Da sempre gli italiani amano coltivare il Cardo: è originario della zona mediterranea (Europa meridionale – Africa settentrionale) ma nel tempo si è diffuso anche in aree settentrionali (Pianura Padana) dove è diventato protagonista di piatti tipici (come per esempio la Bagna Cauda piemontese): poiché è sensibile agli abbassamenti di temperatura, soprattutto nelle fasi giovanili, va dovutamente protetto. È una pianta erbacea perenne ma spesso viene coltivata come annuale.
Appartiene alla famiglia delle Composite assieme Carciofo, Radicchio, Topinambur e Girasole. È monoica (cioè con apparati riproduttivi femminile e maschile nella medesima pianta) e i fiori assomigliano a quelli del Carciofo ma sono di dimensioni più piccole. Le foglie, a seconda della varietà, sono più o meno spinose e pennate, aventi il picciolo e le nervature spessi e carnosi che costituiscono il prodotto utilizzato nell’alimentazione.
Si adatta bene a quasi tutti i tipi di terreno ma predilige quelli di medio impasto, profondi, freschi, a reazione neutra o leggermente alcalina.
Si avvantaggia di lavorazioni profonde e di laute concimazioni, sia organiche che inorganiche.
L’avvio della coltura può avvenire in due modi: attraverso la semina o il trapianto di giovani piantine ottenute in semenzaio.