Coltivare il Camedrio (Teucrium) è un’attività che l’uomo fa da molto tempo: basti ricordare che il suo nome deriva da Teucro, il re di Troia che secondo Plinio scoprì le proprietà curative di questa pianta.
Il Camedrio è una pianta arbustiva originaria delle coste del Mediterraneo Occidentale e apprezzata per la sua resistenza ai climi caldi e secchi e ai forti venti che impattano sulle scogliere, su cui possiamo trovarlo come specie spontanea.
Generalmente viene coltivato a scopo estetico, ma i nostri bisnonni lo usavano anche come ingrediente per liquori o come rimedio rudimentale per infiammazioni dentali o problemi digestivi. Oggi però sappiamo che è vietato usarne foglie, fiori o bacche perché tossiche per il fegato.
Esistono molte varietà di Camedrio, come il Teucriumchamaedrys e il Teucrium fruticans molto presente in Italia, in particolare nelle zone costiere e nelle Regioni del sud.
Apprezzato per le piccole foglie di un colore tenue e per i fiorellini azzurri che sbocciano in primavera, spesso il Camedrio viene coltivato in giardino. Crescendo, questa pianta può raggiungere i 2 metri di altezza e, affiancando più esemplari, è possibile creare delle siepi alte e fitte. È però possibile piantare anche un piccolo esemplare in vaso per abbellire un nostro terrazzo.
Se vogliamo creare una siepe compatta e facile da curare possiamo coltivare il Tasso. Originario di diverse zone d’Europa, dalle isole britanniche alle coste del Mediterraneo, il Tasso (Taxus) è conosciuto da secoli per alcune caratteristiche dolci e amare.
Il Tasso è apprezzato per le sue virtù estetiche: le sue fronde verdi e fitte, la caratteristica più evidente del Tasso, fanno di questa pianta un perfetto arbusto per comporre delle siepi, semplici da coltivare e capace di offrire uno schermo compatto e facile da potare. Ma le fronde e i rami dell’albero nascondono una tossina molto pericolosa, che può essere fatale per vari tipi di animali se ingerita. Il Tasso è la pianta più tossica presente in Italia. Venne adottata dagli antichi Greci come veleno per le loro frecce. Deriva da questa caratteristica il suo nome, Tasso, che in greco significa “freccia”, e il suo soprannome “albero della morte”.
Alla fine dell’Estate, tra i rami del Tasso si possono scorgere le bacche rosse, chiamate arilli: sono l’unica parte della pianta che non è tossica e ne vanno ghiotti diversi tipi di uccello, tra cui il Tordo.
Usare i pacciamanti in giardino è un trucco che costa poco e porta molti vantaggi. Con il termine “pacciamatura” si intende la copertura del terreno attorno alle piantine con uno strato di materiale naturale o sintetico. Il primo vantaggio è la protezione del terreno sottostante da eccessi di freddo o di calore. Non solo: mantiene costante l’umidità del terreno e impedisce che la luce filtri alla base impedendo la crescita di infestanti.
Se la pacciamatura viene eseguita con materiali organici, come la corteccia, il materiale di copertura, una volta degradati si trasformano in fertile humus, che contribuirà ad arricchire il terreno delle piantine.
USARE I PACCIAMANTI: QUANDO SI USANO E QUANDO E' MEGLIO EVITARE
A seconda del tipo di pianta che si vuole coltivare, il periodo in cui pacciamare può essere diverso. Possiamo usare la pacciamatura in primavera, per esempio per le Fragole, per evitare la crescita di infestanti. Ma anche all’inizio dell’estate, per garantire l’umidità alle piante più sensibili alla siccità. Normalmente si utilizza però dalla fine dell’autunno per proteggere le radici delle piante più sensibili al gelo.
Altre piante che amano la pacciamatura sono le Angurie, le Melanzane, le Zucchine e tutte quelle piante i cui frutti toccano terra e possono essere compromessi dall’umidità del terreno.
Ortaggi invece non indicati per la pacciamatura sono le Patate, i Finocchi e le piante come Aglio e Cipolla, che richiedono invece rincalzi frequenti. Infatti il loro terreno deve essere sarchiato costantemente per compensare il vantaggio che una pacciamatura potrebbe offrire contro le infestanti.
Per coltivare il Narciso dobbiamo piantarlo in autunno: si tratta infatti di una pianta bulbosa, cioè nasce da un bulbo. Originario del Mediterraneo, fin dal tempo degli antichi Egizi e degli antichi Greci il Narciso (Narcissus) viene apprezzato per la sua bellezza. Storicamente è una delle prime piante usate per decorare ambienti, oppure come fiore reciso come dono e segno di apprezzamento.
Esistono molte specie di Narciso, che hanno più di 30.000 varianti: quindi la scelta è molto ampia e personalizzabile ai nostri gusti. Le varietà si differenziano per le dimensioni della pianta, che può variare dai 10 ai 30 cm di altezza, oppure per la forma e il colore dei fiori, che possono variare dal bianco al rosa, dal giallo all’arancio.
La variante più nota è il Narcissus tazetta, con i tre grandi petali bianchi che circondano una seconda corona giallo scuro attorno agli stami. Altre due specie note sono il Narcissus jonquilla (detto anche Narciso giunchiglia) con sei petali spesso gialli, e il Narcissus poeticus, con una banda rossa a fare da contorno della paracorolla gialla.
