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Aprile 10, 2020
Possiamo coltivare la Achillea per creare aiuole e bordure fiorite dall’aspetto naturale, anche nei climi più freddi dell’Italia. Ma è adatta anche per i giardini rocciosi e vicino al mare. Inoltre è una pianta molto gradita dagli insetti impollinatori: una presenza che farà quindi bene a tutte le piante del giardino. Ci sono molte varietà di questa pianta, ma nei giardini si usano soprattutto l’Achillea millefolium (con fiori rosa o crema), l’Achillea Filipendulina (con fiori di un giallo brillante) e l’Achillea ptarmica (con fiori bianchi tondeggianti).
In antichità era considerata una pianta medicinale e Plinio racconta che Achille la usò per curare le ferite di Télefo durante l’assedio di Troia. Ed è proprio da questo racconto che la pianta prende il suo nome, cioè da Achille.
Viene usata ancora oggi in erboristeria: per esempio come antisettico, in tisane, per curare i raffreddori. La Achillea moscata viene utilizzata per la preparazione di liquori.
La Achillea fa parte della famiglia delle Asteraceae ed è una pianta erbacea perenne che si caratterizza per una lunga fioritura, da maggio fino a ottobre, sui toni del bianco, giallo e rosso. Genera cespugli alti 100-150 cm e i fiori sono riuniti in corimbi a forma di ombrello.
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Aprile 09, 2020
Eliminare la Lilioceris lilli (detta anche Criocera) in modo tempestivo è importante poiché le sue larve sono molto voraci e possono portare alla defoliazione delle piante. Inoltre gli insetti adulti hanno la capacità di volare, coinvolgendo quindi nel problema anche le piante vicine a quella attaccata.
La Criocera (Lilioceris lilii) è un coleottero polifago della famiglia dei Chrysomelidae ed è quindi un lontano parente della Dorifora della Papata (Leptinotarsa decemlineata) o del Tonchio dei Piselli (Bruchus pisorum). Pur essendo originario dell’Asia, si è diffuso anche in Italia dove attacca in particolare le Liliacee, quindi molte piante bulbose ornamentali (come Giglio, Fritillaria, Amaryllis, Tulipani, ecc.) ma anche gli Asparagi.
L’insetto adulto può diventare lungo anche 8 mm ed è riconoscibile per la corazza di un colore rosso brillante con testa, zampe e antenne nere. In primavera, tra marzo e aprile, si riproducono e depositano le uova sulle piante fino all’autunno. In inverno invece si nascondono per...
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Marzo 27, 2020
Coltivare il Biancospino è una bella soluzione per dare colore al giardino sia in primavera, grazie ai suoi fiori bianchi, sia in inverno, grazie alle sue bacche rosse.
Il Biancospino (Crataegus monogyna) è un arbusto molto diffuso in Europa e presente in tutta Italia, che può diventare un albero di 6 metri ed è molto longevo: ci sono piante anche ultracentenarie. Ha bellissimi fiori, di colore bianco-rosa, che spuntano da aprile e maggio. In seguito, in settembre-ottobre, perde le foglie e produce frutti ovali, che diventano rossi quando giungono a maturazione e rimangono sulla pianta per tutto l’inverno. Rendendola molto apprezzata e decorativa anche nei mesi più freddi.
I frutti sono commestibili, si raccolgono in settembre quando le bacche sono rosse, ma di solito non si mangiano crudi e si usano per marmellate o sciroppi.
Il suo nome deriva dai fiori bianchi e dalle spine presenti sui rami
COLTIVARE IL BIANCOSPINO: ATTENZIONE AI RISTAGNI IDRICI
Il Biancospino predilige una posizione in mezz’ombra e può essere trapiantato all’inizio...
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Marzo 19, 2020
Quella di coltivare il Fico è una tradizione molto antica poiché non richiede particolari cure, conoscenze tecniche o impiego di mezzi tecnologicamente sofisticati. È una pianta resistente alle malattie e agli attacchi parassitari che porterebbero alla distruzione e alla perdita del raccolto e al tempo stesso è capace di offrire frutti in abbondanza e per un lungo periodo.
COLTIVARE IL FICO: LA DIFFERENZA TRA FIORONI E FICHI
Il Fico (Ficus carica) della famiglia delle Moracee è un albero non molto alto: arriva intorno ai 7-8 metri di altezza e forma una chioma molto espansa, avendo spazio e luce, con i rami contorti ricchi di lattice.
