Coltivare la Portulaca sul terrazzo è una soluzione per dare un tocco di colore in modo facile. La Portulaca infatti è una pianta umile e molto generosa tra le più tipiche e diffuse nel Mediterraneo. Tanto che nelle zone costiere cresce anche spontanea, vicino a qualche muretto o inerpicata sugli scogli.
Ci sono molti motivi per cui coltivare la Portulaca sul nostro terrazzo: i piccoli fiori colorati, di tinte diverse a seconda della varietà, coloreranno i nostri vasi dalla primavera per tutti i mesi caldi dell’anno; le foglie piccole e carnose, oltre che a donare tutto l’anno la loro bellezza semplice, possono essere raccolte e mangiate in insalata, come si fa nel nostro paese da secoli. È inoltre una pianta facile da coltivare e rustica, che non necessita di grandi cure.
Usare le piante contro l’inquinamento è la soluzione più economica ed ecologica che abbiamo a disposizione, sia per ridurre la CO2 dall’atmosfera sia per eliminare gli inquinanti indoor.
L’8 ottobre scorso l’agenzia Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change) dell’Onu, incaricata nel 1988 di studiare i cambiamenti climatici, ha lanciato un importante allarme: se non interveniamo drasticamente tra 11 anni la temperatura del pianeta sarà superiore di 1,5°C rispetto all’era pre-industriale con devastanti effetti sulle condizioni di vita che oggi conosciamo, che diventeranno critici con un incremento di 2°C. Lo ha scritto nello studio “Special Report on Global Warming of 1,5°C”, che ha preso in esame oltre 6.000 studi condotti in questi anni e al quale hanno contribuito migliaia di scienziati di tutto il mondo.
Forse non tutti sanno che in Italia l’anomalia termica è peggiore rispetto alla media del pianeta e gli dal 2011 abbiamo superato stabilmente di 1°C la temperatura media rispetto all’era pre-industriale. L’aspetto più grave è i governi mondiali stanno dimostrando ampiamente di sottovalutare il problema: infatti nel 2017 le emissioni di CO2 hanno toccato il record di 32,5 gigatonnellate emesse in atmosfera.
USARE LE PIANTE CONTRO L’INQUINAMENTO NELLE CITTA’
Ipcc ha spiegato che è scientificamente possibile mantenere il surriscaldamento sotto la soglia di pericolo ed è quindi un nostro dovere almeno provarci. Il primo obiettivo è quello di eliminare l’emissione di gas serra, in primis l’anidride carbonica: sarebbe sufficiente ridurre la CO2 del 45% (rispetto al 2010) entro il 2030 e portarla allo zero assoluto entro il 2075.
Per raggiungere questo obiettivo possiamo, anzitutto, modificare le fonti energetiche: abbandonare il carbone...
Rinvasare le piante è un intervento fondamentale per la corretta crescita delle piante. Ma perché è così importante e qual è il modo più corretto di procedere?
RINVASARE LE PIANTE: PERCHE’
Mentre le piante coltivate in giardino possono estendere le loro radici in modo naturale e libero nel terreno alla ricerca delle sostanze nutritive e dell’umidità, quelle coltivate in vaso trovano l’ostacolo della parete del contenitore. Perciò, una volta raggiunta la parete del vaso, tendono a ruotare avvolgendo il pane di terra. In alcuni casi possono anche fuoriuscire dal terreno. Il primo motivo, quindi, è di offrire alle radici uno spazio maggiore che possa permettere il loro sviluppo armonico.
Inoltre le sostanze nutritive contenute all’interno del terriccio, essendo limitate, tendono ad esaurirsi nel corso del tempo e il substrato di coltivazione diventa sempre più sterile e inadatto alla corretta crescita della pianta. Ciò avviene anche se concimiamo regolarmente le piante: oltre alle capacità nutritive infatti i substrati di coltivazione hanno anche caratteristiche fisiche (come la porosità) utili alla corretta crescita della pianta, che possono venire meno con il passare del tempo.
