche come strozzalupo, erba riga o radice del diavolo, è una pianta molto velenosa. Basti pensare che in antichità veniva usato per avvelenare le frecce: bastano poche gocce delle radici di...
Prevenire le malattie fungine è possibile e l’inverno è il momento giusto per farlo. I funghi patogeni infatti svernano nell’ambiente durante l’inverno e in modo particolare tra le crepe delle cortecce. Per questa ragione è importante eseguire alla fine dell’inverno, un trattamento preventivo, che ci aiuterà a gestire molto meglio il giardino e il frutteto nell’arco della stagione vegetativa. Con l’obiettivo di ridurre la pressione delle malattie.
PERCHE’ PREVENIRE LE MALATTIE FUNGINE IN INVERNO
Effettuare un trattamento quando la pianta è spoglia, ci aiuta a ridurre il potenziale di infezione che, per natura, è presente nel giardino. La pianta priva di foglie è più facilmente raggiungibile dal nostro trattamento.
Inoltre in autunno si effettuano spesso delle potature o delle azioni per risistemare la chioma, che comportano dei tagli sui quali ovviamente si insediano e si possono riprodurre le spore dei funghi patogeni.
Bisogna infine considerare che alcune piante non sopportano l’applicazione del rame in fase vegetativa, come per esempio alcune drupacee: in inverno possono essere trattate poiché sono prive di foglie e quindi meno sensibili.
Quindi un trattamento fatto in questo periodo, ci aiuta a ridurre gli inoculi e a limitare i trattamenti fitosanitario sulle piante nel corso della bella stagione.
USIAMO PRODOTTI CONSENTITI IN AGRICOLTURA BIOLOGICA
Per combattere le malattie fungine possiamo utilizzare il rame o la poltiglia bordolese, due sostanze consentite in agricoltura biologica e del tutto sicure se utilizzate correttamente.
Sono due forme rameiche diverse ma entrambe efficaci: in questo periodo però consigliamo di puntare sulla poltiglia bordolese perché è una forma rameica più...
Oggi vi diamo qualche consiglio per acquistare e scegliere gli alberi per il giardino. Quando vogliamo arricchire i nostri spazi verdi esterni capita di dover piantare alberi o arbusti di una certa dimensione e importanza economica ed è bene prestare attenzione ad alcuni aspetti per non sbagliare l’acquisto.
SCEGLIERE GLI ALBERI PER IL GIARDINO: MEGLIO LA PROFESSIONALITA' DEL PREZZO PIU' BASSO
Anzitutto il primo consiglio è di effettuare l’acquisto e la scelta presso strutture specializzate, dotate di personale in grado di orientare la nostra scelta e aiutarci a effettuare l’acquisto giusto, possibilmente agronomi o coltivatori davvero esperti. L’esposizione al sole, il tipo di terreno, la conformazione del nostro giardino e la presenza di altri alberi sono elementi di analisi fondamentali, per evitare di piantare un albero in giardino che nel corso del tempo potrebbe darci dei problemi.
Puntiamo quindi sui centri giardinaggio specializzati oppure direttamente dal vivaista, se avete la fortuna di abitare vicino a un produttore della pianta che desiderate piantare in giardino. Se non siete più che esperti è meglio evitare l’e-commerce: una consulenza qualificata e personalizzata non vale le poche decine di euro che potete risparmiare online.
PROGRAMMATE L'ACQUISTO
Gli alberi sono commercializzati in varie forme: allevati in piena terra, coltivati in vaso oppure con i moderni sistemi che ne prevedono lo sviluppo radicale in una sorta di contenitore interrato, che agevola le operazioni di espianto e di messa a dimora. Non esistono particolari differenze per noi consumatori: si tratta semplicemente di tecniche di coltivazione, a volte studiate per ogni specifica specie di albero.
Anche se non siete degli esperti, controllate che la pianta sia sana. Verificate se il tronco e i rami non sono danneggiati e se la ramatura è ben disposta. Una pianta sana è...
Se siamo amici del verde non possiamo non continuare a coltivare gli alberi di Natale anche dopo le feste! Chi ha una maggiore sensibilità ecologica avrà scelto un albero “vero”: oltre a essere naturale ha un minore impatto sull’ambiente rispetto a quelli artificiali di plastica, che vengono spesso prodotti dall’altra parte del mondo e non sono riciclabili. È importante infatti ricordare che nessuna foresta viene distrutta per gli alberi di Natale che troviamo nei negozi specializzati: vivaisti specializzati li coltivano a questo scopo, in zolla o in vaso, nelle zone dell’Appennino e delle Alpi.
COLTIVARE GLI ALBERI DI NATALE DOPO LE FESTE
Normalmente gli alberi di Natale sono conifere arboree sempreverdi appartenenti al genere Picea di cui si conoscono circa 40 specie differenti. Il colore rossastro tipico della sua corteccia, che si sfalda in squame, gli ha valso il nome di abete rosso.
