Possiamo coltivare gli Anigozanthos in casa e godere di una fioritura molto particolare e davvero lunga, dalla tarda primavera fino all’estate. Questa pianta appartiene alla famiglia delle Haemodoraceae ed è nota con il nome buffo di Zampa di Canguro. È per la forma singolare dei fiori, leggermente pelosi e morbidi che ricordano il tipico animale australiano, il continente da cui proviene questa pianta.
È una pianta rizomatosa sempreverde e crea un bel cespuglio composto da tante foglie nastriformi, da cui spuntano gli steli su cui si sviluppano le infiorescenze a grappolo di colore rosso, arancione, rosa o giallo.
Solitamente è coltivato in vaso come pianta d’appartamento, poiché non tollera il freddo sotto 5°C ma va in sofferenza già a 10°C e tende a perdere le foglie. In estate possiamo spostarla sul terrazzo, ma in settembre dobbiamo riportarla in casa.
Collochiamola in una stanza luminosa con un’esposizione al sole per almeno 6 ore al giorno. Soltanto in estate dovremo proteggere la pianta dai raggi solari diretti.
Come coltivare un Anigozanthos
Dopo l’acquisto possiamo rinvasare la pianta nel nuovo vaso destinato a ospitarla. Dovrà essere può grande del precedente e dotato di fori sul fondo per il drenaggio dell’acqua in eccesso. Per il trapianto usiamo un terriccio per piante da fiore. Il rinvaso si effettua ogni 2 anni in un contenitore leggermente più grande.
Le sostanze nutritive contenute nel terriccio tendono a esaurirsi e dovremo programmare un piano di concimazione annuale così da assicurare tutti i nutrienti necessari. Possiamo usare un fertilizzante liquido per piante da fioreda diluire nell’acqua per l’irrigazione: ogni 15 giorni in primavera e in estate e 1 volta al mese di autunno e in inverno. Se abbiamo paura di dimenticarci, possiamo optare per un fertilizzante granulare a lenta cessione: sarà sufficiente una applicazione all'anno!
Il terriccio deve risultare umido al tatto ma evitiamo gli eccessi i ristagni d’acqua nel sottovaso: come tutte le piante con radici rizomatose teme i substrati troppo umido che possono provocare marciumi del rizoma, molto difficili da curare.
Irrighiamo periodicamente e abbondantemente la pianta e lasciamo scolare tutta l’acqua in eccesso prima di riporla nel portavaso. La frequenza delle irrigazioni dipende da molti fattori, come il clima e la grandezza del vaso: quando fa molto caldo e in presenza di vasi piccoli innaffiamo più frequentemente. Fidiamoci della nostra mano: se al tatto il terriccio risulta asciutto è il momento giusto per innaffiare altrimenti attendiamo qualche giorno.
Quando irrighiamo controlliamo la pianta alla ricerca di tracce di parassiti o malattie: approfittiamo dell’occasione per tagliare i fiori appassiti per stimolare la produzione di nuove infiorescenze.