COME SCEGLIERE IL NUOVO VASO
Il nuovo vaso dovrebbe avere un diametro di 4-5 cm maggiore rispetto al precedente. Possiamo quindi passare da un vaso di 16-18 cm di diametro a uno da 24-25 cm, per poi passare a 30-33 cm e a 40-45 cm.
Rinvasare una piantina in un contenitore molto grande, pensando magari di risparmiarsi il tempo dei rinvasi periodici, è un errore. Un eccesso di terriccio infatti può trattenere l’acqua non utilizzata dalla pianta, provocando asfissia radicale e marciumi.
QUANDO SI RINVASA
Normalmente si effettua il rinvaso ogni 2 anni o quando la pianta ne manifesta la necessità...
Coltivare il Mughetto sul balcone è possibile, anche se si tratta di una pianta che cresce spontanea nei boschi. Il Mughetto (Convallaria majalis) è una piccola pianta parente del Giglio, molto conosciuta per i suoi fiorellini bianchi a forma di campanula che per tutto il mese di maggio offrono un tocco di delicatezza e un profumo intenso ai sottoboschi e ai paesaggi più aspri delle nostre Alpi e dei nostri Appennini.
È possibile però anche coltivare il Mughetto per aggiungere un tocco di bellezza modesta ai nostri balconi. Mentre nelle zone alpine questa pianta cresce spontanea, coltivarla in vaso nelle nostre città può essere una sfida ardua perché richiede condizioni particolari per crescere bene. Dobbiamo prestare anche particolare attenzione se viviamo con animali domestici o con bambini molto piccoli: tutte le parti della pianta sono velenose e ingerirne accidentalmente una piccola parte può essere fatale. Anche il profumo intenso del mughetto, se diffuso in un ambiente chiuso, può provocare emicranie: per questo motivo, si consiglia di non usarla come pianta di appartamento, ma di coltivarla soltanto sul terrazzo.
Eliminare i Topi dalla casa in modo tempestivo è molto importante poiché si tratta di animali pericolosi e molto prolifici. Alle prime avvisaglie di una loro presenza, per esempio se abbiamo trovato escrementi, è bene prendere subito dei provvedimenti.
Di solito all’interno degli appartamenti la presenza di Topi viene rilevata abbastanza tempestivamente. Sono le stanze che frequentiamo di più ed è più semplice tenerle sotto controllo. In altri locali, come cantine, solai, magazzini o garage, dove siamo meno presenti, è più facile accorgersene quando la colonia può essere già numerosa.
Per catturare i Topi in casa, possiamo utilizzare, a seconda della gravità dell’invasione, delle trappole meccaniche o delle trappole a cattura protetta.
ELIMINARE I TOPI DALLA CASA: LE TRAPPOLE MECCANICHE
Le trappole meccaniche, in plastica o in legno, funzionano a scatto e sfruttano l’azione di una esca in gel: quando il Topo tenta di mangiare la trappola scatta e lo uccide.
Sono facili da usare ed è sufficiente collocarle nei luoghi dove abbiamo visto i roditori.
Si usano in caso di presenze singole o se vogliamo controllare la presenza dei topi in un locale che frequentiamo poco, come una soffitta.
Se bambini piccoli o animali domestici possono entrare in contatto con le trappole meccaniche, vi consigliamo di preferire una trappola a cattura protetta.
LE TRAPPOLE A CATTURA PROTETTA
Le trappole a cattura protetta sono composte da un contenitore a prova di manomissione, al cui interno dovremo posizionare un’esca. Cattura il topo mantenendolo all’interno del contenitore e completamente nascosto alla vista: lo smaltimento nei rifiuti domestici è semplice e no-touch.
È ideale per i luoghi in cui vivono animali domestici o dove si desidera...
I topi in casa o in giardino sono un problema da non sottovalutare. Ma quando si parla di “topi” è facile fare confusione tra animali simili ma diversi. Invece saper riconoscere di quale tipo di animale si tratta, ognuna con abitudini differenti, ci permette di adottare una strategia di difesa migliore. Sono tre le principali specie che possiamo trovare nelle nostre case e nei nostri giardini: il rattogrigiocomune (Rattusnorvegicus), il rattonero (Rattusrattus) e il topodomestico (Mus musculus). Queste tre specie comprendono numerose sottospecie. Tutti hanno gambe corte, coda lunga e due incisivi facilmente riconoscibili: i ratti sono più grandi, i topi domestici più piccoli.