È una pianta tipica delle regioni temperato-fredde dell’emisfero settentrionale: è resistente al freddo, alle gelate tardive ed è adatta ai climi con forte escursione termica. Può raggiungere altezze di 40 metri e vivere fino a 500/700 anni.
Trattandosi di una specie originaria del nord Europa, appare evidente che la casa con il suo clima caldo secco non è il luogo ideale per fare crescere un Picea abies.
SUGGERIMENTI PER LA MESSA A DIMORA
Scegliere il luogo della messa a dimora considerando che la pianta diventerà un albero adulto e quindi richiede spazio.
Coltivare le Acacie è un'attività conosciuta fin dai tempi più antichi nel Mediterraneo. Oggi sono conosciute e apprezzate in tutto il mondo per le foglie verdi sottili e per i fiori prevalentemente di colore bianco o giallo più o meno acceso: l’esempio più famoso di questa famiglia di piante è l’Acacia dealbata, ovvero la nota Mimosa, i cui rametti in fiore vengono regalate alle nostre donne ogni anno in primavera. Esistono anche eccezioni particolari, come l’Acacia leprosa che ci dona fiori di un bel rosa intenso.
Le Acacie sono anche conosciute per donare i loro fiori dai mesi più freddi fino a quelli più tiepidi dell’inizio della primavera. Infatti le Mimose fioriscono all’inizio di marzo.
Proteggere le piante dal freddo invernale è molto importante, poiché le temperature sotto lo zero potrebbero congelare le radici di molte piante da giardino, portandole alla morte. Specialmente le Conifere e gli esemplari giovani appena trapiantati sono particolarmente a rischio.
Per proteggere le piante dal freddo invernale possiamo ricorrere a due pratiche agronomiche antiche e totalmente naturali: sono la rincalzatura e la pacciamatura. Entrambe hanno lo scopo di proteggere le radici dagli sbalzi termici, attraverso la costituzione uno strato più o meno spesso di materiale inerte.
PROTEGGERE LE PIANTE DAL FREDDO INVERNALE: LA RINCALZATURA
La rincalzatura consiste nel creare una piccola montagna di terreno alla base del fusto della pianta. Può avere un’altezza di 10-20 cm, in funzione delle dimensioni delle piante. Il materiale accumulato, che andrà rimosso all’inizio della primavera, deve risultare friabile, non compattato e ben drenante per evitare nocivi ristagni di acqua.
LA PACCIAMATURA
La pacciamatura consiste invece nella distribuzione di uno strato di materiali inerti sul terreno alla base delle piante. Questo strato proteggerà le radici del gelo e offrirà anche altri vantaggi: come una minore necessità di irrigazione, poiché l’umidità del terreno viene trattenuta ed evapora meno facilmente, e una riduzione delle erbe infestanti, che non riescono a spuntare e a ricevere luce a causa dello strato di pacciamatura.
QUALI MATERIALI UTILIZZARE
Per la pacciamatura possiamo usare vari materiali inerti, spesso molto diversi fra loro. I più comuni e disponibili a costo zero sono la paglia, i residui sminuzzati delle potature del giardino, le foglie secche e i residui di taglio del prato...
Se ci prendiamo cura della Chionodoxa in autunno, avremo delle bellissime fioriture nei primi giorni di primavera. Nel nostro immaginario, infatti, pensiamo che i primi fiori che salutano la fine dell'inverno siano le Primule. Invece esiste una pianta bulbacea, originaria della Turchia, i cui fiori appaiono nello stesso periodo o poco dopo, tra febbraio e aprile. Questa pianta è apprezzata non solo per la sua bellezza, ma anche per la grande resistenza al freddo, tanto che i greci la battezzarono Chionodoxa, dalla combinazione di chion, ossia “neve” e doxa, ossia “gloria”, ovvero la pianta che riesce a crescere sulla neve.
I diversi tipi di Chionodoxa si differenziano prima di tutto per le loro dimensioni: dai 30 cm della Chionodoxa forbesii si può passare ai 20 cm della Chionodoxa grandiflora, ai 15 della Chionodoxa Sardensis e della Chionodoxa cretica, ai 10 cm della Chionodoxa luciliae, la più piccola della famiglia.
Generalmente i colori dei fiori della Chionodoxa variano tra il bianco e un blu tenue, ad eccezione delle varietà Rosea e Pink Giant della Chionodoxa lucilia, che tendono al rosa.
CURA DELLA CHIONODOXA: COME COLTIVARLA IN GIARDINO
Una delle caratteristiche più peculiari della Chionodoxa è la sua capacità di crescere nelle condizioni di luminosità e di temperatura di ogni tipo di ambiente, da quelli più ombrosi a quelli più esposti al sole, come dai climi più caldi a quelli più freddi.
Predilige però posizioni riparate e a mezz’ombra, nelle quali possa ricevere almeno 3-4 ore di luce al giorno.