Le foglie sono formate da 3-5 lobi, i fiori sono piccoli e racchiusi dentro un ricettacolo carnoso della forma simile a una pera cava e per vederli bisogna aprire il ricettacolo ancora giovane e verde. I fiori, unisessuali, vengono impollinati mediante l'intervento di un piccolo imenottero, la Blastophaga psenes, che compie il suo ciclo in stretta relazione con l'evoluzione delle diverse fioriture.
Il ricettacolo, maturando, diventa molle e sugoso e costituisce il Fico, mentre i veri frutti sono richiusi nel ricettacolo e sono dei piccoli acheni immersi in una polpa formata dalla trasformazione dei tessuti del fiore. Il frutto (falso frutto) può formarsi attraverso la fecondazione oppure per partenocarpia (senza fecondazione), diventando in entrambi i casi commestibile.
Avremo due epoche di fruttificazione: nella tarda primavera i Fichi fioroni, che si formano su un ramo dell'anno precedente e nella tarda estate (agosto-settembre) i Fichi propriamente detti, prodotti dalle gemme dell'annata.
Le varietà si suddividono principalmente in due gruppi per il colore della buccia...
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Marzo 10, 2020
Marzo è il momento giusto per preparare il prato alla primavera. Quando le temperature iniziano a salire e stabilizzarsi durante il giorno intorno ai 10°C di media, il prato inizia a riprendere la sua attività fisiologica. Saremo così nella condizione di correggere ed eliminare in modo tempestivo eventuali problematiche che potrebbero influire negativamente sulla crescita primaverile.
In particolare sono tre i controlli da effettuare
PREPARARE IL PRATO ALLA PRIMAVERA: IL DRENAGGIO
Il primo controllo consiste nella valutazione della efficienza del drenaggio del prato, cioè verificare se si siano create delle zone di ristagno di acqua. In caso positivo, è necessario adottare degli accorgimenti per ristabilire le condizioni per un efficiente smaltimento dell’acqua in eccesso.
È opportuno quindi ristabilire l'efficienza dei dreni ostruiti o crearne di nuovi nel caso sia necessario. Nei casi più lievi basterà eseguire delle semplici forature con un forcale o altro attrezzo idoneo.
In presenza di avvallamenti, creati in seguito al naturale abbassamento del terreno, è bene aggiungere in...
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Febbraio 27, 2020
Coltivare il Cisto in giardino è un lusso che si può permettere solo chi vive nelle zone più miti, dove le temperature non scendono mai sotto lo zero. In alternativa possiamo coltivarlo in grandi vasi, per poi proteggerlo in una serra fredda duranti i mesi invernali.
Il Cisto (Cistus) è un arbusto sempreverde apprezzato per il fogliame brillante e la bellezza dei suoi fiori, composti da grandi petali increspati sulle tinte dal bianco al viola. È una pianta medio-piccola e viene molto utilizzata nei giardini marini e nei climi miti, dove il Cistus dà il meglio di sé.
I suoi fiori sono molto particolari e sbocciano in primavera e in estate. La varietà cromatica delle fioriture si ottiene grazie alle tante varietà di Cisti, come il Cistus lauriflius con fiori bianchi o il Cistus villosus con fiori viola e gialli. I fiori durano poco, anche solo un giorno, ma la fioritura è continua e abbondante e dura tutta l’estate fino all’autunno.
Coltivare il Cisto: è una pianta amante del sole e del caldo
Il Cistus non resiste al gelo e quindi potrà essere coltivata in giardino soltanto nelle Regioni italiani con un clima mite. Se in inverno le temperature scendono molto sotto lo zero, meglio coltivarlo in vaso e proteggerlo in una serra durante i mesi più freddi, avendo cura di rinvasarlo ogni primavera in un contenitore più grande. Naturalmente, con le dovute cure, il Cisto può resistere anche a un inverno nevoso: proteggendo il terreno con uno strato di pacciamatura e coprendo la pianta con un telo protettivo.
Se il clima lo permette, scegliete per il Cistus un luogo nel giardino assolato, anche in virtù del fatto che teme il freddo.
Non teme la siccità. Nella coltivazione in giardino dobbiamo prestare attenzione alle irrigazioni in estate, specialmente in periodi molto aridi. Nell’arco dell’anno non ha particolari esigenze idriche e si accontenta di quella piovana e dell’umidità ambientale. Per il Cistus è più pericoloso un eccesso di acqua, sotto forma di pozze o stagnazioni...
