In Italia è entrata in vigore una legge che pochi conoscono e riguarda il nuovo attestato di idoneità per i giardinieri, che tutelerà sia i privati sia le pubbliche amministrazioni sulla qualità degli interventi di manutenzione del verde e sulla professionalità di chi li effettua.
Un provvedimento importante per molti motivi: anzitutto perché difende la qualità del verde, che è sempre più importante visti i noti problemi di inquinamento e surriscaldamento del pianeta e la pessima qualità dell’aria delle nostre città. Inoltre introduce il concetto, per la prima volta in Italia, che la manutenzione del verde richiede professionalità specifiche e non può essere affidata a improvvisati. Capita di vedere spesso alberi potati esageratamente, le cosiddette “capitozzature”, che non solo danneggiano esteticamente la pianta ma ne pregiudicano la stabilità. Infine anche i giardinieri e i manutentori potranno vedere rispettata la loro professionalità, evitando che possano essere forniti servizi scadenti da personale non qualificato.
ATTESTATO DI IDONEITÁ PER I GIARDINIERI: COME CI SIAMO ARRIVATI
Tutto inizia nel 2016 quando, nella legge 154 chiamata “Collegato Agricoltura”, nell’articolo 12 compare la seguente norma: “L'attività di costruzione, sistemazione e manutenzione del verde pubblico o privato affidata a terzi può essere esercitata: dagli iscritti al Registro ufficiale dei produttori oppure da imprese agricole, artigiane, industriali o in forma cooperativa, iscritte al registro delle imprese, che abbiano conseguito un attestato di idoneità che accerti il possesso di adeguate competenze”.
In sostanza, per poter intervenire sul verde, è sufficiente essere già un professionista del settore (certificata dall’iscrizione al Registro ufficiale dei produttori) oppure conseguire un attestato di idoneità. Nel 2016 questo “attestato” non esisteva, ma lo scorso 22 febbraio è stato firmato un accordo in Conferenza Stato Regioni che ha definito lo standard professionale e formativo necessario per svolgere l’attività di manutentore del verde. Per evitare che ogni Regione adottasse un proprio regolamento, magari generando imparzialità tra le varie aree del Paese, la Conferenza Stato Regioni ha adottato un regolamento unico a livello nazionale.
Idoneità per i giardinieri: cosa cambia per noi
Per i privati non cambia nulla: eventualmente rischia chi esercita una professione abusivamente (art 348 del codice penale, che ha pene molte severe con multe fino a 50.000 euro).
Dovranno tenerne conto soprattutto i condomini e le imprese, che hanno un giardino e la cui gestione viene affidata esternamente. Per esempio le società full service, che insieme ai servizi di pulizia offrono servizi di pronto intervento (idraulico, elettricista) e anche la manutenzione del verde. Da oggi dovranno dimostrare di avere l’idoneità per farlo.
Ma soprattutto le pubbliche amministrazioni e i Comuni, che talvolta affidano la manutenzione senza valutare la qualità dell’intervento. Con il risultato che spesso viaggiando in auto ci imbattiamo in viali con alberature capitozzate malamente. Anche loro da oggi in poi dovranno affidare gli interventi di manutenzione, piantumazione e potatura soltanto a personale qualificato.
COSA RICHIEDE L’ATTESTATO DI IDONEITA’
La Conferenza Stato Regioni ha anzitutto indicato le conoscenze e le abilità dello standard professionale, distinguendo le attività di manutenzione e di costruzione di aree verdi, parchi e giardini. Inoltre ha stabilito che il corso di idoneità dovrà avere una durata minima di 180 ore, di cui almeno 60 di attività pratiche. Le ore teoriche sono per esempio dedicate alla botanica, all’entomologia, alla fitopatologia, alla pedologia e alle normative. Mentre le ore pratiche riguarda, fra le altre, le tecniche di potatura, di concimazione e di diserbo, ma anche l’uso degli impianti di irrigazione o l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuali.
I corsi di formazione saranno erogati dalle Regioni e dalle Province autonome direttamente o attraverso soggetti accreditati e potranno partecipare tutti i maggiorenni con il possesso di un diploma di scuola secondaria di primo grado. Per gli stranieri è indispensabile una buona conoscenza della lingua italiana orale e scritta, che verrà verificata attraverso un test di ingresso dal soggetto formatore.