COLTIVARE IL NARCISO IN GIARDINO E IN VASO
Il Narciso è una pianta rustica che può adattarsi a una grande varietà di ambienti. Pur prediligendo ambienti soleggiati, che ne aiutano la fioritura, possono essere coltivati anche in mezz’ombra.
Pur resistendo a una grande gamma di temperature, dal caldo più secco al freddo più rigido, il Narciso cresce al meglio in giardino con un clima temperato, dai 15°C ai 18°C. Possiamo coltivarlo in vaso, spostandolo in casa durante i mesi più freddi.
È iniziato l’autunno ed è ora di piantare i bulbi che fioriranno nel periodo invernale. Settembre è il momento di predisporre la messa a dimora delle diverse specie di bulbi, tuberi e rizomi a fioritura invernale o in precoce primavera. In funzione della loro dimensione, potranno essere convenientemente collocati in un’aiuola in pieno campo oppure in un vaso.
Allium, Anemoni, Arum, Calochortus, Chionodoxa, Crocus, Ciclamini, Dichelostemma, Eranthis, Eremurus, Fresia, Fritillaria, Galanthus, Gladioli, Giacinti, Iris, Lilium, Oxalis, Ranuncoli, Scilla sono solo alcune delle specie a disposizione. Consultando i cataloghi dei fornitori è possibile allestire bellissime aiuole o vasi da balcone combinando colori e forme diverse.
Usare i correttori di carenza è importante per riequilibrare un suolo con una sbilanciata presenza degli elementi nutritivi necessari. Le carenze di Ferro o di Calcio si manifestano nelle piante con clorosi, deformazioni fogliari, sbiadimento del colore delle foglie oppure con necrosi e annerimento delle foglie.
L’utilizzo dei correttori di carenza ci permette di quindi di integrare nel suolo gli elementi nutritivi assenti ma necessari.
COME USARE I CORRETTORI DI CARENZA DI CALCIO
Il marciume apicale del Pomodoro, la maculatura del Peperone, il seccume delle foglie del Melone e altri problemi di sviluppo possono essere ricondotti a una carenza di Calcio. In questo caso possiamo utilizzare un correttore liquidoa base di Calcio chelato, cioè in una forma altamente disponibile per le piante.
Il Calcio chelato previene e riduce le alterazioni dello sviluppo, della fioritura o della fruttificazione. Inoltre migliora il vigore generale della pianta e la durezza degli steli e influenza...
Molti hanno iniziato a coltivare la Phlox come alternativa alle classiche Ortensie. Ma questa pianta originaria del Nord America, diffusa in molti paesi d’Europa più che in Italia, offre soprattutto le sue nuvole di fiori delicati, di colore rosa fucsia, bianchi, rossi o violetti, presenti sulla pianta da giugno a settembre.
In Italia, la Phlox è diffusa principalmente nelle varietà della Phlox Paniculata, piante perenni solitamente coltivate in aiuole, che possono raggiungere tra i 50-60 cm di altezza. Ma esistono anche varietà nane, come la Phlox subulata e la Phlox sibirica, che crescono tra i 25 e i 30 cm. Le loro fioriture sono talmente copiose che vengono usate per tappezzare completamente l’aiuola con il loro colore.
Ci sono piante velenose per i cani e i gatti e anche tossiche. Infatti tra le molte specie che amiamo coltivare per abbellire i nostri giardini e i nostri terrazzi, la maggioranza sono “amiche” dell’uomo e dei nostri animali, ma alcune nascondono sotto la loro bellezza delle sostanze velenose per noi e per i nostri piccoli amici.
Conoscere le piante da giardino pericolose è quindi una delle prime cautele da adottare per sviluppare il proprio pollice verde mettendo in sicurezza gli animali domestici.
PIANTE VELENOSE E TOSSICHE PER I CANI E I GATTI: ECCO QUALI EVITARE
Siamo soliti usare delle piante velenose nei nostri giardini per molti scopi diversi: per le siepi, possiamo usare piante come il Laurocerasoo il Tasso, pericolose per i nostri animali domestici per le loro foglie e per le loro bacche, o l’Oleandro, una delle piante con un veleno che può essere letale anche per l’uomo, agendo sul fegato e sul sistema respiratorio, paralizzandoli.
Anche una comune Edera, dai rivoli di foglie stellate che troviamo spesso sui muretti dei nostri giardini, può provocare ai nostri piccoli amici, a seconda della quantità di fogliame ingerito, dei disturbi gastrici o delle complicazioni respiratorie.
Tra le aiuole del nostro giardino, possiamo trovare piante notevoli per i loro fiori appariscenti e profumati, come le ...
Ci sono tanti buoni motivi per coltivare la Pyracantha. Detta anche Agazzino, è un arbusto sempreverde noto per la sua rusticità. Le dimensioni degli arbusti, che possono arrivare oltre a 2 metri di altezza e le spine che crescono sopra i suoi rami la rendono perfetta per comporre siepi di confine. Ma può anche essere coltivata in vaso come alberello per abbellire un terrazzo.
In primavera, in aprile-maggio, sui rami della Pyracantha sbocciano dei piccoli fiori bianchi profumati che abbelliscono la pianta. Da settembre a febbraio i fiori lasciano il posto a bacche (drupe) dai colori caldi e accesi, tra il rosso e l’arancio, che sono un cibo ghiotto per alcuni uccellini selvatici.