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Febbraio 25, 2020
Possiamo coltivare il Tagete sia in giardino, per creare aiuole e bordure fioriture, sia in vaso per donare un tocco di colore al terrazzo. Il Tagete (Tagetes) fa parte della famiglia delle Asteraceae ed è quindi un “parente” del Tarassaco, del Piretro e del Girasole, ma anche di alcuni ortaggi come il Radicchio, i Carciofi e la Lattuga.
È una pianta annuale che produce foglie setose molto decorative e fiori molto colorati, simili ai Garofani, che durano a lungo, da maggio fino a ottobre. A seconda della varietà, i fiori possono essere rossi, arancioni, gialli, bianchi ma anche bicolori (di solito rossi e gialli). Possiamo inoltre scegliere tra varietà alte, che raggiungono i 60 cm, oppure nane che si fermano a 25 cm.
Il Tagete può essere coltivato sia in vaso sia in giardino ed è spesso utilizzato per creare aiuole e bordure, grazie alla lunga durata delle sue fioriture. Inoltre è una pianta molto utile: sia perché le radici producono sostanze sgradite ad alcuni parassiti, come Afidi, Mosche bianche e Altiche, e quindi svolgono un’azione “disinfettante” del terreno, sia perché i suoi fiori sono molto graditi agli insetti impollinatori. Per queste ragioni, spesso il Tagete viene coltivato nell’orto, in consociazione in particolare con le piantine di Pomodoro.
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Febbraio 18, 2020
Possiamo coltivare il Convolvolo in giardino se vogliamo avere fioriture colorate e molto durature. Il Convolvolo (Convolvulus) appartiene alla famiglia della Convolvulaceae ed un parente stretto della Ipomea, con cui spesso viene confuso.
Il Convolvolo è una pianta erbacea perenne che da aprile a ottobre dona moltissimi fiori a forma di calice di svariati colori, a seconda delle varie specie (ce ne sono più di 200): di solito è bianco o rosa chiaro, ma ci sono anche Convolvoli azzurri, viola o tendenti al verde. Una caratteristica di tutti i fiori del Convolvolo è che si aprono di giorno e si chiudono di notte: per questo vengono soprannominati Belle di giorno, in antitesi alla Bella di notte.
La specie più diffusa è il Convolvolus arvensis, nelle varietà arvensis-arvensis, con foglie larghe, e Arvensis linearifolius, con foglie lineari. Ma vale la pena di citare anche il Convolvolus sabatius (o Convolvolus mauritanicus) che produce fiori blu e viola, il Convolvolus cneorum con fioriture candide e il Convolvolus tricolor che, come dice il nome, ha fiori di tre colori (gialli al centro e bianchi e blu sui petali).
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Febbraio 11, 2020
Pur essendo una pianta rustica e molto resistente può capitare di avere l’esigenza di curare il Cipresso di Leyland (Cupressocyparis leylandii), principalmente a causa di malattie fungine o parti disseccate. Vediamo come prevenire e affrontare i possibili problemi di questa splendida pianta.
CURARE IL CIPRESSO DI LEYLAND: LA POTATURA
Per ottenere delle piante folte e con una vegetazione fitta, molto apprezzata se usiamo il Cipresso di Leyland per realizzare una siepe, è importante effettuare frequenti interventi di potatura. Almeno due all’anno, in primavera e in autunno, ma possiamo effettuare anche una terza potatura in agosto. Più la siepe verrà potata e più la pianta sarà stimolata a vegetare in modo compatto. La potatura, oltre a evitare una crescita eccessiva, ha anche l’obiettivo di mantenere l’equilibrio estetico della pianta e rimuovere i rami secchi e danneggiati.
Questo tipo di impegno periodico deve essere valutato preventivamente, all’atto della scelta della pianta da siepe, specialmente se si tratta di una seconda casa che frequentiamo soltanto un mese all’anno in estate. In questo caso sarebbe meglio evitare il Cipresso di Leyland e preferire piante meno esigenti, come il Pittosforo, la Photinia o il Viburno.
La potatura è inoltre una pratica che genera sempre stress alle piante. Per questa ragione vanno evitate le giornate particolarmente calde o fredde. In presenza di grossi tagli, è bene disinfettare le piante con una soluzione a base di acqua e rame (come Vithal Cuprital Sdi). In seguito è consigliabile proteggere i rami grossi tagliati con un balsamo cicatrizzante. In questo modo eviteremo che le potature...