Il Ratto grigio, il tipico topo di fogna, si distingue dal ratto nero poiché è più grande è ha la coda più corta. Nelle nostre case sono più diffusi i Mus musculus...,
Concimare le piante da appartamento anche in inverno è importante poiché non tutte vanno in riposo vegetativo. Soprattutto le piante sempreverdi, come il Ficus o la Dieffenbachia, continuano la propria attività vegetativa anche nei mesi più freddi: in appartamento, infatti, trovano condizioni di luce e temperatura costanti e proseguono la loro crescita come se vivessero in una sorta di serra.
Naturalmente in inverno c’è un rallentamento del loro ciclo di sviluppo, poiché i periodi di luce sono meno intensi e meno lunghi rispetto all’estate. Quindi le piante “consumano” meno e gli interventi di concimazione vanno ridotti in proporzione, ma non devono essere eliminati completamente. La stessa regola vale anche per l’irrigazione: con il sole meno caldo e meno presente c’è una minore evaporazione e una minore attività della pianta e quindi possiamo ridurre del 50% l’irrigazione, ma non va dimenticata.
Infine ricordiamo che le piante coltivate in vaso necessitano degli interventi di concimazione poiché gli elementi nutritivi contenuti nel pane di terra sono limitati e si esauriscono nel corso del tempo. Mentre in giardino le piante possono ricercare nuovi nutrienti attraverso le radici, nel vaso tocca a noi alimentarle in modo costante e coerente alle loro esigenze.
COME CONCIMARE LE PIANTE DA APPARTAMENTO ANCHE IN INVERNO
È arrivato l’autunno ed è tempo di coltivare i Muscari. Si tratta di una pianta bulbosa perenne della famiglia delle Liliacee, molto apprezzata per le sue spighe composte da piccole campanelline blu che sbocciano in primavera, mentre le foglie strette e lunghe iniziano a svilupparsi nei mesi freddi.
È una pianta rustica e molto resistente sia al caldo che al freddo, perciò i suoi bulbi si possono piantare sia in giardino sia in vaso, ma se li coltivate in casa o sul terrazzo vi garantire tantissimi bei fiori colorati all’inizio della prossima primavera.
Anche se il blu è il colore tipico di questa pianta, esistono molte specie di Muscari che offrono fiori di diverse tonalità: come il Muscari argaei con fiori bianchi, il Muscari moschatum con fiori gialli e verdi, il Muscari azerum con fiori più scuri, il Muscari botryoides con le spighe più lunghe, ma in Italia è molto diffuso il Muscari armeniacum con i caratteristici fiori blu. Esiste anche il Muscari comosum i cui bulbi vengono mangiati, previa bollitura, e conosciuti nel sud Italia con il nome di Lampascioni.
Il Muscari è anche conosciuto con il nome di Giacinto a grappolo, poiché i suoi fiori ricordano quelli del Giacinto.
È facile curare la Surfinia sul terrazzo anche nelle zone più fredde e piovose del nostro Paese: è infatti una varietà molto resistente alle intemperie e i fiori, anche se si bagnano, tornano all’aspetto originale appena di asciugano. Inoltre la sua crescita rapida e vigorosa e la tendenza a offrire abbondanti fioriture può esserci utile se vogliamo decorare i nostri balconi con delle cascate di splendidi fiori viola, bianchi, rosa, porpora o blu, che sbocciano da maggio fino a settembre.
La Surfinia è una varietà brevettata di Petunia di origine giapponese creata negli anni Ottanta. Il suo ambiente ideale è temperato, né troppo caldo né troppo freddo: ama l’esposizione diretta al sole e se messa in ombra tende a fiorire di meno. Pur essendo più resistente alle intemperie delle altre Petunie non tollera temperature inferiori ai 10°C. Perciò in inverno va riparata all’interno della casa.
CURARE LA SURFINIA SUL TERRAZZO E' FACILE MA ATTENZIONE ALL'IRRIGAZIONE