Possiamo coltivare il Vischio in giardino? Tutti conosciamo l’antica tradizione di baciarsi nella notte di Capodanno sotto un ramoscello di Vischio per ingraziarsi un futuro più fortunato, ma pochi conoscono le caratteristiche di questa particolare pianta.
Il Vischio (Viscum album) è una pianta sempreverde cespugliosa che ha la caratteristica di essere epifita, cioè cresce senza bisogno della terra, un po’ come le Orchidee. A differenza delle Orchidee però, che non danneggiano le piante su cui crescono, il Vischio ha un atteggiamento parassita e si nutre della linfa della pianta su cui si sviluppa. In particolare è un emiparassita (cioè un “quasi parassita”), poiché assorbe solo l’Azoto, che non riesce a reperire tramite la fotosintesi.
Va però detto che il Vischio non rovina le piante ospitanti e arreca pochi danni: la pianta rimane contenuta e non tende a svilupparsi eccessivamente.
All’inizio della primavera, in marzo-aprile, i rami del Vischio producono piccoli fiorellini bianco/gialli mentre in autunno donano delle piccole bacche rotonde, di colore biancastro translucido e con consistenza gelatinosa e collosa. Le bacche sono molto importanti per la diffusione di questa particolare pianta: oltre ad avere un comportamento parassita nei confronti degli alberi su cui cresce, il Vischio infatti sfrutta anche l’azione degli uccelli per la sua propagazione. Le bacche gelatinose sono infatti apprezzate dagli uccellini e contengono un solo grande seme, che dopo il processo digestivo del volatile verrà depositato su altre piante protetto da uno strato di buon concime naturale (cioè il guano). I semi che cadranno a terra, invece, moriranno senza germogliare.
Eliminare il Mal Bianco è importante per evitare la sua crescita a macchia d'olio e la perdite delle piante o del raccolto. A seconda se ha colpito una pianta ormantale, da frutto o da orto. Con il termine di Mal Bianco od Oidio si intende una malattia di origine fungina, molto comune e diffusa a quasi tutte le specie di piante sia ornamentali che dell’orto.
Responsabili di questa infezione sono differenti agenti fungini appartenenti a uno stesso gruppo ma specifici delle diverse specie vegetali. L’infezione si presenta in primavera con temperature intorno ai 20/25°C e una umidità relativa superiore al 75%. Il suo progredire è in genere molto veloce e distruttivo. Durante l’estate la malattia tende a bloccarsi per riprendere in autunno.
ELIMINARE IL MAL BIANCO: COME VERIFICARE LA PRESENZA DELL’OIDIO
Le parti della pianta che per prime evidenziano il problema sono le estremità dei giovani rami e delle foglie. Gli effetti consistono in una caratteristica muffa bianca di consistenza farinosa e polverulenta che può, a seconda della specie, assumere sfumature sul grigio, più o meno carico, rosa o aranciato. Con il progredire dell’infezione, lo strato feltroso, ricopre l’intera vegetazione e deforma le foglie determinando contorcimenti e increspature delle medesime sino al completo disseccamento.
Oltre alle parti verdi, l’Oidio è in grado di espandersi anche su fiori e frutti. Per esempio, nel caso della Vite e dei frutti a buccia tenera (come Fragole, Pesche, ecc.), provoca la spaccatura della buccia e la emissione di liquidi zuccherini da parte dei tessuti sottostanti, che diventa il substrato ideale per successive infezioni di altri funghi come la Botrite e la Monilia.
L'Antracnosi delle Latifoglie è una malattia delle piante causata da un fungo chiamato Collicotrico. Colpisce principalmente le Latifoglie come Ippocastani, Platani e Querce, e si insinua nella pianta attraverso le piccole ferite causate dagli agenti atmosferici o da altri parassiti.
Le spore dei funghi possono sopravvivere a lungo nel terreno, anche d'inverno, per poi attaccare le foglie in primavera, quando il clima si fa umido e favorevole allo sviluppo della malattia fungina.
Si può riconoscere l'Antracnosi dalle macchie tonde color ruggine che compaiono sulle foglie, fino a necrotizzare tutto il tessuto. Anche i rami possono necrotizzarsi e presentare dei cancri. Infezioni precosi possono compromettere i germogli, che avvizziscono ancor prima di svilupparsi.
ANTRACNOSI DELLE LATIFOGLIE: COME FARE
Questa malattia, difficile da debellare ed estremamente contagiosa, se non curata tempestivamente può portare alla defogliazione della pianta e in alcuni casi anche alla morte.
Per prevenire l'ammalarsi della pianta, in caso di precedenti attacchi da parte di questo fungo, è bene durante la primavera intervenire con 2-3 trattamenti con un fungicida sistemico indicato per piante ornamentali, da intervallare 15 giorni l'uno dall'altro. Il prodotto, diluito in acqua, dev'essere irrorato sulla chioma della pianta e sulla corteccia, dove le spore si possono facilmente infiltrare.
La Tortrice verde è un lepidottero molto diffuso in Italia, che infesta gli esemplari di Quercia in particolare la Roverella.
Questi piccoli insetti alati, sono di colore verde chiaro e depongono le uova verso maggio sui rami nelle parti alte della chioma. Le larve, di colore verde scuro, si schiudono ad aprile e si nutrono delle gemme, creando un bozzo all’interno della foglia, che gli serve come rifugio durante la trasformazione.
Gli attacchi precoci di aprili sono i più dannosi per l'albero, poiché se ripetuti nel tempo portano a gravissimi deperimenti del medesimo.
TORTRICE VERDE: COME INTERVENIRE
Le infestazioni sono facilmente riconoscibili a causa delle foglie della Quercia arrotolate in senso longitudinale, che diventano così alimento e rifugio delle larve. Le infestazioni sono dannose per la pianta perché causano la defogliazione e la distruzione dei germogli, impedendo alla pianta di svilupparsi. Attacchi frequenti si possono riscontrare nei boschi di Querce, dove la Tortrice causa infestazioni che si ripetono negli anni.
In caso di presenza massiccia di questi parassiti, nel periodo che va da aprile fino a giungo, è necessario intervenire tempestivamente con prodotti biologici a base di Bacillus thuringien, efficace in particolare contro le giovani larve.
Importante è intervenire in maniera tempestiva, perché larve e uova sono più facili da debellare degli esemplari adulti.